Chieri e i dossi. “Un messaggio dagli alieni”
“Stimato Editore,
sono di nuovo l’anonimo che le inviò quel documento storico sulla venuta del Federico Barbarossa, rinvenuto per caso, e che Lei ha avuto la cortesia di ospitare nelle Sue notizie. Grazie!
Ebbene pare che in questi ultimi mesi io sia destinato a vivere avventure incredibili perchè, pochi giorni fa ho ricevuto incarico di riferirle un messaggio.
Passeggiavo sulla collina tra Chieri e Baldissero di buon’ora, quando d’improvviso, dalla bruma di un boschetto, mi compare un ometto di circa un metro e venti, insolitamente abbigliato, tratti somatici mai visti e inizia a parlarmi con suoni scoppiettanti, foneticamente un poco simili all’idioma dei pigmei.
Sorpreso ma non spaventato (aveva modi garbati) mi presento in alcune lingue che conosco. Lui ascolta attentamente e, come se si fosse risintonizzato, mi risponde in italiano: “Ok proseguiamo in zitaliano perchè la tua zgrammatica inglese è zmaccaronica, la pronuncia zfrancese terribile e lo spagnolo zpare di Rovigo”. (traduce bene ma gli scappa qualche zeta n.d.r.)
Ci rimango un pò male ma iniziamo a chiacchierare e, per farla breve, abbiamo fatto mezzogiorno.
Cerco ora di sintetizzare il messaggio che mi è stato affidato.
Il suo nome è Zplut13, viene da Toi270b, un esopianeta non lontano dalla costellazione del Pittore (73 anni luce, praticamente dietro l’angolo).
Da 600 anni (più o meno dalle elementari) si è appassionato allo studio del nostro pianeta, ne segue l’evuluzione nei suoi corsi e ricorsi storici di guerre, rivoluzioni, colpito della scarsa propensione umana ad imparare dalla storia. Si dice anche perplesso dal recente catastrofismo dei terrestri: l’ansia sul riscaldamento del pianeta, ad esempio, per lui è inspiegabile. Su Toi270b ci sono 250 gradi e lui sta benone, anzi quando fa sera (ogni 3 giorni terrestri) accende la stufetta.
Di recente si è appassionato al contraddittorio sui dossi chieresi che segue attentamente dalle colonne di Centotorri e, per pacificare gli animi ormai surriscaldati a forza di saltar dossi, scende in campo per slrivelarci quanto segue:
“Cari terrestri zchieresi, capisco che vi sta a zcuore la zsicurezza dei vostri zpedoni, ma la zdossomania che è zvenuta ai vostri zamministratori non funziona. La crescente isteria degli zautomobilisti alla guida zdipende molto invece proprio zdallo stillicidio di zdossi, buche, autovelox disseminati con ztecniche da zguerriglia che avevo zgià osservato in Vietnam a metà del secolo scorso.Zsiete l’unico paese zeuropeo che fa un uso bilancistico-terroristico di zquesti strumenti, inutili zperchè pochi zmalcapitati ci zcascano e tutti i zpendolari rallentano a ztratti e poi vanno come zsiluri tra un zvelox e l’altro. Idem per i zdossi.Ma cari amministratori terrestri zchieresi (e italiani) dovete capire che non fanno zcosì perchè sono zcattivi. Sono persone del zmondo reale, che corrono sudati tra zlavoro che c’è e non c’è, figli, zscuole, zfarmacia, burocrazia.Se fossero zalgidi amministratori, zimpeccabili e mai zsudati, comoducci nel tepore di zuffici ben riscaldati, senza ansie da crisi aziendali, intenti a zbaloccarsi su come spendere le tasse dei cittadini, ecco che anche loro sarebbero zfelici di vagolare a 30 all’ora sorridendo beotamente tra un dosso e un autovelox, con tanta ideologia nel cuore”.
Ecco stimatissimo Editore, ho fatto del mio meglio per riferire questo messaggio, che essendo stavolta vocale (non l’ho nemmeno capito molto bene) mi ha molto provato.
Glielo riferisco come posso, declinando come sempre maternità e paternità ma soprattutto qualsiasi responsabilità.
I più cordiali saluti.
Un anonimo.