Corsa delle botti di Castelnuovo Don Bosco. La “proverbiale” bellezza di Mondonio San Domenico Savio
Anche quest’anno, domenica 7 luglio, per le strade di Castelnuovo Don Bosco si terrà la tradizionale corsa delle botti tra le borgate e le frazioni.
Da diversi anni è anche un’occasione per addobbare a festa le vie, le piazze e i balconi. In realtà c’è una vera e propria gara nella corsa, con un’apposita giuria che premia la squadra più originale.
A Mondonio SDS, per molti addobbi ci ha già pensato madre natura. Volgendo lo sguardo all’insù verso le alte mura di pietra e mattoni, si può ammirare un colorato e profumato giardino verticale. Ci sono le piante di capperi in fiore, le variopinte violette, l’erba cristallina con le sue margherite color porpora, i piccoli e apparentemente fragili ciombolini.Ci sono i vasi davanti alle case, con gerani, ortensie, lavande, erbe aromatiche e tanti fiori.E poi ci sono gli abitanti, che in questi giorni stanno lavorando insieme per abbellire porte e portoni con vari fiocchi e striscioni, rigorosamente di giallo e di blu. Questi due colori sono un’eredità della storica famiglia dei Turco che ha governato su Mondonio agli inizi della sua fondazione tra il X e XI secolo e sono poi diventati anche i colori di San Domenico Savio.
Chi vorrà visitare Mondonio nei giorni prima della corsa, camminando per le strade e i vicoli del paese, potrà anche sfogliare una specie di “libro dei proverbi”.
Verranno affissi cartelli con molti detti riguardanti le protagoniste, le botti, ma anche con proverbi in dialetto mondoniese, con loro traduzione e significato. Non mancheranno quelli più antichi e che vengono utilizzati anche oggi.
Si leggerà di santi del calendario legati al tempo, alle stagioni e alle attività nei campi, insegnamenti di esperienza contadina, battute spiritose, modi di dire di un antico passato medioevale ma ancora attuali.
Solo leggendo un semplice proverbio con curiosità e fantasia, si possono scoprire e immaginare tante cose: ad esempio con il famosissimo “Mettere il carro davanti ai buoi”.
Oltre al suo messaggio che invita a non avere fretta e a comprendere prima di agire, si può scoprire che il detto veniva già usato anche in Francia nel 1400 e che esiste una miniatura di quell’epoca. Ci si può interrogare: ma che animale è il bue? Quale è stato e quale è oggi il suo rapporto con l’uomo? Com’erano fatti i carri e a cosa servivano?
I proverbi possono davvero avere un ruolo cruciale nei progetti di rigenerazione culturale nei piccoli centri. Essi rappresentano un elemento fondamentale del patrimonio culturale e della saggezza popolare, fungendo da ponte tra il passato e il presente.
Raccogliere i proverbi locali può essere un primo passo essenziale per preservare la cultura unica del borgo. Essi possono essere utilizzati come strumenti educativi in scuole, possono ispirare vari progetti artistici, possono anche essere utilizzati per creare percorsi tematici o tour culturali che attirano visitatori interessati a esplorare l’identità unica del paese.
Comunque, anche se “L’importante non è vincere, ma partecipare”, a Mondonio “si gioca pervincere”.