PIEMONTE ARTE: BONOMI, DEMARCHI, UNIA, BERTELLO, AMELIA PLATONE, OTTAVIANO, STELLA, GATTI, CRIDA, CARLE’…
Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
NOVARA FESTEGGIA “LA GIORNATA DELLA TERRA” CON LE INSTALLAZIONI DI BONOMI
La Giornata della Terra indica il giorno in cui in tutto il mondo vengono celebrati l’ambiente e la salvaguardia del pianeta. Le Nazioni Unite celebrano questa ricorrenza ogni anno il 22 aprile. Alle celebrazioni ad oggi partecipano 193 paesi e tra questi, ovviamente, l’Italia. Numerose sono le comunità che si uniscono a queste celebrazioni e, tra le altre, quest’anno, ci sarà Novara.
In una sua conferenza stampa di lunedì 8 aprile infatti il Comune, rappresentato dal sindaco Canelli e dall’assessore alla cultura Piantanida (nella foto la conferenza), ha voluto far conoscere in anteprima quella che sarà l’iniziativa dell’Amministrazione per la Giornata della Terra 2024.
Si tratterà di un evento artistico che sarà direttamente correlato con le tematiche naturalistiche e ambientali. Piazza Garibaldi, nota come la piazza della stazione (area che tra l’altro la Giunta Comunale sta cercando di valorizzare in relazione all’attuale difficile situazione dell’ordine pubblico), diventerà dal 22 aprile lo spazio di una singolare mostra all’aperto, grazie a sei o sette grandi installazioni dell’artista novarese Corrado Bonomi.
Bonomi, nato a Novara il 20 marzo 1956, è stato tra gli esponenti del Concettualismo ironico italiano (nella foto una sua opera). Caratteristica essenziale della sua produzione è il forte senso ludico, che viene raggiunto attraverso l’utilizzo di singolari e affascinanti assemblaggi di variegati materiali, che caratterizzano, anche cromaticamente, grazie ai colori accesi, le sue installazioni.
Conosciuto forse più a Torino e in altre regioni e paesi che non a Novara, in relazione alle sue molte esposizioni personali e collettive, che hanno avuto successo di pubblico e critica, dal 1993 ha iniziato la sua collaborazione con il Museo A come Ambiente di Torino e nel 1995 si è poi impegnato con il Dipartimento Educazione del Museo d’Arte contemporanea del Castello di rivoli. Obiettivo dell’artista non è solo quello di stimolare l’immaginazione e la creatività degli allievi, ma anche di sensibilizzarli al riciclo e al riutilizzo, con spirito ambientalista.
Risulta quindi molto appropriata la scelta del Comune di Novara di individuare in Corrado Bonomi l’artista che, significativamente e validamente dal punto di vista tecnico-professionale, può aiutare tutti a festeggiare con successo la Giornata della Terra del prossimo 22 aprile.
Nella conferenza stampa è stato anticipato che le grandi installazioni toccheranno temi e soggetti direttamente correlati con la tematica terra e ambiente. Bonomi proporrà presumibilmente in tutto il giardino della piazza della stazione opere, alte anche tre metri, che proporranno oggetti e soggetti già da lui affrontati in passato, anche se con dimensioni e in spazi diversi. Grandi vasi, piante e coloratissimi oltre che personalissimi fiori… questo e tanto altro ci aspetta il 22 aprile.
E’ doveroso ricordare che l’iniziativa è anche resa possibile dall’Associazione culturale Solart, con il suo presidente Giuseppe Barbera (Ceo Gruppo Zenit), e siamo sicuri che allieterà i Novaresi così come tutti coloro che giungeranno alla stazione ferroviaria; una sorta di biglietto da visita che, per la particolarità dei suoi soggetti, allieterà sicuramente anche famiglie e bambini.
Enzo De Paoli
ROBERTO DEMARCHI PAGINE D’ARTE DA TORINO A CHERASCO
Il discorso pittorico di Roberto Demarchi si sviluppa, nei mesi di aprile e maggio, da Torino a Cherasco, attraverso intense, meditate, interiorizzate pagine d’arte e riflessioni.
Nel suo studio torinese di corso Rosselli 11 presenta l’esposizione “Forma Parola Musica”, in cui unisce musica e pittura, l’energia evocativa del colore e la penetrante incisività della linea, che circoscrive una forma astratta o una struttura geometrica.
In particolare – sottolinea Roberto Demarchi – ciò che “meglio descrive l’invisibile è la pittura. Quando il “logos”, cioè la parola e il pensiero che essa sottende, si accompagna alla musica e alla pittura, l’assoluto e il sublime non sono poi così lontani” (Info e visite:rb.demarchi@gmail.com, www.robertodemarchi.info).
E dall’”Autoritratto in Perì Physeos” a “Gustav Mahler, “Prima sinfonia”, primo movimento”, alla sezione “Attraverso il tempo”, si delinea l’ampia rassegna “Roberto Demarchi. Della natura” allestita e visibile a Palazzo Salmatoris di Cherasco fino al 19 maggio(via V.Emanuele 31, orario:mercoledì-venerdì15-19, sabato, domenica e festivi 9,30-12,30/15-19, Info:0172/427050).
Organizzata dall’Associazione Cherasco Cultura, presieduta da Diego Maria Lanzardo, in collaborazione con il comune di Cherasco, Sindaco Carlo Davico e Consigliere delegato alla Cultura Sergio Barbero, la mostra pone l’accento sul percorso espressivo e creativo di Roberto Demarchi, sulla indiscussa capacità di fondere mito e dimensione contemporanea, poesia e ricerca, pensiero e parole, filosofia presocratica e “l’infinita saggezza
dei miti antichi”.
In questa visione d’insieme si coglie la profondità artistica e culturale dell’artista torinese, il clima di un’esperienza sempre estremamente controllata nella resa dei soggetti interpretati secondo una rappresentazione scandita dall’incedere penetrante della luce che accende e definisce il continuo e inesausto dialogo tra l’autore e la materia, il segno e una scrittura che consegna al tempo l’essenza di un racconto per immagini, colori e emozioni. Mentre Claudio Strinati parla di “una pittura astratta che ha precedenti illustri, italiani e stranieri, ma il suo modo di esprimersi è veramente unico e singolare e non può essere rapportato ad altre esperienze”. E lo storico Antonio Paulucci afferma che “Un’operazione di questo genere con il mezzo espressivo non della parola letteraria, ma del linguaggio figurativo, non era mai stata tentata prima. Non almeno, in maniera così vasta e sistematica…è una inedita avventura, è uno squisito azzardo che merita tutta la nostra ammirazione”.
