PIEMONTE ARTE: ARTE SACRA AD ALESSANDRIA, PALUMBO, MARINI, ELEGANZA IN UNIFORME, RINALDI, TABUSSO, CASSINE…

Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

ALESSANDRIA. RELIQUIE E MANUFATTI INEDITI ESPOSTI A PALATIUM VETUS NELL’AMBITO DELLA MOSTRA “L’ARTE SACRA. PARAMENTI E OGGETTI LITURGICI”

 

Pianeta del Beato Pio IX

Prosegue con grande interesse di pubblico la mostra L’arte Sacra. Esposizione di paramenti e oggetti liturgici, allestita nelle sale del “broletto” al piano nobile di Palatium Vetus e organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria in collaborazione con la società strumentale Palazzo del Governatore srl. Sarà aperta al pubblico fino al 29 settembre prossimo.

Una rassegna preziosa e per molti aspetti inedita che presenta manufatti provenienti da ricche e consistenti collezioni private, sapientemente allestiti a cura del professor Luciano Orsini, delegato vescovile dell’Ufficio Beni culturali e già consultore della Pontificia Commissione Vaticana per i Beni Culturali della Chiesa.

In esposizione 32 paramenti liturgici – pianete, piviali, dalmatiche, cotte, rocchetti, veli omerali – e 14 oggetti liturgici sacri – pissidi, patene e ostensori – il cui arco cronologico si snoda a partire dal XVII fino al XX secolo, realizzati nelle più prestigiose botteghe artigiane italiane.

 

Questa mostra di paramenti e oggetti sacri che si inserisce perfettamente nell’ambientazione degli storici saloni di Palatium Vetus dove arte antica e contemporanea trovano spazio secondo un progetto culturale di ampio respiro che vede la nostra Fondazione impegnata a promuovere eventi di alto livello a disposizione della collettività – afferma il presidente dell’Ente, notaio Luciano Mariano – Questa rassegna è particolarmente prestigiosa in quanto presenta anche numerose reliquie, indossate da pontefici o sacerdoti elevati dalla Chiesa al titolo di Santi e ringrazio nuovamente il professor Orsini per l’impegno e la meticolosa ricerca dei manufatti da esporre. Naturalmente, i visitatori della mostra “L’arte sacra” potranno ammirare anche i 23 ritratti dei marchesi Scarampi, dipinti da Pietro Francesco Guala, assolutamente inediti, conoscere la storia del Palazzo e scoprire i reperti archeologici custoditi nella “ghiacciaia di Palatium Vetus”.  Una visita a 360 gradi nella storia, nell’arte e nella cultura del nostro territorio.

 

Pianeta di San-Giovanni XXIII

Sono tre le reliquie in mostra a Palatium Vetus. La rassegna di fatto si apre con la preziosa pianeta indossata dal beato Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti) che fu pontefice dal 1846 al 1878. Il paramento, in Gros de Tours di seta, venne realizzato presso un ricamificio romano nel secondo quarto del XIX secolo dove, perlopiù uomini, esercitavano l’antichissima arte di intessere filamenti in filo d’oro nella trama e nell’ordito del tessuto. Di fatto quindi possiamo parlare di “ricamatori”; questa definizione è tutt’oggi identificativa per quel tipo di lavorazione che richiede la forza di un braccio riconducibile alle caratteristiche identificate in un maschio. Il parato esposto si presenta come già accennato nella sola pianeta ma è completato in originale dalla stola, manipolo, velo del calice e borsa per il corporale. Poiché è stata utilizzata da un “beato” è considerata una reliquia per contatto, vale a dire che l’acquisizione di questo titolo è avvenuta in ragione dell’uso che se ne è fatto.

Si può ammirare anche la pianeta di San Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli) che fu pontefice dal 1958 al 1963, anch’essa fu indossata durante la celebrazione della Messa quotidiana che il Pontefice officiava nella sua cappella privata alla terza loggia del Palazzo Apostolico del Vaticano. Il pezzo esposto è in lamina d’argento e il ricamatore e la sartoria sono romani.

