CHIERI. SORPRESE DI ARTE E DI STORIA. Confraternita dell’Annunziata, un singolare privilegio

Il foglio incollato su pergamena con il testo del privilegio

Dopo aver costruito (1651-1655) il nuovo santuario dell’Annunziata, i Canonici della Collegiata di Chieri avevano bisogno di qualcuno che lo gestisse. In un primo tempo ottennero l’assenso dei preti dell’Oratorio di San Filippo Neri (o Filippini), che però dopo nove anni rinunciarono.

Allora si rivolsero alla Confraternita della Misericordia e di San Giovanni Decollato: un sodalizio fondato nel 1575, con sede nella vicina chiesa di San Pietro all’angolo fra la via omonima e  via Tana.

Anche perché questa chiesa versava in pessime condizioni, la Confraternita della Misericordia accettò, e il 29 aprile 1678, con una solenne processione alla quale parteciparono i Canonici, i rappresentanti del Comune e numeroso popolo (era presente anche il giovane ex muto protagonista del miracolo del 1651),  prendeva possesso della nuova sede e la gestisce tuttora.

Come tutte le Confraternite, anche questa aveva una finalità specifica: l’assistenza spirituale e materiale dei carcerati, dei condannati a morte e delle loro famiglie. Ma grazie ad un singolare privilegio concessole il 13  febbraio 1599 dal duca Carlo Emanuele I, godeva di un diritto sorprendente: ogni anno poteva chiedere la liberazione di un carcerato o di un condannato a morte o a qualche altra pena corporale.

Ecco le parole del decreto ducale, il cui originale è conservato nell’archivio della Confraternita:”Carlo Emanuele per grazia di Dio Duca di Savoia… Concediamo alli suddetti Confratelli e Compagnia della Misericordia di Chieri privilegio e grazia di poter ogni anno in perpetuo liberare un prigione delinquente condannato a morte o ad altra pena corporale …  nell’istessa maniera e forma che abbiamo in simil fatto accordato e concesso alla Compagnia della Misericordia della città di Torino…”.

Al foglio firmato da Carlo Emanuele I sono allegati quelli contenenti le conferme del privilegio concesse nel 1641 da Madama Cristina, nel 1670 da Carlo Emanuele II e nel 1676 da Giovanna Battista di Savoia Nemour. Non ci sono le proroghe successive, per cui non sappiamo fino a quando quel privilegio sia restato in vigore.

Antonio Mignozzetti