Angelo Mistrangelo
RACCONIGI. MOSTRA DI SERGIO UNIA “L’INCANTAMENTO DELLA FORMA
CONDOVE. GUIDO BERTELLO MEMORIA INTIMA
Dal 20 aprile al 12 maggio 2024
Antica Chiesa romanica di San Rocco, via Cesare Battisti – Condove Orari: mercoledì 10/12; venerdì 16/18; sabato e domenica 10/12 – 16/18 Info: 335.5258207 – gallerialosano@gmail.com | 346.1472970 ele.piacentini@gmail.com
Sabato 20 aprile 2024 alle ore 16.00 inaugurerà la mostra Memoria intima di Guido Bertello allestita presso l’antica chiesa romanica di San Rocco in via Cesare Battisti a Condove (TO) e sarà visitabile fino al 12 maggio 2024, organizzata dagli Amici della Chiesa di San Rocco e l’Associazione Culturale “ELEVAL – Momenti d’Arte” in collaborazione con la Galleria Losano Associazione Arte e Cultura di Pinerolo (TO) e la famiglia Bertello. In questa mostra che vuole ricordare Guido Bertello nei trent’anni dalla sua scomparsa, verranno presentate una ventina di opere storiche, tra quelle ritenute maggiormente rappresentative della sua “memoria intima”, immagini interiori e frammenti di un mondo scomparso, rimaste inamovibili nel suo inconscio, dipinte tra il 1970 e il 1982.
Completano la mostra diversi disegni preparatori a matita, china e biro oltre ad alcune tecniche miste inedite, in sala un video biografico e una piccola selezione delle tavole e copertine illustrate negli anni ’60 del secolo scorso per le maggiori case editrici italiane. La forte selezione è dettata dalla scelta di far conoscere gli intensi stati d’animo che hanno caratterizzato le vicende adolescenziali e giovanili dell’artista, più che mai affine alla condizione umana contemporanea.
I fantasmi del tempo, i ricordi dell’infanzia, le inquietudini di un’intera esistenza, contraddistinguono alcuni dei momenti della stagione artistica di Guido Bertello. Una stagione caratterizzata da una ricerca di immagini segnate dall’angoscia di vivere, dai turbamenti giovanili, dal ricorrente incontro tra l’uomo e i propri sogni, le mancate certezze, i silenzi che divengono inconfessate solitudini. Bertello, quindi non è solamente pittore di interni, di rasserenanti nature morte, di giardini fioriti, ma, come ha più volte suggerito, e anche interprete dell’uomo contemporaneo con tutte le sue incongruenze, con le speranze, con il progresso tecnologico. Vi è nelle sue pagine l’intento di andare al di là del vero per consegnarci la segreta identità dei suoi personaggi che, talora, trasmettono il pathos delle fi gure di Giacometti. E sono proprio le fi gure della zia Paola, dell’uccellino di latta, del Luna Park, che concorrono a definire il suo impegno mai venuto meno nel tempo, ma sempre scandito tra incommensurabili e rarefatte atmosfere è uno studio ricco di storia, di oggetti di testimonianze.
Angelo Mistrangelo
ASTI. FONDAZIONE GUGLIELMINETTI. OMAGGIO AD AMELIA PLATONE. LA LINEA TRACCIATA
Nel trentesimo anniversario della scomparsa, la Fondazione Eugenio Guglielminetti promuove un omaggio alla personalità di Amelia Platone (Asti 1927- 1994), al coerente magistero artistico e culturale. Docente ed attiva protagonista del Secondo Dopoguerra, fu tra i fondatori della Società Promotrice Belle Arti di Asti (1947) e di Torino (1948), della Galleria d’Arte “La Giostra” di Asti (1967), del Piemonte Artistico e Culturale di Torino, consulente per i Beni Artistici del Comune di Asti (1976-1985).
Sabato 20 aprile 2024 alle ore 17 presso la sede della Fondazione Eugenio Guglielminetti in Palazzo Alfieri (Asti, corso Alfieri 375) sarà inaugurata la mostra “Amelia Platone. La linea tracciata”, in collaborazione con Fondazione Asti Musei, Comune di Asti, Provincia di Asti e con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, Assicurazione Reale Mutua- Agenzia di Asti e Banca Reale ( visitabile fino al 26 maggio 2024 tutti i giorni dalle ore 10 alle 19).
Il progetto espositivo, a cura di Marida Faussone, Eugenia e Rita Castellana, presenta una selezione di trentacinque opere (disegni, incisioni su linoleum, acquarelli e tempere su carta) appartenenti a collezioni private. Alcune storiche testimonianze furono esposte in occasione della mostra “Amelia Platone. Tematica di quattro decenni”, ordinata presso il Centro Comunale di Cultura della Città di Valenza dall’8 dicembre 1990 al 6 gennaio 1991. L’ampia retrospettiva conseguì prestigiosi consensi di critica e pubblico. In catalogo, a cura dell’Amministrazione Comunale di Valenza, la presentazione di Valerio Miroglio, testimone “del gruppo di pittori che si riunivano intorno alla Galleria La Giostra”, ricostruisce la vocazione creativa di Amelia: “ Mentre noi andavamo annaspando alla ricerca del nuovo, Amelia aveva già avuto un maestro: la sua ricerca seguiva un filone già delineato, non solo sul piano tecnico, ma anche nella filosofia che lentamente la allontanavano dal Maestro per diventare la pittura di Amelia Platone”( 1991).
Durante la frequenza all’Accademia Albertina (1948- 1952), ove conseguì i Premi Avondo e Uberti, il maestro Felice Casorati aveva intuito le naturali doti compositive della giovane Amelia, il “segno sensibile, la costruzione armonica, sostenuta”, sulla cui struttura l’Artista rielaborò la ricerca espressiva in svariate tecniche e nella pratica dell’incisione, coltivata dalle prime lezioni di Filippo Scroppo e consolidata sotto la guida di Marcello Boglione e di Mario Calandri.
