CHIERI CHIEDE CHE IL NUOVO CODICE DELLA STRADA RISPETTI IL PIANO NAZIONALE PER LA SICUREZZA STRADALE

Il Pd: “Bisogna tutelare gli utenti più vulnerabili e non limitare l’autonomia dei Comuni su Zone 30, piste ciclabili e Ztl”

 

Eliminare dalla riforma del Codice della strada tutte le norme in contrasto con il Piano nazionale di sicurezza stradale (che persegue la visione ‘zero vittime’) e le norme che limitano l’autonomia di intervento dei Comuni sulla gestione della mobilità urbana e della viabilità stradale, e promuovere interventi finalizzati a potenziare il trasporto pubblico locale e la creazione di ‘Città 30’è quanto previsto nell’Ordine del Giorno approvato dal Consiglio comunale di Chieri (15 voti favorevoli, quattro voti contrari e tre non votanti). Prime firmatarie del documento sono le consigliere comunali Clara BRAMARDI (Sicchiero per Chieri Si), Manuela OLIA (Partito democratico) e Mariella TAGLIAVIA (Chieri Ecosolidale).

«I dati ci dicono che il 73% delle collisioni avviene in ambito urbano e le principali cause di morte sono l’eccesso di velocità (23%), la guida distratta (20%) e la mancata precedenza ai pedoni sugli attraversamenti (17%)-dichiara la consigliera Manuela OLIA (Pd)-L’impostazione del nuovo Codice voluta dal ministro Salvini è incoerente, repressiva per alcuni aspetti, e lassista verso le principali cause che attentano alla sicurezza delle persone. Le nuove norme rendono più difficile non solo installare gli autovelox, ma, intervenendo sull’autonomia dei Comuni, anche attivare le Zone 30 e realizzare le piste ciclabili. Insomma, si ostacolano tutti gli interventi volti a rendere il traffico della città meno impattante per gli utenti più fragili della strada. Non si tratta solo dei ciclisti, ma dei pedoni e di tutta l’utenza debole, oltre che della sicurezza degli stessi automobilisti. Non solo come amministrazione comunale condividiamo la posizione delle associazioni delle vittime della strada, contrarie a questa riforma, ma non intendiamo tornare indietro rispetto all’impostazione su cui si basa il Piano Generale del Traffico Urbano, approvato lo scorso mese di giugno, che mette al centro proprio le utenze più fragili per rendere la nostra città più sicura e più vivibile».

«A Torino l’auto viene usata nel 60% degli spostamenti, mentre a Bolzano il 28% degli spostamenti avvengono in bicicletta ed il 25% in auto-aggiunge la consigliera Gaia GUNETTI (Pd)-Sostenere e permettere che ci siano le “Città 30” significa mettere al centro le persone e non il traffico. Bologna dopo solo otto settimane di “Città 30” (15 gennaio-10 marzo 2024) ha già registrato un calo del 16,6% degli incidenti. Meno velocità vuol dire meno incidenti e meno gravi. Un dato confermato da tutte le città europee che hanno intrapreso il percorso “Città 30”. (a Londra -25% collisioni totali, -25% morti e feriti gravi, -36% collisioni con utenti vulnerabili,  -63% pedoni investiti). Grazie a queste misure, che sono di prevenzione, si può salvaguardare la vita delle persone e azzerare le morti in strada».