CHIERI. SORPRESE DI ARTE E DI STORIA. Nel Duomo un curioso stemma
Sul pilastro che separa il Presbiterio dalla cappella del Crocifisso, a circa tre metri di altezza, è incastonato un piccolo bassorilievo in cotto raffigurante un elmo col suo sontuoso cimiero ed uno stemma. È inevitabile domandarsi di che cosa si tratti. E allora sveliamo il mistero. Lo scudo, orizzontalmente diviso in due campi, blu quello superiore e azzurro quello inferiore, e trasversalmente percorso da una banda blu con tre stelle dorate non è altro che lo stemma dell’antica e nobile famiglia chierese dei Buschetti. Ma come mai lo stemma di quella famiglia si trova qui, isolato da tutto? Il motivo è presto detto: fino alla fine del Cinquecento, quando nelle chiese gli altari e le cappelle di famiglia occupavano disordinatamente tutti gli spazi disponibili, addossato a questo pilastro c’era l’altare di Sant’Aloy (San Luigi IX re di Francia) appartenente appunto ai Buschetti. Questo altare, come molti altri, è scomparso alla fine del Cinquecento, quando il visitatore apostolico mons. Angelo Peruzzi, vescovo di Sarsina (1584), incaricato dal Papa di far rispettare le disposizioni del Concilio di Trento, stabilì che venissero eliminati tutti gli altari che si trovavano fuori dalle cappelle. A ricordo di quello dei Buschetti è rimase questo piccolo stemma.
Antonio Mignozzetti