La mostra sarà visitabile dal 20 aprile al 26 maggio 2024 tutti i giorni dalle 10 alle 19.
Info: www.museidiasti.com; www.comune.asti.it; museoeugenioguglielminetti.it
Durante l’inaugurazione, il pubblico sarà accompagnato da letture di brani narrativi e poesie di Amelia Platone a cura del “Laboratorio Teatrale Fondazione Eugenio Guglielminetti”, coordinato da Noemi Priarone, referente delle Attività Didattiche della Fondazione E.Guglielminetti.
PHOS TORINO. FROM/TO #DODICIPERDICIASETTE. CARTOLINE DA TORINO: IL RACCONTO PER IMMAGINI DELLA TORINO DI PIERO OTTAVIANO DAGLI ANNI ’90
Lo sguardo del fotografo in 48 scatti in bianco e nero racconta in oltre 30 anni di riprese la bellezza intatta della città
Phos – Centro Fotografia Torino | Flashback Habitat
Da giovedì 18 aprile a venerdì 10 maggio
Inaugurazione: giovedì 18 aprile, ore 18
Vengono diffuse a Torino le cartoline di una città rivisitata: un percorso in 48 scatti in bianco e nero, formato 12×17, che racconta per immagini la Torino di Piero Ottaviano dagli anni ‘90 ad oggi. Attraverso il suo sguardo, l’autore preserva intatta attraverso il tempo la bellezza della città. FROM/TO #dodiciperdiciasette è il progetto diffuso che viene presentato con l’esposizione di alcune fotografie negli spazi di Phos – Centro Fotografia Torino, giovedì 18 aprile alle ore 18, e che rimarrà in mostra sino a venerdì 10 maggio.
Le cartoline saranno acquistabili anche all’interno dei bookshop dei principali musei della città e in diverse librerie torinesi.
FROM/TO è un progetto fotografico che si prefigge di suggerire quanto, nell’interazione di immagine e scrittura, la cartolina rimandi ad una relazione tra media. L’autore sceglie, per sottolinearlo, una caratteristica che possa dare realmente valore, forza e riconoscibilità all’operazione: la sua diffusione. La cartolina per sua natura viaggia, porta il suo messaggio altrove e sopravvive nel tempo.
La fotografia panoramica di Piero Ottaviano è il frutto di un lungo percorso, sviluppato in oltre trent’anni di pratica e studio nel campo della fotografia di architettura. Il formato panoramico gli consente di mettere in relazione gli edifici su vari livelli, dalle costruzioni che si trovano sullo sfondo sino a quelle in primo piano. Attua così un superamento delle due dimensioni, che permette di considerare tutto quello che ci circonda a 360°. Esiste sempre un soggetto dominante, ma al centro emerge la sua relazione con il contesto, con gli altri livelli e le altre visioni, al fine di produrre un’esperienza visiva più coinvolgente.
“La cartolina non è un medium contenibile, è sempre in mostra, nel suo essere vetrina della città che immortala. Affascinato dal potere comunicativo della cartolina che vive di vita propria e guidato dall’amore per la mia città, ho scelto la cartolina come mezzo nobile per trasmettere ed imprimere nel pubblico un’immagine. Prediligo il formato panoramico, guidato dal principio secondo cui il soggetto viene percepito in funzione di un determinato contesto. È, infatti, nella fusione tra immagine e scrittura, che la cartolina rimanda implicitamente alla relazione tra due persone, ma anche al suo significato legato ad uno spazio e quindi al suo contesto, con la volontà di condividere contemporaneamente un’esperienza visiva, un momento di vita e il godimento di bellezze iconiche. Un saluto diventa così occasione di conoscenza di un luogo.” racconta il fotografo Piero Ottaviano, autore di FROM/TO #dodiciperdiciasette.
TORINO, COLLEGIO SAN GIUSEPPE. MOSTRA PERSONALE DI GIORGIO STELLA
TAG – TORINO ART GALLERIES. RECONTEMPORARY E ROCCATRE ENTRANO IN TAG
L’Associazione TAG – Torino Art Galleries è lieta di accogliere due nuovi associati: la Galleria d’Arte Roccatre e Recontemporay.
La Galleria d’Arte Roccatre è una galleria con una proposta legata all’arte moderna e con-temporanea ed è una realtà torinese di riferimento per il collezionismo, diretta dal galleri-sta Alessandro Toppino.
Recontemporary è uno spazio di ricerca e avanguardia dedicata ai “new media art”, pre-sieduta da Iole Pellion di Persano, figura energica e competente in un ambito artistico dalla grande potenzialità e evoluzione.
La galleria Roccatre fu fondata a Torino nel 2003 da Luigi e Alessandro Vittorio Toppino nella sto-rica e centrale via della Rocca. Nella sua fase iniziale ha proseguito il percorso della galleria Le Im-magini, riconosciuta per l’attività di valorizzazione di artisti storicizzati del Novecento. Da una de-cina di anni dedica particolare attenzione al lavoro di artisti di fama nazionale ed internazionale del periodo compreso tra gli anni Cinquanta e Settanta, proponendo mostre personali e collettive e par-tecipando a fiere di fama internazionale.
Recontemporary è un club di videoarte, una community, un’associazione culturale e il primo spazio indipendente in Italia dedicato esclusivamente alla new media art. Rec promuove mostre e artisti multimediali e sviluppa progetti educativi sull’arte contemporanea e le tecnologie digitali. Fondato nel 2018, Recontemporary esplora l’impatto delle tecnologie digitali nell’arte contemporanea.
Lista delle Gallerie TAG
Galleria Giorgio Persano, Galleria Franco Noero, Galleria Simóndi, Tucci Russo Chambres D’Art, Photo & Contemporary, Gagliardi e Domke, CRAG – Chiono Reisova Art Gallery, Febo&Dafne, metroquadro, A PICK GALLERY, Galleria Umberto Benappi, Riccardo Costantini Contemporary, Weber & Weber, Galleria In Arco, Luce Gallery, Recontemporary, Roccatre.