Una particolarità è rappresentata dalla casula, ossia un paramento decisamente più ampio e avvolgente della pianeta, il cui uso venne ripristinato nel 1965 alla conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II. Il papa San Paolo VI (pontefice dal 1963 al 1978) fu il primo a indossare nelle sacre celebrazioni papali la casula. Quella in esposizione è di fatto stata commissionata direttamente da papa Montini, dove l’antica abitudine di impreziosire il paramento con il ricamo a rilievo dell’arma pontificia, è stato modernizzato con la riproduzione dello stemma rilevabile in tessitura tra la trama e l’ordito della stoffa.

La mostra ha ottenuto il patrocinio di:

La mostra è aperta al pubblico gratuitamente nelle giornate di sabato e domenica dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.

In particolare, il 15 ed il 16 giugno e il 20 e il 21 luglio sarà predisposto un percorso guidato a cura di volontari che seguono un apposito corso sui Beni Culturali d’Arte Sacra, sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e coordinato dallo stesso professor Orsini. Le guide volontarie affiancheranno il visitatore mettendo a disposizione un patrimonio di notizie che le didascalie, per ragioni di spazio, non potranno offrire.

Un catalogo con un ricco apparato testuale e fotografico a colori completa l’esposizione.

 

Per info e prenotazioni:

didattica.fondazionecral@gmailcom

telefono: 347-80.95.172

“NAVIGANDO L’IGNOTO”, MOSTRA DI CIRO PALUMBO

Dal 7 al 30 giugno 2024 PROMOTRICE DELLE BELLE ARTI – TORINO

Viale Diego Balsamo Crivelli 11

 La nuova mostra Navigando l’ignoto di Ciro Palumbo, a cura di Archeion Archivio Ciro Palumbo e promossa da TAIT Gallery, inaugurata venerdì 7 giugno alla Promotrice delle Belle Arti (Viale Diego Balsamo Crivelli 11) è visitabile fino a domenica 30 giugno.

Sono centotrenta le opere in mostra che raccontano divise per sezioni gli anni di pittura e di trasformazione di Palumbo. Per l’occasione l’artista ha deciso di tornare a Torino, città dove vive, dopo anni trascorsi ad esporre su territorio nazionale ed internazionale. L’esposizione è un vero e proprio percorso per cicli pittorici. Le opere non sono divise cronologicamente, ma disposte in modo tale da suscitare nel visitatore emozioni e suggestioni. Tra un’aera e l’altra, piccoli salottini per riflettere e avere modo di sfogliare il catalogo curato da Alessandra Redaelli che ha affrontato l’intero “Viaggio del Poeta Visionario”.

Una mostra che è al tempo stesso momento di riflessione e nuovo inizio. Un progetto epico nato dal bisogno di guardarsi in prospettiva e di fare il punto della situazione. Il suo mondo onirico, metafisico, surrealista; le sue esplorazioni nei meandri della mente e dell’inconscio trovano qui la sintesi di un cammino lungo, variegato, istintivo, fatto con il cuore, la pancia e il cervello in eguale misura, lasciandosi trasportare dalle emozioni e poi, subito, tirando le briglie al cavallo, riportandolo al passo, e poi di nuovo a un galoppo leggero e, ancora, fornendolo di ali perché possa volare. Coerente e selvaggio, il percorso di Ciro Palumbo fino a qui, ma mai circolare: ben diretto a una meta.

La sua pittura figurativa scava nel profondo dell’anima e dell’inconscio umano. All’inizio è la tavola uno degli elementi rappresentati che, spogliata del suo vigore evangelico diventa simbolo della monumentalità della Cultura racchiusa nei libri. Questi ultimi accompagnano il lavoro di Palumbo in tutti i cicli della sua storia d’uomo e di pittore.

Inoltre mercoledì 19 giugno alle ore 18:00 si terrà presso la Promotrice delle Belle Arti di Torino una Lectio Magistralis sul percorso artistico dell’artista a cura della Dott.ssa Anna Caterina Bellati a partire dal saggio scritto per il Catalogo Ragionato.

