Chieri. La saga del Giardino Senza Età
Un onirico progetto “verde” nel cuore di Chieri prima avallato e poi frenato dal Comune. Una piccola iniziativa civica a costo zero per l’amministrazione, destinata a ingentilire la città
L’idea del “Giardino Senza Età” è germogliata dall’ispirazione di valorizzare i trascurati 3000 m² del piccolo parco alle spalle della Biblioteca, compresi nel perimetro della ex manifattura Tabasso. Un angolo di verde che in quel 2020, anno del Covid, ha reso tutti più consapevoli della bellezza di poter condividere uno spicchio di natura nel centro di Chieri. Dall’idea è nato un progetto presentato a un bando nazionale da parte di sette associazioni, con la Banca del Tempo capofila, la cui sede è proprio in un locale dell’ex manifattura.
Il Comune ha aderito all’iniziativa con lettera firmata dal Sindaco il 5 marzo 2021, dichiarando la disponibilità per alcuni lavori. Quindi, il progetto è stato presentato alla FCC (Fondazione di Comunità del Chierese) che si è resa disponibile alla promozione e divulgazione del progetto attraverso “Produzioni dal Basso”, piattaforma di crowdfunding che consente a piccoli gruppi di privati di realizzare idee con finanziamenti collettivi. In breve tempo sono stati raccolti oltre diecimila euro, raddoppiati dalla Compagnia di San Paolo.
Quindi, intorno alle prime planimetrie del parco, hanno iniziato a svolgersi incontri con i partner e altri attori, quali ad es: giovani di Fridays for Future, esperti di botanica e testimonial della Consulta Chierese per le politiche a favore delle persone con disabilità, ecc, iniziando sopralluoghi sull’area. Prime mosse per un intervento prossimo venturo che si è andato delineando rapidamente, secondo i principi che lo avevano ispirato.
Infatti, l’idea del Giardino senza Età era quella di ottimizzare le poliedriche attitudini di un’area verde nel cuore della città, rendendola più viva e pulsante, un punto di riferimento sia per i frequentatori della biblioteca confinante, sia per soggetti di ogni età, dai bambini agli anziani, con particolare attenzione alla rimozione di ogni barriera architettonica.
Sull’entusiasmo di incontri dalla grande sinergia, sembrava cosa fatta per quel luogo di maestose piante d’alto fusto, così rare in un centro città, rivalutato da numerose migliorie del parco, da una messa in opera di arredi, pannelli multimediali e cassoni lignei autocostruiti destinati a erbe aromatiche, piante tintoire, storiche e rare. Il tutto ispirato da un sentimento civico e da un disinteressato, spontaneo impulso di condivisione.
Un entusiasmo di breve durata. Con la notizia del finanziamento del PNRR per la ristrutturazione dell’area ex Tabasso, si è poi venuto a sapere che il progetto preliminare del giardino non era stato neppure inserito nell’elenco complessivo delle opere pubbliche dal Comune di Chieri.
Suscitando un incredulo disappunto, il Comune ha proposto di investire soldi ed entusiasmo esecutivo in un altro luogo, nella fattispecie, il Parco del Pellegrino. Dopo un malinconico sopralluogo, la proposta è stata rifiutata, poiché del tutto avulsa da ogni significato che aveva dato luogo al progetto originale.
Il sospetto che il Comune volesse spedire l’iniziativa altrove, lavandosene le mani del Giardino senza Età, si è fatto più concreto in seguito ad altre, barocche motivazioni, es: il transito di una pista ciclabile, un possibile accesso a un parcheggio sotterraneo (se mai si farà), quindi, a motivi cautelari legati all’inquinamento di quell’area, a causa di fanghi industriali ereditati dall’attività dell’ex manifattura.
Quest’ultimo è un tema inquietante che meriterebbe un’indagine a sé, poiché se davvero la zona non è salubre, e il Comune lo sa, bonificarla diventa una priorità. Ma qui lo scenario si fa scomodo, poiché il passato industriale di Chieri ha lasciato rifiuti occulti in molte zone. Impegnativa eredità che va portata alla luce.
In questo quadro sottaciuto, stride il parcheggio posto sullo stesso sito, concesso anche al festival della birra e concerti senza la medesima, balsamica attenzione destinata al Giardino Senza Età. Una cautela diversificata che presenta molti controsensi e alimenta più di un dubbio.
Pertanto, in data 6/11 u.s. è stata richiesta chiarezza sulla reale fattibilità del giardino, poiché molti donatori privati, amareggiati dalla prassi, hanno iniziato a chiedere la restituzione delle somme devolute.
Poiché “contro la forza la ragion non vale”, oggi pare che il sogno si sia infranto contro un faraonico progetto di riconversione della Tabasso, che in teoria richiederà anni e milioni di euro. Un progetto che chissà se, come e quando andrà a compimento, all’interno del quale, un curato e naturalistico Giardino Senza Età, avrebbe comunque fatto bella mostra di sé. Anche per questo, alcuni sognatori di quel piccolo ecosistema urbano, non hanno intenzione di gettare la spugna.
Resoconto degli eventi redatto col contributo di Cristina Favaro, Ornella Angelino, Livia Papi e Dario Trosso
Carlo Mariano Sartoris