VERBANIA: TRUFFA AGGRAVATA E AUTORICICLAGGIO PER OLTRE UN MILIONEDI EURO. DUE ARRESTI DELLA GUARDIA DI FINANZA
Alle prime luci dell’alba, le Fiamme Gialle del Comando Provinciale Verbania hanno posto bruscamente termine alle scorribande e agli artifizi truffaldini di un noto personaggio della cosiddetta “finanza creativa”.
Il soggetto, rintracciato nella Milano bene, è stato attinto da misura cautelare della custodia in carcere, disposta dal G.I.P. del Tribunale di Milano; assieme a lui, destinatario di analogo provvedimento, il suo braccio destro.
L’esecuzione del provvedimento costituisce l’epilogo di complesse e articolate indagini, delegate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano nel settore del contrasto di reiterati episodi, anche in fieri, di truffa aggravata, riciclaggio e abusivismo finanziario.
L’attività, avviata d’iniziativa dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Verbania, ha tratto origine dall’analisi e dallo sviluppo di molteplici segnalazioni di operazioni sospette in materia di riciclaggio e di delitti contro il patrimonio. Venivano acquisiti, in particolare, dati e notizie in relazione a presunte e plurime illecite attività di truffa aggravata, abusivismo finanziario (ex art. 166 del D.Lgs. n. 58/1998) e autoriciclaggio, ideate da un soggetto italiano, dallo pseudonimo di facile presa mediatica, e perpetrate sul territorio italiano ed estero (Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Serbia, Belgio, Germania e Inghilterra).Il promotore di tali illecite condotte, da oltre un decennio, sfruttando magistralmente la popolarità raggiunta attraverso dedicati servizi su riviste settimanali nazionali, puntate televisive e, soprattutto, sui social networks(Facebook, Instagram, TikTok), era dedito alla commissione di numerose truffe aggravate, che gli avevano consentito di reperire ingenti risorse finanziarie, tali da ostentare un altissimo tenore di vita. Le disponibilità finanziarie venivano contestualmente impiegate e reinvestite nella costituzione di società estere e nell’acquisto di beni extralusso (in primis orologi Rolex e autovetture Lamborghini), così ponendo in essere ulteriori condotte di autoriciclaggio degli illeciti profitti. Per la commissione dei reati, il citato indagato principale era solito avvalersi di terzi soggetti in difficoltà economica, ai quali – dietro compenso – commetteva incarico di costituire ovvero di assumere fittiziamente l’intestazione di quote societarie o di relazioni bancarie/postali, al fine di più facilmente veicolare le ingenti somme di denaro provento di reato che successivamente e in gran parte venivano trasferite su conti esteri (con conseguente autoriciclaggio degli illeciti profitti).
In estrema sintesi, i sodali – attraverso la vendita di quote di imprese sia italiane sia estere, fondamentalmente scatole vuote, ovvero attraverso la vendita di orologi di lusso (Rolex, Patek Philippe, Ademars Piguet), mai di fatto consegnati agli acquirenti – hanno posto in essere numerosi reati contro il patrimonio, id est truffe aggravate, che hanno consentito lauti proventi illeciti, quantificati in circa un milione di euro.
L’indagine ha permesso altresì di accertare che l’indagato principale, dopo la costituzione di apposita società nella Repubblica Slovacca e di un dedicato sito internet, aveva ideato e realizzato – attraverso la creazione di un proprio “token” di criptovaluta – una vera e propria attività, del tutto abusiva, di offerta al pubblico di prodotti finanziari, attraverso la promozione e il collocamento a distanza di valuta virtuale, in palese violazione del disposto di cui all’art. 166 del D. Lgs. n. 58/1998.
La materiale esecuzione dell’Ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, operata contestualmente nei confronti dei due soggetti, è stata effettuata appena accertata la permanenza sul Territorio italiano dell’indagato principale, attualmente domiciliato sulla fascia confinaria italo-svizzera del Canton Ticino.
L’operazione di servizio, pregevolmente coordinata dalla Procura di Milano, si pone a chiara testimonianza di come il monitoraggio dei flussi finanziari sia il metodo più efficace per individuare i capitali di origine illecita, prevenendo e contrastando forme di riciclaggio in grado di inquinare l’economia legale e di alterarne le condizioni di leale concorrenza