Ciro Palumbo

Navigando l’ignoto

Promotrice delle Belle Arti Torino

7-30 giugno 2024 – Da lunedì a domenica 10-13  15-18

Orari mostra

Lun/Dom ore 10:00-13:00 e ore 15:00-18:00

Info mostra

www.archeion-archiviociropalumbo.com | archeion-archiviociropalumbo@gmail.com

 

 

BARD. MARINO MARINI. ARCANE FANTASIE

a cura di Sergio Risaliti

Forte di Bard. Valle d’Aosta

15 giugno – 3 novembre 2024

 

Un mondo di cavalli e cavalieri, di guerrieri e antiche divinità, di giocolieri e danzatrici. C’è tutta la complessità e la varietà del genio artistico di Marino Marini – tra i più importanti artisti italiani del Novecento – al centro della mostra Arcane fantasie promossa dal Forte di Bard in collaborazione con 24 Ore Cultura e Museo Marino Marini di Firenze, a cui si deve la gran parte dei prestiti. L’esposizione, curata da Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze e allestita nelle sale delle Cannoniere del Forte di Bard, dal 15 giugno al 3 novembre 2024, punta l’attenzione sulle principali fonti di ispirazione di Marini e sui temi ricorrenti della sua ricerca, presentando ben 23 sculture e 39 opere su tela e carta. Un percorso del tutto personale per sviluppo e coerenza, tra ritorno dell’arcaico e supremazia del sogno e della fantasia. Marino Marini è stato sempre attratto dal linguaggio figurativo, anche quando ha condotto a drammatiche scomposizioni la forma plastica. Un linguaggio di grande potenza e coerenza che trova la sua massima espressione nei cavalli e nei cavalieri, i soggetti più conosciuti della sua produzione, trasformati in un tramite per leggere la realtà e raccontare la condizione umana. Figure che nel tempo si fanno sempre meno definite e sempre più espressive, fino ad assumere i connotati di metafore scultoree.

Nelle diverse sezioni della mostra si alternano sculture, dipinti, grafiche, i suoi celebri cavalli e cavalieri, le Pomone, le danzatrici e i giocolieri nati dalla sua fantasia, a partire dalla Piccola danzatrice, olio su tavola del 1927, fino al Guerriero realizzato nel 1958-59. Soggetti che, dall’inizio alla fine di una carriera segnata da una vasta produzione, assicurano la presenza e sopravvivenza di qualcosa di antico e ancestrale, segnato dal legame immortale tra uomo e natura, pulsioni di vita e di morte, di dolore e angoscia, così come di esuberanza, dinamismo e indomabile energia. Tra i capolavori in mostra, si segnala infine il prestigioso prestito dell’opera Gentiluomo a cavallo del 1937, concessa dalla Camera dei Deputati.

Protagonista a suo modo delle avanguardie, Marino Marini seppe intuire che la scoperta del primordiale, del primitivo e dell’arcaico, era la via necessaria per superare la crisi dei valori formali e spirituali della sua epoca. Gli apparvero ricolmi di vitalità e di mistero gli Etruschi e le perturbanti figure del circo e le Pomone, in cui l’artista riscopriva la vitalità generativa del mondo femminile e della natura. Proprio nel mondo degli Etruschi, poi in quello del circo e del teatro di danza e quello delle arcaiche figure femminili, Marini trovò qualcosa di congeniale e familiare: la possibilità di recuperare un tempo perduto e in esso una sacralità dell’arte, con la sua magia e i suoi misteriosi rapporti tra conscio e inconscio.

Marino Marini. Arcane fantasie

Orari: Martedì-venerdì 10.00 / 18.00

Sabato, domenica e festivi 10.00 / 19.00

Lunedì chiuso

PINEROLO. MOSTRA “ELEGANZA IN UNIFORME”

OTTOFINESTRE. “VOLTI”, MOSTRA DI LUIGIA RINALDI

Esposizione fino al 17 luglio 2024 in via Saluzzo 88

 

Ottofinestre ha il piacere di presentarvi la mostra personale di Luigia Rinaldi curata dal vicedirettore e docente dell’accademia Albertina Edoardo Di Mauro presso la sede di via Saluzzo 88. La mostra si compone di due serie di ritratti dell’artista: nella prima, di datazione più recente, l’artista ha inserito in primo piano, memore di una precedente ricerca fotografica sul ritratto, immagini di personalità, note ed anonime, perseguitate per le loro idee e la lungimiranza sociale, culturale e politica, introducendo il tema dell’attualità, senza appiattirsi passivamente sul reale e sulla cronaca, donandocelo invece su di un piano simbolico.

