LE PERLE NERE DELLA MUSICA a cura di Edoardo Ferrati
Carl Nielsen (1865-1931), le Sei sinfonie
Orchestra Sinfonica Nazionale Danese diretta da Fabio Luisi
etichetta: Deutsche Grammophon 436 3471 ( 3 cd)
registrazione: dicembre 2019 e giugno 2022
pubblicazione: settembre 2023
durata 3h.46’.17”
Carl Nielsen, sesto di dodici figli nati in una famiglia di contadini di Sortelung in Danimarca, Imparò a suonare da autodidatta il violino e il pianoforte, indi al Conservatorio di Copenaghen dove la fama di Nielsen esplose subito dopo l’esecuzione della Prima Sinfonia (14 marzo 1896). Docente e direttore del medesimo Conservatorio, sposò la scultrice Anne Marie da cui ebbe tre figli. Il suo stile mostra alcuni contatti con la musica russa, incorporata alla tecnica atonale tedesca: posizione assai simile a Sostakovic.
La sinfonie di Nielsen sono, però, nello stile conservatore che non offre smarrimento nello sviluppo armonico e melodico. Lo stile molto particolare per lungo tempo non riscosse successo, conosciuto solo in Scandinavia al pari di alcuni suoi contemporanei come Jan Sibelius , Christian Sinding e Johan Swendsen.
Studiò con cura la polifonia rinascimentale che riuscì a inserire con disinvoltura ed eleganza nella sua opera.
Le sinfonie di Nielsen in sostanza coincidono con le sette sinfonie di Sibelius sul versante cronologico, mentre un solo anno separa la conclusione dei rispettivi itinerari sinfonici.
La sinfonia n.1 op.7 (1892) può essere considerata come la più tradizionale dove si manifesta l’attaccamento a una tradizione popolare votata più al canto lirico con la presenza di taluni elementi innovativi che faranno approdare il compositore danese a schemi propri della disgregazione atonale. .
La sinfonia n. 2 op.16 (1902), intitolata “I quattro temperamenti”, è il lavoro più noto di Nielsen Nata in circostanze singolari: il compositore vide in un locale pubblico alcuni quadri raffiguranti i temperamenti dell’uomo (il collerico, il flemmatico, il malinconico, il sanguigno. Fu soprattutto il ritratto del collerico ad
attrarre Nielsen . “Non amo la musica a programma”, esprimendo così la sua contrarietà ad attribuire alla musica significati extra. Dedicata a Ferruccio Busoni , che conobbe a Lipsia nel 1891 benchè mantenga nellla struttura il carattere formale tradizionale , presenta un grado maggiore di concentrazione e di forma organica rispetto alla Prima sinfonia.
La Sinfonia n. 3 op. 37 (1911) nasce dopo anni di silenzio sinfonico , la fama di Nielsen era grandemente cresciuta con impegni come direttore d’orchestra a Londra, Parigi. Olanda e Germania. Si tratta di una sinfonia importante nell’evoluzione musicale dello stesso Nielsen che abbandona la forma sonata tradizionale e segna il congedo da ogni residuo di pathos romantico . La Terza prende il nome dal primo movimento “Allegro espansivo” dove colpisce il libero flusso ritmico della musica e la presenza di mezzi orchestrali , ora acceso di smaltato splendore ampiamente strutturata con grande sicurezza, maestria. Il movimento finale è notevole per l’abilità e grande sapienza costruttiva.
La Sinfonia n. 4 op. 29 (1916) vide la luce negli anni della prima guerra mondiale. Intitolata “L’inestinguibile” viene chiarito da Nielsen: “Il desiderio che la musica può spingere la volontà elementare di vivere. La musica è vitale come la vita stessa”. Tale spiegazione può spiegare l’omissione della sequenza dei movimenti riuniti in un unico blocco monolitico con le varie sezioni congiunte senza interruzione
La Sinfonia n. 5 (1922) , benché proposta da un grande direttore come Wilhelm Furtwaengler a Francoforte e Lipsia,, riscosse consensi solo nel 1950 al festival di Edimburgo, dove le componenti percussive sono poste in risalto e provocarono sconcerto negli ascoltatori dell’epoca.
Infine la Sinfonia n.6 (1925) segna il ritorno alla tradizionale ripartizione in quattro movimenti: l’ultimo fi essi è in forma di variazioni nella quale Nielsen rivela grande padronanza nell’arte della variazione.
Il genovese Fabio Luisi , dal 2017 direttore principale dell’eccellente Sinfonica Nazionale Danese, approda a esecuzioni tanto accurate sul piano tecnico quanto ricche di slancio e spontaneità. Luisi coglie tutta la
modernità di Nielsen, una visione cupa e assai drammatica ,parossistici scontri di masse sonore e momenti di allucinata ed enigmatica flessibilità. Un’edizione di rilievo che supera le significative integralii firmate da Herbert Blomstedt (Emi) e Michael Schonwandt (Naxos).