CURIOSITA’ NOVARESI 56. STORIA DELL’ANTICHISSIMO COMPLESSO DI S. NAZZARO DELLA COSTA E DEI SUOI “BEATI”

Chiesa di San Nazzaro della Costa

Da quasi mille anni la chiesa con annesso convento di S. Nazzaro della Costa (nelle foto la chiesa e il convento), anche con i suoi “Beati”, caratterizza la storia di Novara. Ai tempi della fondazione e nei secoli successivi si trovava collocata fuori delle mura, appena prima dei sobborghi della Bicocca e di S. Agabio, mentre ora il complesso è decisamente nella città, benché in qualche modo isolato sul suo verde ed alberato colle, adiacente al cimitero comunale.

Barlassina e Picconi nel loro libro sulle chiese di Novara edito nel 1923 dalla Tipografia San Gaudenzio scrivono che la chiesa di San Nazzaro, “detta

Interno della chiesa di San Nazzaro della Costa

di S. Nazzaro della Costa, perché situata su di un poggio”, è tra le più antiche della Città, in quanto già nominata in un documento dell’anno 1124. Non si sa però quando sia stata fondata. Si sa invece che era officiata da quattro cappellani, detti anche rettori. Quando questi l’ebbero abbandonata, Papa Alessandro IV, con suo breve del 22 aprile 1256, diede disposizioni al vescovo di Novara Sigebaldo de’ Cavallazzi affinché la chiesa di San Nazzaro, con i suoi redditi e possedimenti, venisse ceduta alle monache di S. Chiara del monastero di S. Pietro in Cavaglio Inferiore o Cavaglietto. Si trattava di 19 suore e la superiora era la nipote dello stesso Papa, suor Cecilia de Rocca. Le Clarisse, che fecero costruire un piccolo chiostro e la

Convento di San Nazzaro della Costa

chiesa, lì restarono però solo per un breve lasso di tempo e precisamente fino al 1265, come precisa il prof. G. Cesare Mussi in un suo saggio su San Nazzaro, pubblicato nel 1979 dal Comune di Novara. L’abbandono era motivato dal fatto che la località ove sorgeva la chiesa era troppo esposta ai pericoli. Infatti il vescovo ottenne per loro dai Canonici Regolari di S. Agostino il convento annesso alla chiesa di S. Domenico, fondata da Guidoto Pallavicino nel 1233 dentro la Città. Alcune suore tornarono invece a Cavaglietto. Queste monache, poi denominate di S. Agnese, restarono però in possesso del complesso di San Nazzaro per circa due secoli. E’ di questo periodo l’affresco del XIV° secolo raffigurante una “Deposizione”; alla decorazione del convento, come ha scritto Mussi, contribuirono fra il 1330-1340 pittori di area giottesca e nel 1346 Giovanni Jacobi di Como, attivo in quegli anni anche a Firenze in Santa Croce.

Nel 1444 alle monache subentrarono i Frati Minori Osservanti di San Bernardino da Siena, che la tradizione vuole come fondatore del convento attuale. S. Bernardino da Siena probabilmente volle ampliarlo per i frati del suo ordine. Chiesa e convento vennero ristrutturati radicalmente e riccamente decorati fino all’attuale fisionomia.

Beato Tommaso Caccia da Novara

In questo convento vissero i Beati Tommaso Caccia (raffigurato in un affresco della chiesa di S. Nazzaro) e Matteo Nolio, novaresi e compagni di San Bernardino. Questi furono tumulati in San Nazzaro, dove restarono fino al 1849, e dopo alcuni spostamenti furono collocati nel 1923 nella chiesa parrocchiale di S. Andrea. Sempre a San Nazzaro esercitò con l’abito dei Minori nel 1445 il Beato Pacifico Ramati da Cerano e qui visse anche un altro Beato, quel Michele da Milano, che possiamo vedere in un altro affresco nella chiesa. Nel 1626, come scrivono Barlassina e Picconi, “in ossequio alle lettere apostoliche di Urbano VIII, i Minori Osservanti dovettero abbandonare ai loro colleghi della più stretta osservanza, detti Riformati, il convento di San Nazzaro e si rifugiarono a Trecate, dove eressero un’altra casa”.

Convento e chiesa restarono ai Minori Riformati fino al 1810, anno delle soppressioni napoleoniche, poi la proprietà passò al Sig. Giuseppe Antonio Negri e infine all’Ospedale Maggiore, fatta eccezione del bosco che divenne cimitero ad uso della Città e dei sobborghi, con benedizione del vescovo Vittorio Filippo Melano del 18 giugno 1809. Il convento fu trasformato in cascinale e la chiesa, sconsacrata, in fienile. Dopo la fine della prima guerra mondiale però prese corpo l’idea che il complesso venisse restaurato e dedicato alla memoria dei caduti. Nel 1923 il Consiglio Municipale di Novara propose il recupero del complesso. L’idea fu poi accolta in particolare dal senatore Aldo Rossini, che, nel suo ruolo di ministro dell’Ospedale Maggiore, stipulò nel 1928 una convenzione con i Padri Cappuccini della Provincia di Alessandria, attraverso la quale l’Ospedale cedeva in uso alla loro Congregazione la chiesa e il convento, mentre la Congregazione si impegnava a realizzare a sue spese tutti i restauri necessari.

La prima chiesa di San Nazzaro era quindi già esistente nel XII° secolo. Fu quindi ricostruita dalle Clarisse, assieme al piccolo chiostro, nella prima metà del secolo XIII° e venne trasformata nella forma attuale al tempo di San Bernardino, cioè nel secolo XV°. In seguito vennero aggiunte le cappelle di destra e venne ampliato il convento con la costruzione del chiostro grande. Numerosi gli affreschi presenti: da “La deposizione della Croce” del secolo XIV° a diversi del secolo XV°. Tra gli altri si ricorda, sul lato a sinistra, nel primo pilastro la figura del Beato Tommaso Caccia da Novara (nella foto) del pittore Tommaso De Cagnolis. Il secondo pilastro rappresenta invece S. Antonio da Padova e il Beato Alberto de Sarthiano con la scritta “Giovanni Antonio de Merlis 1474”, mentre sul terzo vediamo il Beato Michele da Milano, con una devota ai suoi piedi (nella foto), di mano di pittori novaresi. Del secolo XVI° è l’affresco della Crocifissione nell’abside. La chiesa è stata consacrata da Mons. Castelli il 29 ottobre 1932. Recenti i restauri, a cura della ditta Barberi, del muro del tramezzo con il ciclo di affreschi sulla vita di Cristo e degli affreschi del presbiterio con la Crocifissione (nella foto uno scorcio dell’interno della chiesa).

Enzo De Paoli