CHIERI. SORPRESE DI ARTE E STORIA. Proliferazione di cappelle nel Duomo. In origine erano la metà…
Il Duomo di Chieri oggi conta venti cappelle. Ma non è stato sempre così. Originariamente erano circa la metà, perché quasi tutte erano grandi il doppio di come sono ora. Ma c’erano anche tanti altari “di famiglia” addossati alle colonne e ad ogni minimo spazio libero: il che, oltre ad essere liturgicamente sbagliato, creava un enorme senso di confusione. Le cose cambiarono quando il Concilio di Trento (1545-1563) stabilì che nelle chiese gli altari “di famiglia” dovevano stare soltanto nelle cappelle e che si dovevano eliminare tutti gli altri. Mons. Angelo Peruzzi, vescovo di Sarsina, incaricato di verificare che quella disposizione venisse attuata anche nella diocesi di Torino, nel Duomo di Chieri fece demolire una quindicina gli altari. Il che produsse un effetto collaterale. Molti di coloro chi si era visti privare del loro “altare di famiglia”, si accordarono con alcuni proprietari di cappelle perché le dividessero in due parti e ne cedessero una a loro. Fu così che i Broglia, titolari della cappella delle Reliquie, nel 1649 ne cedettero metà al marchese Giorgio Turinetti di Priero, che ne fece la cappella della Beata Vergine del Suffragio. I Balbiano di Viale, titolari della cappella di Santa Croce, attorno al 1646 ne cedettero metà ai Balbiano di Colcavagno che ne fecero la cappella della Madonna del Carmine. Il Comune di Chieri, dopo la peste del 1630, per poter costruire la cappella della Madonna delle Grazie chiese, ed ottenne, da Aurelio Valimberti metà della cappella di San Giuliano. I Villa di Villastellone cedettero metà cappella di Santa Basilissa “la nuova” alla Corporazione dei Sarti che ne ricavarono la cappella di Sant’Anna. Nella navata destra c’era una sola cappella doppia, quella di San Lorenzo, appartenente ai Tabussi: nel giugno del 1600 anche questa venne divisa a favore della famiglia Berra che vi eresse la cappella della Visitazione.
Antonio Mignozzetti