IL “SEGNO” E LA STAGIONE CREATIVA DI VINCENZO GATTI
La Fondazione Amendola, in via Tollegno 52 a Torino, presenta una quarantina di opere di Vincenzo Gatti nella mostra personale “La permanenza del segno”, a cura di Armando Audoli(orario: lunedì-venerdì 9,30-12/15,30-19, sabato 10-12, sino al 5 maggio, Info: 011/2482970).
Si tratta di un’esposizione estremamente raffinata che copre un periodo dai primi anni ‘70 fino ai giorni nostri e, in particolare, documenta gli aspetti di una ricerca caratterizzata da controllate pagine di grafica, da un percorso scandito da disegni e rigorose incisioni e dalle recenti composizioni con immagini dalle cadenze interiorizzate e visionarie, realizzate a pastello grasso su carte patinate: da “Erinni” a “Sisifo”.
Torinese, Gatti è stato per un ventennio titolare della cattedra di tecniche dell’incisione all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino(di cui ha ricoperto il ruolo di direttore nel 1991 e 1992), subentrato ai suoi maestri Mario Calandri e Francesco Franco, mentre ha partecipato a importanti rassegne di grafica incisa come il Premio Biella, la Triennale di Milano e Biennale di Lubiana.
E le ultime opere rappresentano un’assoluta novità nel panorama espressivo di Gatti, un’occasione per cogliere l’essenza di una scrittura sicuramente intensa, a volte sottilmente inquieta, permeata da una vena di sospesa e poetica interpretazione di simbolici e coinvolgenti paesaggi.
Una mostra, quindi, che unisce le preziose acqueforti a rievocanti scenari del mito, le esperienze gestuali alle figure, sino ad alcune pregevoli terrecotte che sottolineano la continua volontà di Gatti di sperimentare tecniche tra forma e materia, in un’appassionata, vibrante e meditata definizione di un segno che diviene misura dell’essere e del divenire.
Angelo Mistrangelo
M.A.O. TRADU/IZIONI D’EURASIA RELOADED. FRONTIERE LIQUIDE E MONDI IN CONNESSIONE
Duemila anni di cultura visiva e materiale tra Mediterraneo e Asia Orientale
A cura di Nicoletta Fazio, Veronica Prestini, Elisabetta Raffo e Laura Vigo
12 aprile – 1 settembre 2024
MAO Museo d’Arte Orientale, Torino
Dal 12 aprile, il pubblico potrà visitare il riallestimento della mostra Tradu/izioni d’Eurasia, con cui il MAO celebra i 700 anni dalla morte di Marco Polo.
Fra le novità più rilevanti si segnalano numerosi prestiti prestigiosi dagli Uffizi, dalla Biblioteca Laurenziana di Firenze, dai Musei Civici di Bologna, dal Museo della Ceramica Duca di Martina di Napoli, e le opere site specific dell’artista franco-marocchina Yto Barrada.
Un articolato public program di conferenze, eventi musicali, proiezioni e performance arricchisce l’esposizione, proponendo al pubblico occasioni di riflessione e nuove letture della complessa e affascinante storia che da secoli si dipana sulle vie della Seta.
Il progetto di Yto Barrada è realizzato in collaborazione con la Fondazione Merz, dove l’artista realizzerà una mostra personale nell’autunno 2024. Yto Barrada è la vincitrice della quarta edizione del Mario Merz Prize, premio biennale istituito nel 2013 con l’intenzione di individuare e sostenere personalità nel campo dell’arte e della musica contemporanea in ambito internazionale.
In occasione del reload della mostra verrà presentato anche il riallestimento della galleria dei Paesi islamici dell’Asia, dove sarà esposto uno straordinario gruppo di tappeti Kerman, una particolare produzione di tappeti di epoca safavide (1501-1722) detti “a vasi”: 12 preziosi frammenti appartenenti alla Fondazione Bruschettini per l’Arte Islamica e Asiatica e un raro esemplare di grandi dimensioni proveniente dal MITA, il Museo Internazionale del Tappeto Antico di Brescia.
MAO Museo d’Arte Orientale
Via San Domenico, 11, Torino
BIGLIETTI
Intero 11€ – Ridotto 8€
ORARI
martedì – domenica: 10 – 18. Lunedì chiuso.
La biglietteria chiude un’ora prima. Ultimo ingresso ore 17.
BIELLA. ‘IL SIGNORE DEGLI ACQUERELLI: LE OPERE DI PIERO CRIDA’ AL MUSEO DEL TERRITORIO
L’inaugurazione sabato prossimo alle ore 17,30
Sabato 20 aprile, alle ore 17,30, al Museo del Territorio Biellese l’Assessore alla Cultura Massimiliano Gaggino inaugurerà la mostra Il Signore degli acquerelli: le opere di Piero Crida. Il titolo dell’esposizione è un chiaro omaggio a ‘Il Signore degli Anelli’ di J.R.R. Tolkien, di cui l’artista biellese realizzò, negli Anni ’70 del secolo scorso, la copertina della prima traduzione italiana pubblicata da Rusconi. Per questa ragione è noto agli appassionati del genere fantasy in quanto si tratta di un testo ‘culto’ per moltissime persone di ogni età, estrazione culturale e politica.
Piero Crida ha al suo attivo una vasta produzione artistica in molti campi diversi: ha realizzato numerosi lavori come grafico e designer ai massimi livelli in ambito nazionale, avendo lavorato, fin dagli anni Settanta, per firme quali Cosmopolitan, Etro, Missoni, Franco Maria Ricci, Pomellato, Rusconi editore, Gioielleria Sicard, Vogue, Zegna e altri. Ha disegnato una copertina per Mina e prodotto personalmente due album musicali, dimostrando personalità eclettica e feconda dal punto di vista creativo.
La mostra che si sviluppa nelle tre sale destinate all’allestimento delle esposizioni temporanee, è un excursus sulla produzione dell’artista sia in ambito nazionale, sia a livello locale. L’esposizione fortemente voluta dall’Assessore alla Cultura Massimiliano Gaggino, ha visto l’attiva partecipazione del presidente onorario del DocBi Centro Studi Biellesi, architetto Giovanni Vachino, data la lunga collaborazione e amicizia con l’artista. L’esposizione comprenderà degli audio, realizzati con la collaborazione di Beppe Anderi e Maurizio Pellegrini, che daranno voce all’artista, con possibilità di scaricarli tramite QR code.
