CHIERI. SORPRESE DI ARTE E DI STORIA. Nel coro del Duomo la raffigurazione di un frutto raro
Osservando il coro ligneo quattrocentesco del Duomo, situato (o, meglio, nascosto) dietro l’altar maggiore, si nota immediatamente che sui dossali degli stalli, dove in genere gli artisti davano sfogo alla loro fantasia e alla loro bravura scolpendo o intarsiando complesse scene bibliche, vite di Santi, architetture e paesaggi, gli scultori pavesi Urbanino e Baldino da Surso, autori di questo capolavoro, hanno preferito rappresentare semplicemente alberi, piante e frutti collocati all’interno di eleganti cornici trilobate.
Ma non alberi, piante e frutti qualsiasi, bensì alberi, piante e frutti caratteristici dei boschi e delle campagne piemontesi: il cardo (Cynara Cardunuculus); il nocciòlo (Corylus Avellana); il castagno (Castanea Vesca); il nespolo (Mespilus); il fico (Ficus Carica); la malva (Malva Sylvestris) e il giglio (Lilium Candidum).
Ma una sorpresa nella sorpresa è costituita dal fatto che la nespola che compare nel coro non è quella comune, gialla, che si vede in moltissimi orti del Sud e del Nord, ma il frutto dalla pelle ruvida e scura, con sulla punta una curiosa appendice spinosa a forma di piccola corona: un tipo di nespola molto raro nelle altre regioni d’Italia, ma abbastanza raro anche in Piemonte. Il suo nome scientifico suona: Mespola Germanica. Comunemente viene chiamata nespola, come l’altra più comune. Ma i Piemontesi doc la chiamano con un nome specifico: “PUCIU”. (E non può non venire in mente la canzone nella quale Erminio Macario chiamava teneramente la donna amata “Puciunin”, cioè “piccolo puciu”).
Antonio Mignozzetti