A Costigliole presentato il libro “Se tutto il mare di questa terra fosse inchiostro”di Nicoletta Fasano

Nicoletta Fasano

A Costigliole molteplici appuntamenti tra commemorazioni e riletture artistiche in occasione dell’ 80esimo anniversario della nascita della Repubblica Partigiana dell’Alto Monferrato con una importante mostra intitolata “L’arte di essere liberi” ospitata a Casa Prunotto, curata da Carlo Cerrato e dall’Associazione Costigliole Cultura. 30  opere di altrettanti artisti, tra cui pittori, scultori e illustratori che con le loro opere hanno ricordato la Resistenza e la Liberazione.All’interno della mostra bel dialogo quello di giovedì 25 aprile con la presentazione del libro di Nicoletta Fasano direttrice dell’Israt “Se tutto il mare della terra fosse inchiostro.. deportazioni, storia, memoria”.. L’autrice ha scelto un titolo tratto dalla citazione di Anna Cherchi , giovane partigiana deportata di Loazzolo: “se tutto il mare di questa terra fosse inchiostro non basterebbe per scrivere tutte le tragedie avvenute nei lager nazisti”. Il volume ricostruisce le vicende degli internati militari, dei deportati politici e dei deportati razziali della provincia di Asti, sul tema della memoria e della testimonianza, attraverso documenti, testimonianze e racconti inediti. È un modo per valorizzare il patrimonio documentario conservato dall’Israt e le storie della gente comune coinvolta, suo malgrado, nell’occupazione nazifascista. Ma è anche un libro fatto di incontri che l’autrice ha fatto nel corso di trent’anni di lavoro.  Ha scritto la storia di Anna Cherchi di Loazzolo, partigiana della 2° Divisione Langhe del comandante Poli, che è stata un’ infaticabile testimone e accompagnatrice nei campi di internamento, la memoria di Enrica  ed Elda Jona  e le parole di una madre scritte in un  diario inedito: si tratta di Clementina Fungo in Martino che scrive ogni giorno, a partire dal 25 settembre 1943, per “comunicare” con il figlio Sergio, prigioniero in Germania. Nicoletta Fasano, laureata in Lettere, diplomata in Archivista e paleografia, storica e ricercatrice, lavora da oltre trent’anni all’Israt. È autrice di numerosi saggi storici e del racconto “Il violino”,dal quale è stato tratto lo spettacolo teatrale “Guido suonava il violino. Gremita la sala con un pubblico attento e puntuale, che ha colto i nuclei essenziali del libro. E’ stato un toccante momento di memoria delle deportazioni dall’Astigiano verso i lager nazisti. Il saggio si configura come un punto fermo nella ricostruzione della deportazione astigiana. Molti ebrei astigiani furono arrestati fuori dalla città in cerca di salvezza e molti ad Asti mentre sono in fuga da altri luoghi. Un altro punto importante del libro tratteggia la figura del podestà Incisa della Rocchetta il quale, capendo che la situazione sta cambiando, gioca su più fronti. Così, nel dopoguerra, arriva l’assoluzione con testimonianze a suo favore anche se le dinamiche sono ben più complesse.Un’attenzione particolare è stata riservata alla comunità ebraica partendo dalla sua storia che consente di capire come la comunità ha vissuto le leggi razziste e poi la deportazione.

                                                     Alessandra Gallo