La mostra Il Signore degli acquerelli: le opere di Piero Crida sarà visitabile gratuitamente dal 21 aprile al 2 giugno negli orari di apertura del Museo del Territorio Biellese (giov. 10/14 – ven. 14/18 – sab. e dom. 10/18).
ORMEA. MOSTRE “NON DI SOLO PANE, NON DI SOLE ROSE”
Rimarranno aperte il sabato e la domenica fino al 2 giugno
Dalla moda alla politica, dalla musica alla pubblicità: nelle sale che ospitano la mostra “Non di solo pane, non di sole rose” a Ormea, si celebra il coraggio, la resilienza e l’innovazione delle donne che hanno cambiato il mondo. Nelle diverse sedi espositive si possono vedere immagini, testi, vestiti, disegni e fotografie che documentano l’evoluzione del ruolo delle donne dal 1946 ai giorni nostri.
Il titolo “Non di solo pane, non di sole rose” si rifà ad uno sciopero del 1912 delle lavoratrici di quattro fabbriche tessili di Lawrence, in Massachusetts, per rivendicare, oltre a maggiori salari, anche più diritti e migliori condizioni di vita. Durante lo sciopero, un gruppo di giovani operaie si presentarono ai cancelli della fabbrica con uno striscione che esponeva una scritta che passerà alla storia: “We want bread and roses too”, “Vogliamo il pane ma anche le rose”. La frase ispirerà il titolo della famosa poesia “Bread and Roses”, di James Oppenheim, pubblicata nel dicembre 1912 sulla rivista “The American Monthly”.
Negli spazi espositivi al primo piano del Palazzo delle Meridiane, in Via Roma 3, la sala centrale è dedicata alle 21 donne che hanno fatto parte dell’Assemblea Costituente e al rilevante mutamento apportato dalla Costituzione Repubblicana, evidenziando i cambiamenti legislativi e normativi avvenuti. In un’altra sala sono illustrate, con testi e immagini, le conquiste sociali e i diritti acquisiti dalle donne nei decenni 50/80.
Una sala è dedicata al tema, purtroppo sempre attuale, della violenza nei confronti delle donne e alla situazione delle donne in alcune aree del mondo. Tra le immagini e le documentazioni su vicende emblematiche, come quelle delle sorelle Mirabal e di Franca Viola, spiccano le sequenze dei fotogrammi dell’episodio di violenza alla mamma e alla figlia da parte dei soldati delle truppe alleate nel film La Ciociara, interpretato da Sophia Loren.
Sotto il titolo “La vita sulle spalle”, sono raccolte le fotografie di donne extra-ordinarie della nostra zona, immagini in bianco e nero di donne dei territori dei Comuni dell’Alta Val Tanaro, da Nucetto a Ormea, impegnate in attività lavorative e sportive.
I visitatori potranno anche vedere un filmato, predisposto dai volontari del Nuovo Cinema Ormea, sulle conquiste sociali e politiche delle donne.
Nella Sala Colombo, al piano terreno del Palazzo Municipale, sotto il titolo Ghigliano & Ghigliano”, sono esposti i disegni dell’artista monregalese Cinzia Ghigliano, che illustrano il libro Lo specchio di Tina sulla vita di Tina Modotti, e le fotografie di Marilaide Ghigliano, fotografa torinese nata a Ceva, che raffigurano donne dei Paesi del Mediterraneo, riprese in momenti di tranquillità e socialità.
Nelle spazi al piano terreno della stazione ferroviaria è documentato, con testi, immagini, fotografie e oggetti, il rilevante cambiamento avvenuto nella moda femminile e il ruolo delle donne nell’arte, nel cinema, nella musica e nella televisione, accompagnato da un brillante filmato che presenta spezzoni di trasmissioni d’epoca.
Nel salone centrale sono esposti alcuni indumenti delle diverse epoche, da un vestito da sposa e un costume da bagno confezionati dalle sarte degli anni ’50 al vestito di Valentino di una sfilata degli anni ’80, oltre a sottovesti, vestiti e cappelli di forme diverse; in un’altra sala si possono ammirare oggetti in uso tra gli anni ’50 e gli ’80: giradischi, mangiadischi, transistor, le prime televisioni portatili, telefoni e radio d’epoca.
Interessante anche vedere le immagini delle “signorine buonasera” e del ruolo delle donne nelle pubblicità di quegli anni, oltre alle rubriche dei settimanali femminili, con i consigli su “come tenersi un marito” o “come accoglierlo alla sera quando torna a casa”.
In una sala sono esposti i lavori di alcune classi dell’Istituto Professionale Statale a Indirizzo Forestale di Ormea, che hanno rielaborato un fumetto dell’illustratrice, regista e scrittrice iraniana Marjane Satrapi sulla condizione femminile in un paese arabo e documentato la vita di due generazioni di donne del dopoguerra. Inoltre è esposto un lavoro delle locali Scuole Primarie e Medie sul ruolo rilevante che alcune donne hanno avuto nelle scoperte scientifiche.
I primi giorni di apertura della mostra hanno registrato un grande successo: le esposizioni sono state apprezzate già da centinaia di visitatori e vi sono prenotazioni da parte di scuole e gruppi organizzati.
La mostra rimarrà aperta fino al 2 giugno, tutti i sabati e le domeniche, oltre ai giorni di Pasquetta, il 25 aprile e il primo maggio, dalle 10 alle 12 e dalle 15,30 alle 17,30, orari di apertura dell’Ufficio Turistico.
PALAZZO MADAMA. MAX PINCKERS. STATE OF EMERGENCY. HARAKATI ZA MAU MAU KWA HAKI, USAWA NA ARDHI YETU
a cura di Salvatore Vitale
10 aprile – 2 giugno 2024
Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica
Piazza Castello, Torino
Nel tentativo di ricostruire e colmare i vuoti storici relativi al racconto ufficiale del periodo coloniale keniota, con la mostra State of Emergency – Harakati za Mau Mau kwa Haki, Usawa na Ardhi Yetu, a cura di Salvatore Vitale, EXPOSED Torino Foto Festival presenta dal 10 aprile al 2 giugno negli spazi di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica un progetto documentaristico di finzione, realizzato dal fotografo Max Pinckers in collaborazione con i veterani Mau Mau e i kenioti sopravvissuti alle atrocità della guerra. Si tratta della prima mostra dedicata al progetto, che con la sua straordinaria importanza storica anticipa la ricchezza del programma del festival che dal 2 maggio al 2 giugno porta in città alcuni tra i più interessanti esempi della ricerca fotografica internazionale.
