I finalisti del Premio Campiello 2024 all’Unione Industriali Torino

i cinque finalisti al Premio Campiello 2024
Giovedì 20 giugno, al Centro Congressi dell’Unione Industriali Torino, sono stati presentati i finalisti della Sessantaduesima edizione del Premio Campiello:

Antonio Franchini con “Il fuoco che ti porti dentro” (Marsilio)
Federica Manzon con “Alma” (Feltrinelli)
Michele Mari con “Locus desperatus” (Einaudi)
Vanni Santoni con “Dilaga ovunque” (Laterza)
Emanuele Trevi con “La casa del mago” (Ponte alle Grazie)

L’evento è stato condotto dalla giornalista di Radio24 Alessandra Tedesco, che ha presentato e intervistato gli autori presenti. Ad introdurre ogni finalista: la musica dal vivo del quartetto degli “Oltre Swing LAB” (Massimo Pitzianti alla fisarmonica, Francesco Barbieri al clarinetto, Nunzio Barbieri alla chitarra e Pierre Steve Jino Touche al contrabbasso), la lettura di un brano recitato dagli attori Alessandra Bedino e Fernando Maraghini, un suggestivo video a tema.

L’evento – inserito nell’ambito di Torino Capitale della Cultura d’Impresa 2024 – è stato organizzato dall’agenzia di lavoro interinale Umana, main partner del premio da nove anni, in collaborazione con l’Unione Industriali Torino. Ad introdurre la serata è stato il Presidente di Unione Industriale Torino, Giorgio Marsiaj, che ha evidenziato il forte legame che unisce impresa e cultura alla città nella sua storia dall’unità d’Italia in poi. A seguire gli interventi di Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte, di Enrico Carraro, Presidente Confindustria Veneto e Fondazione Il Campiello, che ha ricordato la storia e l’importanza del Premio fin dalla sua fondazione nel 1962, di Lorenza Patriarca, Presidente della 5ª Commissione Consiliare del Comune di Torino (Cultura, Istruzione, Sport, Turismo, Tempo Libero, Gioventù) e di Maria Raffaella Caprioglio, Presidente di Umana.
Quella di Torino è stata la prima tappa del tour di presentazione della cinquina finalista, che durante l’estate toccherà altre quindici città italiane e che si concluderà con la proclamazione del vincitore – votato da una giuria di trecento lettori anonimi – il 21 settembre, presso il “Gran Teatro La Fenice” di Venezia.

I romanzi finalisti del Premio Campiello 2024

Il fuoco che ti porti dentro
di Antonio Franchini (Marsilio)
Il fuoco che ti porti dentro
Il libro racconta la vita e la morte di Angela – la madre dell’autore – una donna dal carattere impossibile, che incarna in maniera emblematica tutti gli orrori dell’Italia: «il qualunquismo, il razzismo, il classismo, l’egoismo, l’opportunismo, il trasformismo, la mezza cultura peggiore dell’ignoranza, il rancore». Il romanzo è un’indagine nella vita, nelle passioni e negli odi di una donna – un’eroina eccessiva e imprevedibile, capace di alternare toni drammatici e ossessivi a momenti decisamente comici – alla ricerca di una spiegazione possibile.

Antonio Franchini è nato a Napoli nel 1958. Ha esordito nel 1992 con “Camerati. Quattro novelle sul diventare grandi”. Per Marsilio ha pubblicato: “Quando vi ucciderete, maestro?”, “Acqua, sudore, ghiaccio”, “L’abusivo”, “Cronaca della fine”, “Signore delle lacrime”, “Memorie di un venditore di libri” e “Leggere possedere vendere bruciare”.

Alma
di Federica Manzon (Feltrinelli)
Alma di Federica Manzon
Alma la protagonista di un romanzo ambientato a Trieste, città di confine dove l’identità, la memoria e la Storia – personale, familiare, dei Paesi – si cercano e si sfuggono continuamente, facendone un punto di vista da cui guardare i nostri difficili tentativi di capire chi siamo e dov’è la nostra casa.