Nella seconda serie, risalente agli anni Dieci, l’artista ritrae pescatori e capperaie, figure che, poste dialogicamente con i ritratti politici, appaiono come anonimi della storia, volti destinati, scomparendo, all’oblio. La Rinaldi sottrae questi soggetti all’estinzione dalla memoria: non solo li ritrae, ma raccoglie le loro testimonianze, testi dove i soggetti raccontano la loro vita, o episodi di essa, in prima persona.

La Rinaldi in sintonia con l’eclettismo stilistico che caratterizza la scena artistica contemporanea a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta, trasferisce queste suggestioni nella dimensione della tela con una tecnica che riecheggia, aggiornato al presente, lo stile di due correnti del Novecento che seppero mediare tra figurazione ed astrazione, come i Fauves ed il Gruppo Cobra, creando delle vere e proprie pulsioni di colore acceso e primario.

Il lavoro di Luigia Rinaldi è caratterizzato da una pittura di intensa espressività e ritmo tonale, dopo essere partita, negli anni Settanta, dalla sperimentazione fotografica, a sottolineare una volta di più il rapporto stretto, complice, e talvolta oppositivo tra due tecniche che nascono con l’obiettivo di rappresentare la realtà.

In un’epoca di ridefinizione dei generi la pittura mantiene la sua centralità riuscendo, nei casi migliori, a rinnovarsi da un punto di vista iconografico, quindi conservando quella caratteristica che le è propria, implicita al concetto di “teknè”, di tirocinio artigianale visto in una dimensione di sublimazione dell’agire artistico, con modalità attente e riflessive, abbinando a questa antica vocazione la capacità di osservare con occhio partecipe e disincantato al tempo stesso l’esistente, decontestualizzandolo dalla sua effimera contingenza materiale per dargli forma nella dimensione del simbolo.

 

FRANCESCO TABUSSO. PAESAGGIO CON FIABE

Dal 7 giugno al 5 luglio 2024

Spazio Ersel Milano | Via Caradosso, 16

 

Ersel ospita negli spazi espositivi di Milano la mostra Francesco Tabusso. Paesaggio con fiabe a cura di Marco Sobrero e Archivio Francesco Tabusso con il testo critico di Elena Pontiggia. La mostra apre al pubblico dal 7 giugno al 5 luglio 2024 presso la sede di Ersel di via Caradosso 16 a Milano.

Sono 25 le opere esposte: un’esaustiva selezione della produzione dell’artista a partire dalla metà degli anni Cinquanta, subito dopo il suo esordio espositivo alla Biennale di Venezia, fino alla fine degli anni Novanta.

Aprono la mostra “l’informale” Paesaggio verde del 1956 e I sei cacciatori, una grande composizione ispirata ai Cacciatori nella neve del pittore fiammingo Bruegel. Il percorso prosegue negli anni Sessanta e Settanta, contraddistinto dall’appassionato dialogo dell’artista con i maestri del passato, esplicitato, oltre che in alcune opere-omaggio, in veri e propri cicli pittorici. Sono esposti qui, ad esempio, Grünewald in viaggio per Isenheim, uno dei circa 35 dipinti dedicati al grande maestro del Cinquecento tedesco Matthias Grünewald; l’Omaggio a Baschenis, il maestro bergamasco inventore della natura morta a soggetto musicale, e ancora Il Popolano da Giacomo Ceruti, anch’esso parte di un altro consistente ciclo pittorico dedicato al maestro del Settecento lombardo.

La pittura di Tabusso è immersa nell’ambiente naturale: le cime innevate dell’amata Val di Susa, le colline toscane percorse dalle curve delle strade segnate dai cipressi, la luce primaverile su un prato di fiori spontanei. Raccontava in un’intervista degli anni Ottanta: «Devo conoscere con precisione i vari tipi d’erba che dipingo, sapere la composizione delle pietre che riporto sulla tela. […] Da tanto tempo salgo in studio a documentarmi sui minerali, piante, fiori e fossili. Leggo trattati di botanica e tento di ricostruire qui l’habitat di alcune alghe che mi affascinano. Ho bisogno di conoscere profondamente ciò che dovrò dipingere. Prima di dare il primo colpo di pennello, passano a volte anche dei mesi».