State of Emergency – Harakati za Mau Mau kwa Haki, Usawa na Ardhi Yetu è un progetto documentaristico tutt’ora in corso, che attraverso rievocazioni dal vivo o “dimostrazioni”, crea una nuova visualizzazione della lotta per l’indipendenza dal dominio coloniale britannico che si svolse negli anni Cinquanta e che, mostrando oggi le esperienze del passato, vuole parlare a un pubblico futuro.
Il progetto intreccia archivi frammentari, fotografie di resti architettonici e simbolici del passato, siti di fosse comuni, dimostrazioni e testimonianze di chi ha vissuto ed è sopravvissuto alla guerra. Con gli archivi coloniali deliberatamente distrutti, nascosti o manipolati, questo progetto crea “documenti immaginati” per fare luce sugli angoli ciechi della storia, colmando lacune storiche.
Nel 2014, Max Pinckers è stato invitato all’Archive of Modern Conflict di Londra, dove si è imbattuto in una collezione di materiale di propaganda britannico degli anni Cinquanta relativo all’emergenza Mau Mau in Kenya, che è diventato punto di partenza di una lunga ricerca su uno degli episodi più violenti della storia coloniale britannica.
Il Kenya è stato colonia britannica dal 1885 al 1963; in reazione al dominio coloniale, i Mau Mau sono emersi come movimento per la libertà nel periodo precedente l’indipendenza.
La propaganda britannica ritraeva il movimento come una banda di selvaggi criminali, mentre meno nota è la brutale risposta dell’Impero alla rivolta: dal 1952 al 1960, l’amministrazione coloniale costruì una rete di oltre cento campi di detenzione, luoghi di tortura e villaggi di reinsediamento, e i Kikuyu – il più grande gruppo etnico coinvolto nella ribellione – furono sistematicamente derubati delle loro terre, deportati in campi di lavoro e torturati. Più di mille persone furono impiccate su forche mobili trasportate di città in città.
Alla vigilia dell’indipendenza, nel 1963, il governo coloniale distrusse la maggior parte della documentazione relativa alla rivolta in un processo noto come Operazione Legacy, nel tentativo di nascondere le proprie malefatte.
Successivamente il governo keniota, dopo l’indipendenza, rese illegale parlare o scrivere di Mau Mau fino al 2003; solo nel 2013 il governo britannico ha espresso formalmente il proprio rammarico per gli abusi subiti per mano dell’Impero, e un piccolo gruppo di ricorrenti ha ottenuto un risarcimento di circa 20 milioni di sterline in un processo che ha portato alla luce gli Archivi Migrati, una raccolta segreta di migliaia di documenti relativi a tutte le 37 ex colonie, un tempo ritenuti troppo sensibili per essere resi pubblici. Questa rivelazione ha fornito molti documenti inediti che descrivono in dettaglio le torture sistematiche dei detenuti durante l’emergenza e la conoscenza di questi abusi da parte dei funzionari del governo britannico a Londra e a Nairobi. Il fatto che una così importante documentazione a prova della violenza coloniale sia stata distrutta ha creato lacune nella storia e impedito i conseguenti processi di riconciliazione.
Le riproduzioni di questo archivio coloniale costituiscono il cuore di State of Emergency – Harakati za Mau Mau kwa Haki, Usawa na Ardhi Yetu.
State of Emergency è un tentativo di collaborazione, ricostruzione e nuova immaginazione di possibili futuri di riparazione e riconciliazione. Con la collaborazione di National Museums of Kenya, Kenya National Archives and Documentation, Nyeri Museum, Karatina University, i membri della Mau Mau War Veterans Association of Kenya, Kenya Human Rights Commission, The National Archives (UK), Bristol Archives and Museums, the Archive of Modern Conflict e the Flemish Government, il progetto fornisce una risposta collettiva volta a curare, senza cancellare, le ferite ancora aperte della violenza coloniale, proponendo uno strumento riparatore che, attraverso il mezzo fotografico, racconta ai potenti la verità di chi l’ha vissuta.
La mostra è accompagnata e integrata da una pubblicazione realizzata grazie alla collaborazione tra Max Pinckers e l’Associazione dei veterani Mau Mau di Murang’a, Nanyuki e Mukurwe-ini, avviata sotto la guida del defunto Presidente Nazionale Elijah Kinyua (alias Generale Bahati), con la guida e sostegno dei Musei Nazionali del Kenya e dell’Università Karatina.
MOSTRA “LE MADRI COSTITUENTI” A CASTELLETTO SOPRA TICINO
In occasione delle celebrazioni per il 25 aprile, il comune di Castelletto Sopra Ticino organizza la mostra “Le Madri Costituenti”, realizzata dall’Associazione Culturale Stella Alpina di Pombia e da ANPI Comitato Provinciale di Novara. La mostra, allestita all’interno della sala polivalente “A. Calletti” della biblioteca comunale, sarà aperta al pubblico da sabato 20 aprile a sabato 4 maggio 2024, negli orari di apertura della biblioteca, con ingresso libero e gratuito.
In questa versione della mostra, oltre ad alcuni articoli della costituzione, saranno presenti i volti e i testi biografici delle 21 Madri Costituenti, elaborati dal coordinamento Donne dell’ANPI Nazionale, per evidenziare la rilevanza del contributo femminile nella stesura del testo cardine della Repubblica italiana. L’inaugurazione della mostra, che si terrà alle ore 17.30 di sabato 4 maggio, vedrà l’intervento di Piero Beldì, dell’Associazione Culturale Stella Alpina, e la presentazione dell’ultima edizione completamente rinnovata ed arricchita dei quattro “Calendari dei venti mesi”.
