Chieri e non solo. Indagine sui dossi che cambiano le nostre strade

Non solo fastidiosi, ma anche un paradosso per veicoli di soccorso, oltre che pericolosi per ciclisti e motociclisti

 

L’invasione dei dossi su cui saltellano gli automezzi d’Italia è sempre più inspiegabile. È quindi giunto il momento di andare alla ricerca del buon senso perduto e le meglio verità, perché il problema è diventato serio per i feriti trasportati sulle ambulanze, per i mezzi dei vigili del fuoco, per i mezzi pubblici e per molti cittadini afflitti da dolorose patologie, puniti da buche, gobbe e sobbalzi che sono una vergogna per le nostre strade e per una scorrevolezza ormai dimenticata. Senza escludere gli ammortizzatori delle utilitarie e di certi incidenti in cui sono stati coinvolti gli utenti delle due ruote.

Fonti attendibili indicano che si tratti di svelti progetti elaborati nel nome della sicurezza stradale, per poter spendere i fondi del PNRR

Ma perché tanta controversia intorno a una problematica che confonde sicurezza stradale con buon senso e civiltà? Il viaggio ha inizio approfittando, come fan tutti, di quella saggia Costituzione che dovrebbe segnare la via:

art. 32. La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

È lecito pensare che l’origine dei malintesi che hanno permesso a molti Comuni di realizzare Attraversamenti Pedonali Rialzati (alias dossi) esagerati, in luoghi vietati dal buon senso e da chiari riferimenti ministeriali, è da ricercare su una legislazione frammentaria e bizantina, da ripercorrere cercando di mettere ordine.

La genesi della saga si può far risalire all’art. 179 comma 5 del regolamento di attuazione del N.C. d S. del 1992 che, riferendosi ai dossi artificiali, specifica: “ne è vietato l’impiego su strade che costituiscono itinerari preferenziali per servizi di soccorso o pronto intervento.

In quel 1992, i dossi artificiali avevano fatto la loro comparsa ed erano una novità. Si trattava di quelle cunette plastiche gialle e nere delle quali ancora oggi se ne trova qualcuna. Ebbero successo, ma per impedirne un abuso, era ovvio che occorreva legiferare sulla novità.

I dossi artificiali furono quindi inseriti nella famiglia dei rallentatori di velocità. Gli attraversamenti pedonali rialzati, in quella fine del ‘900, rari e presenti soprattutto nei pressi delle scuole, furono disgiunti dai dossi e non furono delimitati con le medesime, precise attenzioni, né teorica limitazione.

Questo vuoto legislativo è stato l’origine storica del male 

In seguito, il Ministero dei LLPP, nella nota 1-7-2001 n. 2867, distingue gli attraversamenti pedonali rialzati dai dossi, poiché la geometria è diversa e non possono essere segnalati come rallentatori di velocità, ma il vuoto legislativo è rimasto.

Si deve attendere la Circolare 3698- 08/06/2001 del Ministero dei LLPP, dove nell’allegato 2 bis: Piani Della Sicurezza Stradale Urbana, si danno appuntamento misure che danno un apparente via libera a ogni attraversamento sollevato e cementizio, specificando le misure precise. Dopo alcuni capoversi però è segnalato che se di lunghezza inferiore a 10-12 m le piattaforme rialzate sono classificate dossi.

Qui la logica incontra la verità. Infatti, se i dossi artificiali sono vietati su strade di transito per mezzi di soccorso, e le piattaforme rialzate, se inferiori ai 10 m sono classificate dossi, vanno rimosse poiché i dossi artificiali possono essere posti in opera solo su strade residenziali, nei parchi pubblici e privati, nei residences, ecc. (DPR 16 aprile 1992 – art 179). Eppure, nonostante plurimi reclami, da anni i sindaci dei conglomerati urbani interessati, non mollano la presa su alcuna loro decisione. Un mistero di portata intellettuale.

Un ulteriore richiamo a un impiego razionale dei dossi, lo si ritrova sulla Circolare 3698-2001 (documento di 72 pag.), dove si rinnovano raccomandazioni nella posa in opera con riguardo verso i veicoli di trasporto pubblico e di pronto intervento.

