PIEMONTE ARTE: RUBIANA, ARTISTI PIONIERI, ANSELMO, BASILICA MAURIZIANA, PRIMA RISONANZA, SANSICARIO, RITTANA…

Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

AGOSTO: ASPETTI E MOMENTI D’ARTE

Marina Sasso

Gilda Brosio

Tegi Canfari

Nei rinnovati spazi espositivi della Pinacoteca Comunale Francesco Tabusso, in Piazza Roma 11 a Rubiana, dopo la rassegna personale “Emozioni torinesi” di Fernando Eandi, si può ora vedere e seguire sino al 25 agosto la doppia mostra temporanea “Il segno diventa materia”, con una pregevole selezione di lavori dello scultore Gabriele Garbolino Rù e della pittrice Elena Monaco.

Due momenti e aspetti di un’esperienza che lega materia e segno, forma e figurazione realistica, che da sempre appartengono alle ricerche di questi due artisti, tra le riflessioni e le composizioni intorno all’identità del corpo umano di Garbolino Rù e le pagine in bianco e nero, il “colore è quasi una sorpresa”, sottolineano gli organizzatori, dell’incisiva tensione creativa di Elena Monaco. Una vera e propria possibilità, quindi, per il pubblico di incontrare e osservare nel mese di agosto le loro opere nei giorni di sabato e domenica: dalle 10 alle 12/dalle 15,30 alle 18,30(contatti: info@pinacotecatabusso.it, info@arsrubiana.net).

A Guardabosone, un comune in provincia di Vercelli, è stata presentata la IV Edizione di “Artisti Pionieri”, con l’inaugurazione della mostra “Hortus Conclusus”, accompagnata da un testo di Piera Mazzone e caratterizzata dalle opere in permanenza realizzate dalla scultrice Marina Sasso, interprete della simbolica struttura “Luoghi”, da Tegi Canfari per l’installazione “Ascolto”, resa con il materiale “tessuto non  tessuto”, e Gilda Brosio che ha ideato una “Porta della migrazione” aperta sull’orizzonte.

E lo spazio di “Hortus Conclusus” è stato scelto dagli artisti dell’Associazione torinese “Ponte per l’Arte”, presieduta da Carla Barovetti, per entrare in diretto contatto con l’ambiente e cogliere l’essenza di una rivisitata quotidianità. Tanto che Luisa Valentini nel commentare le tre opere di questa edizione ha affermato: “L’arte ha bisogno di queste occasioni, deve arrivare alle persone in modo colloquiale, piuttosto che chiudersi nelle gallerie, bisogna lavorare con la natura”. (www.comune.guardabosone.vc.it)

A. Mis.

LA STAGIONE DI GIOVANNI ANSELMO TRA ENERGIA E LINGUAGGIO

L’Artista Giovanni Anselmo e la sorella Sally Paola Anselmo

Esponente di primo piano del movimento artistico dell’Arte Povera, promosso e profondamente delineato dal critico Germano Celant, Giovanni Anselmo avrebbe compiuto in questi giorni novanta anni, come ha sottolineato la sorella Sally Paola Anselmo Pinottini in una recente testimonianza. Nato a Borgofranco d‘Ivrea il 5 agosto del 1934, e scomparso a Torino il 18 dicembre del 2023, è sicuramente uno degli artisti che maggiormente hanno contribuito alla trasformazione del linguaggio dell’arte tra Novecento e nuovo Millennio, con opere contrassegnate da materiali innovativi e da una personalissima interpretazione del rapporto che intercorre fra equilibrio e tensione: “i miei lavori – ha scritto Anselmo – sono veramente la fisicizzazione della forza di un’azione, dell’energia di una situazione o di un evento”.

E in questa dimensione, si coglie il senso di una ricerca che si è pienamente sviluppata e affermata a livello internazionale con le mostre organizzate dai galleristi Gian Enzo Sperone e Antonio Tucci Russo, le presenze alla Biennale di Venezia del 1978, dove gli è stato assegnato nel 1990 il Leone d’Oro per la pittura, e le partecipazioni alle rassegne del Castello di Rivoli (partendo da “Ouverture”) e a quelle dell’Arte Povera insieme, tra gli altri, a Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio e Giuseppe Penone. Mentre dell’ultimo periodo si segnala l’antologica “Oltre l’orizzonte” alla Fondazione Guggenheim di Bilbao, poi approdata al MAXXI di Roma (aperta sino all’8 ottobre 2024) con significative opere iconiche tra gli anni Sessanta e Duemila: da “Direzione” a “Dissolvenze”.

