Santena. Lo scrittore in piemontese Gabriele Gariglio, santenese, premiato a Roma al concorso Salviamo la tua Lingua locale

Festeggiato a Santena dal sindaco Roberto Ghio e dal consigliere regionale Davide Nicco: «Impegno meritevole per la nostra lingua»

 

Ghio, Gariglio e Nicco

Lo scrittore e poeta in lingua piemontese di Santena Gabriele Gariglio ha conquistato a Roma l’argento nel podio del Concorso nazionale Salviamo la tua Lingua locale, organizzato dall’Unpli – Unione Nazionale Proloco d’Italia in collaborazione con la Lega delle Autonomie Locali Italiane.

L’autore santenese ha ottenuto il 2° posto assoluto su 354 concorrenti autori di componimenti in uno dei molti dialetti o lingue locali della Penisola, con il racconto inedito in prosa Cheur ëd buracio. La cerimonia di premiazione si è tenuta a Roma, in Campidoglio, lo scorso 7 dicembre 2023.

La Città di Santena con il sindaco Roberto Ghio gli ha così dedicato questo pomeriggio un simbolico e affettuoso tributo a Palazzo Comunale, al quale è intervenuto anche il consigliere regionale Davide Nicco che ha voluto congratularsi con lo scrittore attraverso una lettera.

«Da piemontese suo vicino di casa – scrive Nicco nella sua menzione – la cosa mi riempie d’orgoglio perché porta la lingua e la cultura della nostra regione alla ribalta nazionale. Questo risultato dà ancora più importanza e continuità al lavoro che lei sta facendo da anni e che l’hanno vista premiata in tanti concorsi letterari, da “I pignatè ‘d Castlamont” al premio speciale “Distretto del Cibo” al concorso “Parole nel cassetto” passando per ben due riconoscimenti nell’ambito del “Premio Airali”. La nostra lingua troppo spesso non viene valorizzata adeguatamente e il suo impegno per diffonderla è assolutamente meritevole, e spero che sia da esempio per tanti giovani che, soprattutto nei centri urbani, conoscono poco il piemontese».

Cheur ëd buracio di Gariglio è una fiaba di Natale e racconta la storia di un pupazzo di neve costruito dalle mani dei bimbi di una scuola. Prima di sciogliersi al sole, il pupazzo lascia generosamente tutto ciò che ha di sé stesso. I pezzetti di pane secco che fungono da bottoni del mantello ai passerotti affamati, la carota del naso alle lepri, la cuffia e il mantello a un mendicante infreddolito. Alla cerimonia in Campidoglio la fiaba è stata letta dall’autore in lingua originale, con traduzione italiana in diretta sullo schermo.