IL POTENZIALE DEI MULTIPOTENZIALI

Sapete che cosa avevano in comune Albert Einstein, Coco Chanel e Luisa Spagnoli (e altri che ora non mi dilungo a citare)? La multipotenzialità. Che cos’è la multipotenzialità (scritto proprio tutto attaccato)? Questo termine, declinato in inglese multipotentiality caratterizza le persone che hanno più interessi e manifestano curiosità in vari ambiti.

Portandovi ad una riflessione concreta, provate a pensare ad oggi com’è organizzata la vostra vita lavorativa. Avete un unico lavoro, oppure portate avanti diversi ruoli? Siete portati per avere un’organizzazione della vostra vita, e del vostro lavoro più sfaccettato o lineare? Siete poliedrici oppure preferite la sicurezza e l’essenzialità?

Attualmente il mondo del lavoro è variegato, è liquido, e così come questa nuova generazione, anche le professioni diventano multiple: i ruoli diventano interscambiabili e si creano nuove possibilità. In questo tempo, poi sembrano non bastare più i classici titoli di studio e, in realtà, si richiedono spesso nuove specializzazioni, nuovi requisiti; quindi, l’adattabilità diventa quasi una nuova condizione per poter mantenere un incarico professionale. Ormai si può cambiare lavoro facilmente, e a volte è lo stesso datore di lavoro che, per diverse esigenze, chiede un passaggio di mansioni al lavoratore: ecco che la multipotenzialità diventa un fattore prezioso.

Ciò che sta emergendo ultimamente e che, in qualche modo, indirizza questo cambio, è proprio una nuova concezione di professionalità che deve adeguarsi sempre più a una società che va veloce e che richiede l’adattabilità come caratteristica imprescindibile. La multipotenzialità si rivela una risorsa per chi vive questa realtà, che però non deve essere subita, ma piuttosto accolta e sfruttata al meglio. Non tutti, infatti, hanno la velleità di essere “multitasking”, e bisogna prendere atto che un capo sufficientemente buono, farà le sue adeguate valutazioni sui suoi sottoposti, valutando se e chi può affrontare, sul luogo di lavoro, un passaggio di ruolo perché ritiene che proprio quel lavoratore piuttosto che un altro possa affrontare un cambio in maniera ottimale.

Tenendo presente quali sono le risorse e quali sono le soluzioni per vivere questo costrutto, ci rendiamo conto che non esiste per tutti il mito dell’unica inclinazione, ma può presentarsi anche una propensione naturale dell’individuo a esplorare situazioni diverse, che possono essere collegabili tra di loro.

Gli studi riferiscono che il soggetto multipotenziale coltiva molti interessi apparentemente distanti tra loro, ma non per questo la persona deve risultare superficiale, infatti, in realtà questa caratteristica si può declinare come una risorsa dove si possono acquisire molte competenze all’interno di vari campi, anche se distanti tra loro. Grazie a queste esperienze quindi si amalgamano molto bene le abilità che possono essere così sfruttate in più sfere.

Importante diventa la capacità di contaminazione delle competenze, ricavata cioè dalla formazione non verticalizzata: quindi la capacità di saper trasferire un sapere da un campo, trasformandolo come qualcosa di nuovo, innovativo in un altro determinato campo, sapendolo guardare anche con occhi di un’altra area di saperi.

Il multipotenziale vero però deve essere distinto dall’appassionato puro, in quanto il primo è in grado di tradurre il suo hobby, la sua passione declinandola in una competenza concreta che diventa un’esperienza utilizzabile in un ambito diverso da quello originario, diventando così una verticalizzazione del sapere che funziona in vari settori di applicazione.

La connotazione dell’“iper-permeabilità” ha come abbiamo visto delle peculiarità positive, ma per la persona che presenta questa tipicità, si presentano anche dei limiti, che vi elenco sommariamente:

aspetti positivi:

  • Capacità di apprendere velocemente,
  • Capacità di sintesi e di cogliere i concetti fondamentali,
  • Adattabilità e flessibilità nei diversi ambiti/ruoli,
  • Curiosità,
  • Capacità a trasferire nozioni,
  • Bravi formatori/insegnanti,
  • Innovatori, portano soluzioni da diversi campi a campi inaspettati
  • Capacità di fare rete,
  • Persone resilienti,
  • Si trovano bene in equipe multidisciplinare,
  • L’abbandonare il vecchio per il nuovo non è un problema.

Limiti:

  • Procrastinazione,
  • Entusiasmo iniziale ma poi declina le cose per lui più noiose,
  • Difficoltà a riconoscersi le competenze,
  • Consapevolezza di essere un principiante nel nuovo lavoro, infatti, sa che per evolversi bisogna studiare e quindi diventa complesso in quanto lui già all’inizio è un multi-potenziale,
  • Difficile da descriversi agli altri,
  • Monetizzare, quindi far diventare l’hobby un lavoro in tutto e per tutto,
  • Essere sempre disponibile, quindi vi è una difficoltà oggettiva a dire di no,
  • Facilità di essere sopraffatto dai diversi progetti che accetta,
  • Continui dubbi: la persona si pone domande del tipo “Cosa faccio, cosa lascio, dove investo, cosa devo iniziare?”
  • Senso di noia spesso e volentieri. Come eludere la banalità?
  • Autostima altalenante, ricominciando da capo è come sentirsi un po’ alle prime armi …

Come gestire quindi questi elementi per far fruttare al meglio questa specificità? Intanto diventa necessario declinare la multipotenzialità in qualcosa di sostenibile, disciplinando la spinta forte alla curiosità, gestire la frustrazione che può giungere all’inizio, oppure il fallimento che potrebbe arrivare, facendo attenzione al dialogo interno che è solitamente critico e potrebbe ostacolare la reale fattibilità, e trovare un compromesso per non fare scelte azzardate.

La carriera lavorativa verticale e lineare come si diceva, in modo particolare al giorno di oggi non è per sempre; quindi, si può traslare un sapere da un campo all’altro ma ricordandosi che i progetti devono apportare guadagno, senso e varietà di stimoli. Occorre quindi, costruire una “barriera protettiva” con un accompagnamento positivo alle emozioni negative che possono in qualche modo bloccare una buona propositività, cogliendo la reale fattibilità del progetto e trasformandolo nel concreto, portando così il multipotenziale alla soddisfazione genuina per il suo intervento.

Dott.ssa Roberta Benedetta Casti,

Chinesiologa, Psicologa, specializzanda in psicoterapia.