CHIERI. SORPRESE DI ARTE E DI STORIA. Un miracolo. Un santuario
L’ospedale dei Gribaldenghi (detto anche dell’Annunziata a causa di un dipinto dell’Annunciazione che compariva sopra l’altare della sua cappella) era uno dei nove piccoli ospedali che nel Trecento si contavano a Chieri.
Come gli altri, però, nel Cinquecento anche esso venne accorpato all’Ospedale Maggiore di Santa Maria della Scala. Ma la cappella restò al centro della devozione della gente del posto. Anche quando era chiusa, l’immagine sacra era visibile da una finestra e la gente vi sostava volentieri per un momento di preghiera.
Giravano voci di grazie ottenute pregando davanti ad essa, e addirittura di miracoli. Il più eclatante di questi ultimi avvenne il 29 maggio 1651: un ragazzo muto dalla nascita ottenne la parola. Eclatante perché quel ragazzo era conosciuto da tutti, e tutti sapevano che non aveva mai parlato.
Se ne discusse anche in Municipio. Il Consiglio Comunale decise che tutti gli anni il 29 maggio si sarebbe fatta una festa cittadina, con una processione verso la cappella alla quale avrebbero preso parte anche gli Amministratori. Intanto, sempre più numerosi, e sempre da più lontano, accorrevano i pellegrini. Tanto che i Canonici, il Vescovo mons. Giulio Cesare Bergera e il Comune decisero di costruire una chiesa più grande in grado di accoglierli.
All’iniziativa parteciparono anche il duca Carlo Emanuele II e Madama Cristina, i quali offrirono mille lire ciascuno. Madama Cristina contribuì anche in un’altra forma: mettendo a disposizione il suo architetto di fiducia, il frate Carmelitano Scalzo Andrea Costaguta.
La prima pietra fu posta il 21 novembre 1651 alla presenza del duca Carlo Emanuele II e di Madama Reale. L’opera fu portata a termine nel 1655. Il nuovo santuario inglobava (e ingloba, perché è quello che esiste tuttora) la parte di quello antico dove era raffigurata la scena dell’Annunciazione.
Antonio Mignozzetti