Federica Manzon ha esordito nel 2008 con “Come si dice addio” (Mondadori), al quale sono seguiti “Di fama e di sventura” (Mondadori), libro finalista al premio Campiello, “La nostalgia degli altri” (Feltrinelli) e “Il bosco del confine” (Aboca). Collabora con l’organizzazione del festival letterario Pordenonelegge ed è redattrice di «Nuovi Argomenti».

Locus desperatus
di Michele Mari (Einaudi)
Locus desperatus di Michele Mari
A dare l’avvio a questa storia è una piccola croce, disegnata nottetempo con un gessetto sulla porta del protagonista. Una croce che ricompare implacabile, nonostante lui la cancelli. Il mistero s’infittisce quando gli verrà imposto uno scambio: qualcuno prenderà il suo posto e lui dovrà trasferirsi, ma anche cambiare identità, insieme alle cose e agli oggetti che sceglieranno di trasferirsi con lui.

Michele Mari è nato a Milano nel 1955. Tra i suoi libri: “Di bestia in bestia”, “Io venía pien d’angoscia a rimirarti”, “La stiva e l’abisso”, “Euridice aveva un cane”, “Filologia dell’anfibio”, “Tu, sanguinosa infanzia”, “Rondini sul filo”, “I sepolcri illustrati”, “Tutto il ferro della torre Eiffel”, “I demoni e la pasta sfoglia”, “Cento poesie d’amore a Ladyhawke”, “Verderame”, “Rosso Floyd”, “Fantasmagonia”, “Roderick Duddle”, “Leggenda privata”, “Dalla cripta”, “La morte attende vittime” e “Le maestose rovine di Sferopoli”.

Dilaga ovunque
di Vanni Santoni (Laterza)
Dilaga ovunque di Vanni Santoni
Graffiti e street art, un fenomeno che è nato “clandestinamente” nei primi anni ’70 del secolo scorso, tra i ragazzini dei quartieri poveri che iniziano a taggare le strade di Philadelphia e New York. Nonostante la repressione sempre più dura e l’ossessione per il decoro, oggi i graffiti sono ovunque, hanno vinto. La street art decora le città, si vende nelle case d’asta, si usa in pubblicità. Il romanzo di Vanni Santoni ci riporta allo spirito delle origini, con il cappuccio della felpa tirato su e le bombole nello zaino, all’odore della vernice e all’adrenalina che sale improvvisa, muovendosi nel buio per mordere la carne della città e rivendicare il diritto di esistere in uno spazio urbano dominato dalle logiche del profitto.

Vanni Santoni (1978) è l’autore de la saga di “Terra ignota”, “I fratelli Michelangelo”, “La scrittura non si insegna”, “La verità su tutto“, “Se fossi fuoco arderei Firenze”, “Muro di casse”, “La stanza profonda” (candidato al Premio Strega) e “Gli interessi in comune”. Scrive sul “Corriere della Sera”.

La casa del mago
di Emanuele Trevi (Ponte alle Grazie)
La casa del mago
La casa del mago è la casa del padre di Emanuele Trevi, celebre e riservatissimo psicoanalista junghiano, un guaritore di anime ma anche un padre di cui occorreva comprendere, e accettare, la legge della sua distrazione, della sua distanza. Alla sua morte decide di trasferirsi nel suo appartamento-studio, di farne casa propria.
Un romanzo personale, commovente, ironico (e perfino umoristico), fra autobiografia, riflessione sul senso dei rapporti e dell’esistenza, storia culturale del Novecento.

Emanuele Trevi (Roma, 1964) ha pubblicato “Istruzioni per l’uso del lupo”, “I cani del nulla”, “Senza verso”, “Il libro della gioia perpetua”, “Qualcosa di scritto” (finalista Strega, vincitore del Premio Europeo per la Letteratura), “Sogni e favole”, “Il popolo di legno”. Con “Due vite” (Neri Pozza, 2020) ha vinto il Premio Strega 2021.

Immagini @Premio Campiello/Marsilio/Feltrinelli/Einaudi/Laterza/Ponte alle Grazie