Sperimentazioni, installazioni, pagine pittoriche, fotografie e libri d’artista appartengono al suo percorso sempre estremamente rigoroso, controllato, scandito da lavori come “Torsione” e “Respiro o dal ciclo “Particolare”, dall’impronta concettuale, e dai graniti della serie “Verso oltremare”, in cui si avverte un senso di interiore sospensione dell’immagine-ideata nello spazio cosmico.

Del gennaio 2024 è, invece, la conferenza alla Gam Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino “Giovanni Anselmo. Accademia della luce”, Public Program di “Luci d’artista”. L’installazione luminosa firmata da Giovanni Anselmo per Luci d’Artista, intitolata “Orizzonti”, e collocata il piazza Carlo Alberto, riflette sui concetti di gravità, equilibrio e forze della natura.

Giovanni Anselmo “Opponendosi sin dall’inizio a qualsiasi evasione estetica – suggerisce la curatrice Gloria Moure – ritrasmette l’essenza dello smarrimento e della poesia che comportano le nostre percezioni”.

 

Angelo Mistrangelo

 

“PASSEPARTOUT” ALLA BASILICA MAURIZIANA DI TORINO

Nel cantiere di restauro della Basilica. Il 22 settembre visita guidata in esclusiva alla cupola

 

 Nel cantiere di restauro della Basilica Mauriziana, che attraversa con la sua stratificazione architettonica e decorativa oltre dieci secoli della storia di Torino, la FOM – Fondazione Ordine Mauriziano organizza per il 22 settembre, giorno dedicato a San Maurizio, una visita guidata in esclusiva alla cupola. La visita consentirà di salire su un ponteggio per ammirare eccezionalmente da vicino il dipinto murale raffigurante il “Trionfo della Croce” realizzato nel 1858-59 da Paolo Emilio Morgari, a celebrazione dei Santi Maurizio e Lazzaro, a cui la Basilica è intitolata.

La Basilica, uno dei beni mauriziani ad oggi meno conosciuti, è attualmente oggetto di operazioni studio e di messa in sicurezza preliminari al prossimo restauro della cupola e del tamburo dell’aula, che con il loro avanzato e grave stato di degrado impediscono l’accesso al pubblico nella Basilica. A ponteggio montato, è ora in corso una dettagliata campagna di saggi stratigrafici sugli stucchi e sugli intonaci per individuare le cromie originarie, gli strati manutentivi, le ridipinture ed eventuali altre sostanze soprammesse. Dal mese di novembre, con l’avvio dei veri e propri interventi di restauro degli intonaci, delle decorazioni, dei serramenti e dell’impianto elettrico e di illuminazione, la Basilica non sarà più accessibile fino alla conclusione dei lavori.

 

PASSEPARTOUT

“Passepartout” è il nome delle visite guidate straordinarie in programma da due anni alla Palazzina di Caccia di Stupinigi alla (ri)scoperta degli spazi segreti, normalmente chiusi al pubblico. Alla Basilica Mauriziana, in occasione del cantiere di restauro e dell’allestimento del ponteggio che consente di vedere lo spazio da un altro punto di vista, la FOM ha organizzato un appuntamento speciale di “Passepartout” nel giorno dedicato a San Maurizio, il 22 settembre 2024.

Il percorso permette di raggiungere la cupola, visibile normalmente solo dal basso. La cupola si eleva per circa 40 metri e venne edificata sul finire del Seicento su progetto dell’architetto luganese Antonio Bettino ed ultimata a metà dell’Ottocento. Importante fonte di luce sono le otto finestre ricavate nel tamburo della cupola e intervallate da coppie di lesene. Oggetto specifico della visita sull’alto ponteggio saranno le decorazioni interessate dal cantiere conoscitivo e dal futuro restauro. La salita alla cupola consentirà di vedere da vicino lo straordinario apparato decorativo composto da dipinti murali e stucchi dipinti, opera di Paolo Emilio Morgari, pittore che lavorò insieme al fratello Rodolfo nella Basilica e in altri cantieri della corte sabauda. Nei pennacchi, posti tra i quattro archi, si trovano invece le immagini di Amedeo IX e Umberto III, i due Beati Sabaudi e i santi Maurizio e Lazzaro, opera di Francesco Gonin.

Per partecipare alle visite guidate è obbligatoria la prenotazione. Vista la particolarità del luogo oggetto della visita, potranno accedere solo gli adulti e i ragazzi al di sopra dei 12 anni di età e per un numero massimo di 10 persone. I visitatori saranno dotati di caschetto di protezione. È necessario essere in buona salute, in buone condizioni fisiche e non soffrire di vertigini per riuscire a muoversi agevolmente sul ponteggio e ad un’altezza di circa 40 metri da terra. Il ponteggio è dotato di un elevatore. È obbligatorio un abbigliamento comodo e calzature chiuse ed adeguate. È vietato l’accesso con borse e/o zaini ingombranti. Durata: un’ora circa.