Non manca in mostra il richiamo alla più intensa opera d’arte sacra realizzata da Tabusso, custodita proprio a Milano nella Chiesa di San Francesco al Fopponino, progettata da Gio Ponti alla fine degli anni Sessanta: si tratta del ciclo pittorico il Cantico delle creature, composto dalla monumentale pala d’altare realizzata nel 1975, alta 12 metri per 8 – la più grande tela a tema religioso realizzata in Italia – e dagli 8 trittici che ornano la navata centrale e illustrano la Preghiera semplice del Santo di Assisi.

Il percorso espositivo antologico ha privilegiato le opere provenienti da collezioni private rintracciate durante il lavoro di catalogazione dei dipinti, acquisite cinquanta, sessant’anni fa e rimaste proprietà delle stesse famiglie, proprio in virtù di un loro particolare valore non solo artistico e di mercato, ma affettivo e umano.

 

PINEROLO. INCONTRO Guercino. Il mestiere del pittore

Pinerolo (TO), Chiesa di San Giuseppe (sala I.Tajo) – Sabato 15 giugno ore 11.00

 

In occasione della mostra “Guercino. Il mestiere del pittore” allestita a Torino ai Musei Reali-Sale Chiablese, sabato 15 giugno alle ore 11.00 presso la Chiesa dei Gesuiti in via San Giuseppe (sala Italo Tajo), è previsto un incontro dedicato al pittore Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino.

I Musei Reali di Torino con il Comune e la Diocesi di Pinerolo organizzano un incontro per illustrare la rete di relazioni culturali e le committenze che hanno condotto in Piemonte le opere del maestro di Cento.

In particolare, la Madonna della Benedizione esposta in mostra, fu commissionata dal conte pinerolese Gian Domenico Falcombello per la chiesa gesuita intitolata a san Giuseppe, fu pagata al Guercino nel 1651 ed entrò nelle collezioni della Pinacoteca sabauda nel XIX secolo. All’interno della chiesa di San Giuseppe di Pinerolo, inoltre, per la stessa committenza, si conserva la pala d’altare con La Trinità terrestre, saldata al maestro nel 1666.

Intervengono alla presentazione

Mario Turetta, Segretario generale Mic e Direttore avocante Musei Reali di Torino,

Franco Milanesi, Assessore all’Istruzione e Cultura del Comune di Pinerolo,

Mariella Fenoglio Direttrice del Museo Diocesano di Pinerolo,

Monsignor Derio Olivero, Vescovo di Pinerolo,

Alberto Marchesin, storico dell’arte,

Annamaria Bava e Gelsomina Spione, curatrici della mostra.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

UN POMERIGGIO DI INIZIO ESTATE A TUTTA ARTE NEL CUORE DI CASSINE (AL).

Mohamed Forjani 10 anni, IV B Scuola Dante Alighieri di Cassine

Metti un pomeriggio di fotografie a sculture milanesi, di racconti intorno una nuova installazione artistica, di chiacchiere su un romanzo che è anche narrativa di viaggio, di degustazioni di prodotti eccellenti e di musica in omaggio a un grande cantautore e sei a Cassine!

Venerdì 14 giugno dalle 17 alle 21, in un fazzoletto di paese tra la piazza della Ciocca e la piazza Vittorio Veneto, su cui affacciano la Chiesa di San Francesco e il Municipio, si susseguiranno quattro appuntamenti tutti da godere.

Nell’ex Oratorio di San Bernardino, alle ore 17, sarà inaugurata la mostra fotografica di Laura Cantarella. La fotografa ha immortalato alcune tra le più importanti opere milanesi dello scultore Leone Lodi, autore dei due gessi conservati nell’edificio, modelli preparatori per il monumento funerario in marmo della tomba Verri al Cimitero Monumentale di Milano.

A seguire, alle ore 17.30 l’artista Enrica Borghi illustrerà la proposta creativa dell’opera site-specific commissionata da Fondazione Matrice per l’ex Oratorio.  Con l’occasione, saranno mostrati gli esiti del workshop realizzato dall’artista il 25 maggio con la comunità, adottando bottiglie di plastica colorata e la fotografia digitale come modalità consolidata nella produzione di Enrica Borghi.

Quindi, alle ore 18 la scrittrice Liana Pastorin presenterà “Controcanto” con Marina Paglieri giornalista e Otto Bugnano direttore generale di Fondazione Matrice un romanzo ironico e cinico che si svolge a Procida ma con flashback in altre città, come Bistagno, fondamentale per comprendere il carattere del personaggio principale del libro, in equilibrio tra diversi generi, dal thriller psicologico al noir, dal romanzo sentimentale alla narrativa di viaggio.

