Nizza Monferrato. Nella biblioteca presentazione del libro“Fiori nel deserto. Testimonianze di Giusti fra le Nazioni” con l’autrice Gianna Menabrez.

Giovedì  scorso nei locali della biblioteca civica “Umberto Eco” di Nizza Monferrato, nell’ambito della rassegna “ Sfumature di Libri in Nizza, con il supporto del Teatro degli Acerbi, Il primo appuntamento è stato la presentazione del libro “Fiori nel deserto. Testimonianze di Giusti fra le Nazioni” con l’autrice Gianna Menabrez. Ha introdotto l’incontro l’assessore alla cultura Ausilia Quaglia che ha  ribadito che era da un po’ di tempo che si voleva parlare dei Giusti, che indica coloro che hanno agito in modo eroico per salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista. Se né voluto parlare soprattutto perché il 6 marzo è la Giornata dei Giusti e come dice il Talmud: “ Chi salva una vita, salva il mondo intero”. A Nizza è presente il Giardino dei Giusti, dove sono ricordate alcune persone, fra le altre  anche nicesi che si sono spese per gli altri. La Menabrez ha conosciuto una famiglia di Loazzolo e si è sentita in dovere di prenderne le memorie  e di raccontarle in un libro, dedicato a tre famiglie che aiutarono la famiglia Luzzatti di religione ebraica a nascondersi. I nomi di queste persone semplici e generose sono scolpite nel memoriale dell’Olocausto che ricorda le vittime della folle persecuzione razzista e rende il giusto onore a tutti quelli che hanno messo in pericolo la loro vita,  al fine salvarne altre, ricordati per sempre fra “i Giusti tra le Nazioni”.  Teresa, è una deliziosa donna di 90 anni, e i suoi due figli sono lo specchio della storia di questa famiglia. Semplici mezzadri al tempo della guerra, con grave rischio per la loro vita, si erano sacrificati per accogliere in casa una famiglia ebraica. Teresa a quel tempo era una ragazzina di 15 anni e l’insegnamento le era venuto dall’esempio all’accoglienza e alla generosità di gente semplice, che metteva in atto questi sentimenti, solo mossi da una grande umanità. Anni terribili nei ricordi di Teresa, ultima testimone della famiglia Brandone che ospitò negli anni della persecuzione ebrea, la famiglia Luzzati, sfollata da Genova, fra i quali si trovava anche Lele. Teresa  era figlia di due Giusti fra le Nazioni e abitavano in una cascina particolarmente isolata. Proprio questo isolamento aveva spinto il genero, uomo generoso e coraggioso, a chiedere l’aiuto degli suoceri per ospitare una famiglia di sfollati di Genova. “Cercavano un rifugio sicuro e pur avendo scoperto in un secondo tempo che si trattava di ebrei, mio cognato disse “male non fare, paura non avere.   Nacque subito un grande affetto fra di noi. Noi ragazzine non facemmo mai parola di quei “parenti venuti dal mare” e mio padre scavò in fondo alla vigna una grotta tra i rovi affinchè, al minimo pericolo, potessero trovarvi rifugio”. Una bambina nacque dopo la guerra, perché appunto i suoi genitori erano stati salvati dai Brandone. “Io sono nata dopo la guerra, non sono una sopravvissuta, ma se non fosse stato per persone come i Brandone, anche io oggi non sarei qui in questo mondo”. L’esempio dei Giusti è un qualcosa su cui su deve battere, perché i ragazzi di oggi molto spesso hanno solo esempi negativi, mentre ci sono stati esempi positivi di persone che non hanno guardato il loro interesse, ma si sono spese per la loro vita e quindi è giusto conoscerle e ricordarle.

Alessandra Gallo