Per il lettore che ama approfondire, le disposizioni per dossi e attraversamenti si trovano a pagina 41, capoverso: […] l’installazione di limitatori di velocità e l’adeguamento della segnaletica stradale, fino a metà di pagina 42, delle 73 di tutto il documento, dove vi sono riferimenti alla larghezza di 10-12 m delle piattaforme, altrimenti reputate dossi, tutta una serie di rallentatori alternativi e divieti di posa in opera se di ostacolo a veicoli di trasporto pubblico e di pronto intervento dalla seguente circolare. Link:

https://mit.gov.it/normativa/circolare-numero-3698-del-08062001

Per vedere “oltre il dosso” e cercare di valutare se i diritti e doveri dei cittadini sono amministrati in modo equo e competente.

Di seguito, l’argomento dossi-attraversamenti pedonali rialzati si inoltra in una dialettica tra sordi. Vi sono stati ricorsi al Tar da parte del 118, articoli su giornali e su riviste specializzate. Questo e altro, l’argomento, sempre lo stesso: i dossi spaccano, fanno male, sono fuori dalla normativa.

Nonostante le proteste, non è cambiato niente e l’impressione di contare sempre meno ci scorre ad-dosso, vittime di una gestione politica sempre più vassalla dei colossi di una finanza che privilegia scelte fatte col pallottoliere. Una tra tutte è la graduale svendita della sanità pubblica a un manipolo di gruppi privati. È un affare da 19 miliardi annui. Dunque, un intrigo dossi + autovelox + rotonde, da parte dei Comuni, per spartirsi il malloppo del PNRR nel nome della sicurezza stradale, è concesso al dubbio.

Una decina d’anni fa si poteva reagire. Qui di seguito alcuni brani di motivazioni ben espresse da conducenti del 118, in un ricorso andato a segno e che può far testo:

rimozione di attraversamenti pedonali rialzati nel Comune di Ardea, dopo un ricorso al Tar dell’ass. laziale conducenti del 118 Co.ES del 2011:

“…Tecnicamente i dossi o attraversamenti pedonali rialzati obbligano a rallentare, gli automobilisti in genere, ma altrettanto, i veicoli di soccorso in emergenza. Molto spesso […] I veicoli di soccorso sono costretti a rallentare fino a fermarsi, ricevere forti vibrazioni e poi ripartire per raggiungere di nuovo la velocità relativa all’emergenza. Mediamente, per ogni “dosso” si perdono circa 30/40 secondi e si ricevono scosse dannose per veicolo, pazienti ed equipaggi”.

… Stando alle consegne del Ministero della Salute 11/2010: Morte o grave danno causati da un’anomalia nel sistema di trasporto intra ospedaliero ed extra ospedaliero, vi è un forte nesso con la rapidità di trasporto. Il soccorso per il paziente, sia in attesa di essere raggiunto, oppure già trasportato, è legato al tempo”.

Il 118 poi specifica: “anche agli effetti aggravanti causati dalle irregolarità stradali di ogni tipo (…), dossi e attraversamenti pedonali rialzati, fuori norma e “mimetizzati” , come se fosse l’unica soluzione per far rallentare i veicoli. […]. Il rilevamento ISPESL (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro), effettuato nel 2010, quando dossi e attraversamenti pedonali rialzati erano più rari, indica livelli di vibrazioni che nel percorso urbano, superano 15 m/s2, valore limite per brevi periodi previsto per i lavoratori dal  D.Lgs 81/ 2008, anche per mancanza di ammortizzatori sulle barelle appoggiate sul pianale delle ambulanze”.

Non solo disagi sulle ambulanze, ma morti sui dossi & altri danni collaterali

ANSA-28 luglio 2019. ACMA: “un decesso su 10 degli utenti su due ruote è dovuto a buche e ostacoli in strada. Per quanto riguarda i motociclisti e i ciclisti feriti a causa delle trappole stradali la cronaca è infinita. Mentre le autovetture riportano solo danni meccanici, tra utenti delle due ruote e buche o dossi invece, è guerra aperta”. Cos’altro dire?

A questo punto, il materiale non manca. Volendo, è lecito immaginare una petizione popolare online tramite la piattaforma change.org. L’impressione di contare sempre meno serpeggia in ogni cittadino, perciò, ricordando un celebre brano di Antonello Venditti:… dosso o non dosso … Arriveremo a Roma?… Almeno per quello.

 

Carlo Mariano Sartoris

(dal quotidiano online Civico20 News)