CHIERI – SORPRESE DI ARTE E DI STORIA. L’ARCO: UN MONUMENTO PER TUTTE LE STAGIONI

Nella sua lunga storia l’Arco di Piazza ha dovuto subire le conseguenze di tutte le vicende tristi e liete vissute dalla città. Nel dicembre 1798, dopo l’occupazione del Piemonte da parte dell’esercito rivoluzionario francese, quando il Governo Provvisorio stabilì che  “… si dovrà indilatamente… fare abbattere e cancellare ogni e qualunque siasi stemma gentilizio già inserviente di decorazione delle famiglie, tanto esistenti in pubblico che in privato…”, per iniziativa del Comune le prime insegne ad essere eliminate furono quelle reali dipinte e scolpite sull’Arco di Piazza, insieme alle statue di  Carlo Emanuele I e di  Caterina di Spagna. Pochi mesi dopo, quando le potenze europee si compattarono e partirono alla riscossa,  con l’esercito francese respinto al di là delle Alpi e il Piemonte in mano alle forze  alleate condotte dal generale russo Suvarov, il nuovo Consiglio Comunale fu lesto a far ripristinare le insegne regie dell’Arco dal pittore Filippo Zalli e a far dipingere da certo Marmori  sulla faccia est  dello stesso la seguente epigrafe: “ REGIS ET URBIS INSIGNIA,  GALLORUM INVASIONE PROSCRIPTA , PATRES, BILIONE RECTORE,  RESTITUENDO CURAVERUNT ANNO MDCCLXXXXIX.  (LE AUTORITA’, CON A CAPO BIGLIANI, NELL’ANNO 1799 , PROVVIDERO E RIPRISTINARE LE INSEGNE REGIE E CITTADINE CHE ERANO STATE PROSCRITTE IN SEGUITO ALL’INVASIONE  DEI “GALLI”). Epigrafe e stemmi appena dipinti non ebbero nemmeno il tempo di asciugarsi che vennero di nuovo eliminati allorché, con la vittoria di Napoleone a Marengo (14 giugno 1800), la situazione politica si ribaltò ulteriormente, il Piemonte tornò sotto l’ala francese e nel settembre del 1802 fu addirittura annesso alla Francia. Ma anche dopo la fine di Napoleone e l’inizio della Restaurazione i solerti amministratori non persero tempo: nel giugno del 1814 sollecitarono vari artisti a presentare il loro preventivo per la ridipintura degli stemmi reali sull’Arco di Piazza. Sembra che sia stato accettato quello del  pittore Pietro Fea,  professore di disegno presso il Collegio Civico.

Antonio Mignozzetti