I calendari raccontano il cammino della libertà: la storia della Resistenza, la nascita della Repubblica, della Costituzione, il dopoguerra e l’inizio della Guerra Fredda.
Al primo “Calendario dei Venti mesi”, nato inizialmente per raccontare la Lotta di Liberazione nel nostro Paese (venti mesi appunto durò la Resistenza), se ne sono aggiunti altri tre che hanno mantenuto la stessa impostazione originale dei “venti mesi”.
I calendari rappresentano uno spaccato su un periodo cruciale della storia italiana con una formula unica ed originale: scritti di Liliana Segre, Gino Strada, Gianni Rodari, poesie, citazioni e tanti articoli tratti dalla nostra Costituzione e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sono inseriti lungo le pagine dei quattro calendari. Ad ogni calendario è allegato un DVD con filmati, importanti documenti e la riproduzione di prime pagine di giornali del periodo trattato.
D.N.A. DOMINANTI NATURE ARTISTICHE: L’ASSOCIAZIONE CHE RIVOLUZIONA IL CONCETTO DI “ESPRESSIONE ARTISTICA A TORINO”.
Nel corso degli anni Venti, le jam session – concepite negli ambienti jazz – rappresentavano l’espressione più autentica della creatività musicale. Un’occasione in cui i musicisti si riunivano per esibirsi senza schemi predefiniti, sperimentando l’improvvisazione su accordi e temi noti. Queste “reunion” non erano solo performance, ma vere prove artistiche in cui si mescolavano varie forme di espressione. Prendendo ispirazione da questa filosofia, viene alla luce in via Chanoux a Torino “DNA”, Dominanti Nature Artistiche”: associazione di artisti non solo torinesi, con la finalità di essere un luogo e un momento in cui il teatro, la musica e le arti visive si incontrano con l’intento di fondersi. Il target è quello di creare uno spazio sociale dove l’Arte si esprime liberamente – senza vincoli e confini – amalgamando le suggestioni creative con linguaggi scenici. “Il nostro progetto è stato concepito con passione per dare voce all’arte in tutte le sue sfaccettature”, afferma Carlotta Micol De Palma, attrice e co/fondatrice di DNA. “Il nome stesso dell’Associazione – Dominanti Nature Artistiche – riflette la nostra convinzione che l’arte sia insita nella nostra natura più profonda, come il sangue che scorre nelle vene”. Questo gruppo di originali personaggi promuove progetti culturali e artistici in modo inclusivo, cercando in tutti i modi di coinvolgere il pubblico. Tutto questo per rendere l’arte accessibile al più grande numero di persone. “DNA” crede fortemente nell’integrazione di svariate forme espressive per valorizzare la sensibilità e le capacità di chiunque desideri esplorare il mondo delle Arti in tutte le sue sfumature. “In un contesto sempre più complesso, l’arte può diventare uno strumento potente per affrontare le sfide del territorio” spiega Carlotta. Gli artisti non sono più semplici creatori, ma veri animatori sociali, la cui responsabilità è quella di sensibilizzare e coinvolgere gli spettatori su importanti tematiche. “DNA” è volta a promuovere tutta la cultura attraverso la partecipazione a eventi e la collaborazione con altre realtà del territorio, trasformando l’arte da mero contenitore di idee a strumento efficace per un nuovi cambiamenti.
CASTELLAMONTE. CARLOS CARLÈ – FUOCO MATERIA FORMA
Al Centro Ceramico Museo Fornace Pagliero 1814 di Castellamonte
Dal 27 aprile – 30 giugno
Il “Centro Ceramico Museo Fornace Pagliero 1814”, in frazione Spineto, 61, a Castellamonte (To) riapre i suoi spazi, recentemente sapientemente ristrutturati, e propone: “Carlos Carlè – Fuoco Materia Forma”, una antologica di circa settanta opere a cura di Antonella Gulli, della Gulli Arte di Savona, che collabora all’evento.
La mostra sarà presentata sabato 27 aprile alle ore 11 ed aprirà al pubblico domenica 28 aprile alle 10. L’allestimento proseguirà fino a domenica 30 giugno.
Carlo Carlè, nato in Argentina nel 1928, è mancato nel 2015 a Savona, città in cui aveva vissuto a lungo e dove era molto amato.
Di lui, il critico Matteo Fochessati scrive: “Tutta l’opera di Carlos Carlè appare ispirata dal complesso e articolato confronto con le mutevoli forme del concetto di tempo: a iniziare dalle opere del suo esordio artistico, improntate a modelli espressivi e iconografici delle culture primitive, per giungere agli sviluppi più tardi della sua produzione scultorea che, già connotata dalla fine degli anni Settanta da una dimensione monumentale, ha trovato poi sfogo in maestose e arcaiche strutture plastiche, accompagnate da titoli evocanti remote civiltà del passato: Colonna, Totem, Dolmen, Megalito, Pietra miliare. L’attenzione alle dinamiche del flusso temporale si può inoltre riscontrare, all’interno del suo processo creativo, sin dalla metà degli anni Sessanta quando, in occasione della sua cruciale svolta artistica, cominciò ad avvicinarsi a problematiche estetiche di matrice informale, impostando una personale attitudine a investigare e a controllare le trasformazioni della materia. Tra le personalità artistiche con cui si confrontò in tale contesto è opportuno citare Lucio Fontana: le geniali tracce dei suoi Concetti spaziali sembrano infatti riaffiorare nell’impianto strutturale delle Bocce e delle Sfere che tuttavia, attraversate da profonde incisioni, sembravano sgretolarsi per dare maggiore rilievo alle trasformazioni organiche della materia. Tangente anche alla pratica informale di Antoni Tàpies, Carlè si distaccò tuttavia dall’artista spagnolo per il suo assoluto rigore analitico nel controllo dei mutamenti materici e degli effetti determinati dagli interventi segnici e gestuali. La sua ricerca artistica va comunque principalmente interpretata alla luce della sua specifica scelta operativa: la ceramica e, in particolare, il grès, con la sua solida e suggestiva carica espressiva”.
L’allestimento sarà aperto lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì dalle 14 alle 18, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Costo del biglietto: 6 euro l’intero e 4 euro il ridotto. Ingresso gratuito per chi ha l’abbonamento Torino Musei. Per informazioni telefonare ai numeri 3774390604 e 0124582642 o consultare il sito www.fornacepagliero.it .
