CURIOSITA’ NOVARESI 55. PALAZZI DEL CENTRO STORICO DEL PRIMO NOVECENTO
La prima parte del XX° secolo è ancora testimoniata nel centro storico novarese da alcune architetture e facciate. Ricordiamo anzitutto l’edificio (nella foto) al cosiddetto Angolo delle Ore, all’angolo di corso Mazzini con corso Cavallotti, di chiara evidenza Liberty. Infatti l’edificio che lì precedentemente si trovava nel 1911 fu ristrutturato dall’ingegner Bronzini, acquisendo così una veste che richiamava il Liberty, come l’Art Nouveau e la Secessione Viennese, i tipici stili architettonici dell’epoca. Oltre alle decorazioni è il caso di ricordare l’insieme dei motivi in ferro presenti nel palazzo. Egualmente Liberty è la facciata dell’ex Cinema Vittoria (nella foto), ora negozio Tezenis, che è sopravvissuta al cinema, al civico 28a di via Fr.lli Rosselli (un tempo corso Vittorio Emanuele II), accanto all’entrata della galleria che porta in corso Italia. La facciata è stata ideata dall’ingegnere Ettore Baraggioli nel 1914 con decorazioni che raffigurano putti e ghirlande fiorite.
Del periodo Liberty è anche testimonianza l’edificio di corso Italia 27a (nella foto), che ospita attualmente il negozio Sisley, dove si può notare un marcapiano decorato e un fregio sotto gronda a festoni e nastri. Particolarmente interessante per il
Liberty novarese è poi certamente Casa Ugazio (poi Quaroni) di baluardo Quintino Sella 28 (nella foto), che è stata realizzata tra il 1905 e il 1907, con progetto dell’ing. Mario Rosina. Guardando la facciata l’attenzione si concentra subito sulla grande finestra circolare e poi sulle belle decorazioni a minute rosette. Sempre dell’inizio del XX° secolo, ma con una impronta più
eclettica è Casa Macchi (ora Mariggi) di via Antonelli 19, angolo baluardo Quintino Sella 26, edificata dagli ingegneri Natale e Bizzozzero nel 1926, che richiama per certi aspetti edifici della Parigi dell’epoca ed è caratterizzata da una strana forma come di prua di nave, da ambienti lunghi e sottili, da finestre con archi a tutto sesto e dalle doppie aperture dei terrazzini in pietra.
E’ quindi il caso di ricordare l’architettura dell’ex Cinema Eldorado (nella foto), ora negozio Zara, di via Fratelli Rosselli 5, progettato dall’ing. Bronzini nel 1913-1914. Il cinema fu particolarmente popolare negli anni Trenta del secolo scorso e durante la seconda guerra mondiale, quando, con il divieto dei balli nei locali pubblici, il cinematografo diventò il più importante divertimento, pur con l’anticipazione dell’orario degli spettacoli per il coprifuoco. Vi si proiettavano film d’evasione, cinegiornali dell’Istituto Luce, ma anche documentari e lungometraggi di propaganda italo-tedesca. L’Eldorado ha poi proseguito la sua attività cinematografica fino a qualche tempo fa.
Sempre dei primi decenni del XX° secolo troviamo poi alcuni storici palazzi di viale XX Settembre, appena al di là delle antiche mura. Scendendo dalla Barriera Albertina, troviamo a destra Palazzo Bottacchi. L’edificio è un classico esempio di stile Liberty, con
progettazione dell’ingegner Giuseppe Passerini, ed è caratterizzato dalle numerose decorazioni in cotto (provenienti dalle omonime fornaci Bottacchi), che incorniciano le finestre e alcuni elementi delle colonne del porticato. Sempre a destra, ma al termine di viale XX Settembre, all’angolo con via Dante, troviamo Palazzo Fiorentini, egualmente di stile Liberty. Particolari le sue decorazioni a cespugli e a bouquets nei capitelli, nelle arcate e nelle cornici delle porte, anche se forse ciò che lo caratterizza maggiormente è la facciata angolare con grande arcata, sormontata da balconate. L’edificio è stato realizzato tra il 1907 e il 1910, con progettazione dello stesso Giuseppe Passerini già ricordato per palazzo Bottacchi. Sempre in viale XX Settembre, ma sul lato opposto e di fronte a Palazzo Fiorentini, vi è Palazzo Bellomi, all’angolo con corso Torino, costruito dai fratelli Bellomi nel 1927, con progettazione del geometra Viganotti. Porticato solo nella facciata verso via XX Settembre, ha decorazioni dello scultore Reali di Milano.
Enzo De Paoli