Alle ore 19 rinfresco curato da La Buteja di Giuditta sotto il portico del Palazzo del Municipio.

Alle ore 21 InterGenerazioniCreative 2024 in concerto con un tributo a Fabrizio De Andrè e alla PFM. Il concerto si svolgerà sul piazzale della Ciocca. La manifestazione, promossa dalla Associazione IRSAC, propone l’arte e lo spettacolo per l’educazione intergenerazionale offrendo ai giovani l’occasione di conoscere i generi musicali della seconda metà del novecento.

Insomma, Cassine offre un pomeriggio denso di opportunità per farsi conoscere e per stare insieme, assaporando l’inizio dell’estate.

Gli appuntamenti a ingresso libero rientrano in “Valbormidaexperience musica” e “Valbormidaexperience arte” le due anime del programma 2024 di iniziative culturali a cura di Fondazione Matrice ETS, con il sostegno di Regione Piemonte, Fondazione CRT, Fondazione CRC.

 

UN VIAGGIO LUNGO MILLE MIGLIA.

Il MAUTO celebra la corsa leggendaria con una mostra

realizzata in collaborazione con il Museo Mille Miglia di Brescia.

In occasione del primo traguardo di tappa a Torino della 42esima edizione della Mille Miglia, il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile celebra la corsa più bella del mondo con la mostra UN VIAGGIO LUNGO MILLE MIGLIA: l’esposizione – realizzata in collaborazione con il Museo Mille Miglia di Brescia e visitabile nella project room del MAUTO dal 12 giugno al 29 settembre – racconta la storia della leggendaria corsa, un’epopea durata un trentennio – dal 1927 al 1957 – e per la quale gareggiarono su un percorso di “1000 Miglia” i campioni più celebri del periodo.

Il percorso espositivo racconta i tre decenni della corsa, con una particolare attenzione agli anni più significativi: il 1927, data della prima edizione, il rilancio dopo la guerra nel 1947 e il 1957, l’anno del trionfo di Taruffi e del tragico epilogo. A ciascuno di questi anni corrisponde una tappa fondamentale nella storia della Mille Miglia: Brescia, il luogo dove tutto ebbe inizio; Torino, simbolo della ripresa nel dopoguerra; Roma, la tappa che unisce l’Italia da nord a sud e città della vittoria amara di Taruffi.

Sono tre i livelli del racconto, ciascuno sostenuto da una specifica tipologia di materiale: il dietro le quinte della gara – illustrato da un’ampia selezione di materiali originali esposti in teca, in gran parte inediti, provenienti dall’archivio Mille Miglia che raccontano i preparativi alla gara, le lettere delle scuderie, i rapporti con gli organizzatori e i materiali degli addetti ai lavori; l’emozione della gara in presa diretta, con fotografie e filmati d’epoca che mostrano i protagonisti della corsa, le loro imprese sulle strade impervie del percorso e la partecipazione calorosa del pubblico; il fascino popolare della gara nel cinema: una selezione di filmati cinematografici – dalla cronaca dell’Istituto Luce al cinema d’autore di Wes Anderson – che rappresentano in maniera spettacolare, controversa e talvolta onirica una gara che ancora oggi affascina e offre spunti di riflessione.

 

ALMESE. MOSTRA “IL MIO SEGNO LIBERO”

Nell’ambito del ricco programma della 4° edizione de “L’Arte di R-Esistere sui sentieri della Libertà” venerdì  7 giugno al Ricetto per l’Arte -Agorà della Val Susa ad Almese(To) luogo di arte storia e cultura, si è inaugurata la mostra “Il mio segno libero”.

Una quarantina di opere realizzate da venti artisti dell’Associazione Senso del Segno, provenienti da Torino e provincia:  Clotilde Barletta, Laura Beltramino, Cristiana Bertolazzi, Daniela Capasso, Lucia Caprioglio, Luciana Caravella, Margherita Cravero, Albina Dealessi, Elena De Gennaro, Eugenio Gili, Donatella Mezzena, Laura Moda, Giulia Moro, Anna Mottes, Nicola Ormas, Carla Parsani Motti, Pierangela Orecchia, Luisa Porporato, Silvana Sabbione, Silvia Sala.