AVIGLIANA. PASSAGGIO A ORIENTE. MOSTRA COLLETTIVA DEGLI ALLIEVI ED EX-ALLIEVI DEI CORSI DI CERAMICA DEL CENTRO OPERATIVO FLORA DI TORINO
ex Chiesa di Santa Croce
Piazza Conte Rosso –Avigliana (To)
Fino a domenica 5 maggio 2024
Orario di apertura: sabato e domenica dalle 15:00 alle 19:00
Cogliendo l’invito di Luigi Castagna, presidente dell’Associazione culturale “Arte per Voi” di Avigliana, ho sviluppato con lui il progetto di allestire un’esposizione di manufatti in ceramica invitando gli allievi dei corsi di formazione realizzati da vent’anni dal Centro Operativo Flora di Torino per conto della Regione Piemonte con il sostegno del Fondo Sociale Europeo.
Durante il mio impegno di formazione dei corsi, negli anni, ho avuto contatto con decine di allievi trasmettendo loro i saperi di questa antica lavorazione.
E’ stata questa una grande occasione per ognuno di noi di sviluppare, in un dialogo e confronto continuo, tecniche ed esperienze con particolare attenzione a percorsi di crescita personale della creatività attraverso la contaminazione con l’arte moderna, il design e la psicologia della forma, tenendo conto delle nuove possibilità tecnologiche e mantenendo sempre lo spirito originale del lavoro ben fatto, tipico dell’artigianato contemporaneo, ricco di tradizioni millenarie soprattutto nel nostro paese.
Molti degli allievi alla fine del percorso di formazione hanno avviato un’attività inserendosi nel settore dell’artigianato artistico, producendo opere di ceramica sia in oggetti d’uso che attraverso forme creative.
Questa mostra, permette di mettersi in gioco e di aprire un colloquio con gli altri esprimendo personalità, attitudini e tecniche creative che costituiscono un arricchimento personale.
Auguro a tutti i partecipanti di proseguire il cammino affascinante nel mondo dell’arte con entusiasmo e curiosità.
Romana Pavan
docente dei corsi di ceramica del
Centro Operativo Flora di Torino
TORRE PELLICE. MOSTRA “PINOCCHIO NEL PAESE DEI TAROCCHI” DI LORENZO MARIA BOTTARI
A cura di Monica Nucera Mantelli
Sabato 20 aprile alle ore 16, alla presenza dell’Artista Lorenza Maria Bottari, delle Autorità e dei Critici, si inaugura presso gli spazi Open ADA di via Repubblica 6 a Torre Pellice (TO) la mostra “Pinocchio nel Paese dei Tarocchi” di Lorenzo Maria Bottari, a cura di Monica Nucera Mantelli con interventi critici di Antonio Miredi, il Patrocinio culturale della Fondazione Collodi e il patrocinio del Comune di Torre Pellice. “Si tratta di una mostra magica e catartica come solo fiabe e tarocchi insieme sanno creare, dal genio pittorico di un grande artista siciliano” spiega la Curatrice. In esposizione 23 Tele 50×70 dedicate all’incrocio tra le vicende del burattino più famoso di tutti i tempi annesse alle simbologie archetipiche degli Arcani Maggiori, oltre a Schizzi e a Stampe a tema. Non mancheranno oggetti d’artista tra cui il Libretto con cartoline e il Cofanetto con i Tarocchi curati da A. Miredi ed editi da AttiniArte. Inoltre Sabato 4 maggio ore 15.30 un appuntamento speciale come evento collaterale e interattivo con il pubblico, inserito nel calendario del Salone Internazionale del Libro OFF di Torino con l’esperto di tarocchi (metodo Jodorowsky) Dario Noascone dal titolo “Con Pinocchio, conoscersi con i Tarocchi (la Bugia)”. Introduzione tra arte e psicomagia a cura di Monica Nucera Mantelli. Gratuito. Sino ad esaurimento posti. La mostra, in corso da Sabato 20 aprile, sarà visitabile fino a Sabato 25 maggio 2024 il VENERDÌ’ POMERIGGIO – ore 15:00-18:00/ SABATO POMERIGGIO – ore 15:00-18:00 / DOMENICA SU APPUNTAMENTO. Ingresso libero. Si segnalano in permanenza presso Open ADA, centro culturale di titolarità dell’Associazione Decima Arte, opere a tema anche di E. Colombotto Rosso e B. Giansiracusa.
Mostra “Pinocchio nel Paese dei Tarocchi” di Lorenzo Maria Bottari
A cura di Monica Nucera Mantelli – Interventi critici di Antonio Miredi – Con il Patrocinio della Fondazione Collodi
Da Sabato 20 aprile a Sabato 25 maggio 2024
23 Tele + Schizzi. Inoltre stampe e oggetti d’ artista. Libretto con cartoline e Cofanetto con i Tarocchi di L.M.Bottari editi da AttiniArte
Spazio Open ADA, via Repubblica 6, Torre Pellice (TO) – Ingresso libero.
Giorni e orari di apertura: VENERDÌ’ POMERIGGIO – ore 15:00-18:00/ SABATO POMERIGGIO – ore 15:00-18:00 / DOMENICA SU APPUNTAMENTO. Tutte le info alla pagina FB OPEN ADA – Tel. di riferimento per appuntamenti : +393667190602 oppure +393924025290
SPAZIOBIANCO. MOSTRA EVENTO “GULLIVER SI CHIAMAVA PAUTASSO”
A Spaziobianco il tesoro segreto di un fotografo sconosciuto. Migliaia discatti effettuati in sei continenti nel corso di 50 anni e scoperti per caso.Nella mostra-evento curata da Andrea Roccioletti e Silvano Costanzo sonoesposte le fotografie che Riccardo Pautasso (1934 – 2005) ha scattato ingiro per il mondo e che non aveva mai mostrato a nessuno. Sono uno spaccato di mezzo secolo di vita visto con gli occhi di un solitario“bogianen” piemontese.
La mostra rimarrà aperta fino al 23 aprile 2024, dal lunedì al giovedì, dalle 17,30 alle 19,00 o su appuntamento.