Le modalità di prenotazione saranno comunicate successivamente, per ora è possibile iscriversi in lista di attesa a: stupinigi@info.ordinemauriziano.it

Le persone in lista riceveranno tempestive comunicazioni su orari e modalità di accesso.

 

LA STORIA

La grande chiesa dell’Ordine Cavalleresco dei Santi Maurizio e Lazzaro, all’incrocio tra via Milano e via della Basilica, nel pieno centro di Torino, è un edificio a croce greca, con l’asse maggiore posto in obliquo rispetto alla maglia viaria in cui è inserita. L’aula, sormontata da una grande cupola affrescata a pianta ellittica, termina in un breve presbiterio, dietro il quale si trova il coro a pianta circolare, sormontato da una volta affrescata.

La Basilica Mauriziana sorge sull’antica chiesa dedicata a San Paolo e la sua storia è legata alla confraternita di Santa Croce, la più antica di Torino, e all’Ordine Mauriziano. Nel 1572 la confraternita ottenne l’uso dell’antica chiesa parrocchiale di San Paolo, costruzione romanica risalente al 1207. La chiesa venne rimodernata nel 1678, su progetto dall’architetto Antonio Bettino, già collaboratore di Guarini nel cantiere della cappella della Sindone e di Amedeo di Castellamonte e nel 1703 l’architetto Antonio Bertola realizzò l’altare maggiore. Nel 1729 il re Vittorio Amedeo II impose la cessione della chiesa all’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, al fine di costruirla come Basilica Magistrale dell’Ordine e di creare un grande complesso architettonico unendo la chiesa all’attiguo Ospedale, e istituì la Regia Arciconfraternita dei Santi Maurizio e Lazzaro, dalla fusione della Confraternita della Santa Croce e della Confraternita di san Maurizio. La fabbrica della chiesa proseguì nei secoli successivi, con la costruzione della facciata neoclassica su progetto di Carlo Bernardo Mosca, e con il rinnovo di parte dell’apparato decorativo: l’affresco della grande cupola è opera di Paolo Emilio Morgari, mentre gli affreschi dei pennacchi e degli intercolunni sono di Francesco Gonin.

La facciata realizzata nel 1836 presenta un pronao tetrastilo con colonne corinzie e un frontone triangolare, preceduto da una scalinata semicircolare di 5 gradini. Fra le colonne, ai fianchi del portone d’ingresso, sono poste due statue che rappresentano i Santi Maurizio e Lazzaro. L’aula principale, a pianta centrale, presenta otto colonne in blocchi scanalati di pietra di Gassino. La cripta è costituita da una cappella a forma circolare realizzata nel corso dei lavori della nuova chiesa e da una vasta aula a tre navate, scandita da colonne e volte a crociera che riproduce la pianta dell’originaria chiesa di San Paolo. Al suo interno sono conservate le spoglie di generali e funzionari dello stato sabaudo.

Fonti antiche testimoniano che la Basilica Mauriziana era nota non solo per la sua bellezza artistica o per l’adiacente ospedale, ma anche perché custodiva un elevato numero di reliquie di grande importanza per i fedeli. Il corpo di San Teodoro e quello di San Giovenale, una mano di San Dalmazio, un braccio di Sant’Orsola e di Santa Colomba, resti di San Maurizio, di San Francesco di Sales e anche un pezzo del Legno della Croce, lì custodito e venerato ed esposto ogni venerdì di marzo per essere adorato dai fedeli.

 

IL PROGETTO DI RESTAURO

Grazie alla disponibilità dell’Arciconfraternita dei Santi Maurizio e Lazzaro, ente che attualmente gestisce la Basilica e il prezioso archivio della confraternita più antica della città, e a una pluriennale collaborazione con la Scuola di Specializzazione Beni Architettonici e del Paesaggio (III livello) del Politecnico di Torino, diretta da Chiara Devoti, sono stati avviati numerosi studi e approfondimenti diagnostici e scientifici, supportati anche dall’attività dell’Archivio Storico dell’Ordine Mauriziano.

I lavori di restauro già avviati porteranno progressivamente alla riapertura della chiesa non solo al culto ma anche a visite guidate, in collaborazione con la Arciconfraternita dei Santi Maurizio e Lazzaro. L’investimento previsto per la Basilica Mauriziana è di euro 619.381,23 per circa tre anni. Il progetto è stato ammesso ai contributi ministeriali in conto capitale del MiC e si concentrerà su interventi per il restauro e la messa in sicurezza della cupola e del tamburo dell’aula.

La progettazione, finanziata dall’Arciconfraternita, coordinata dagli uffici interni della FOM con la partecipazione dell’architetto Giovanni Milone, che ha redatto il primo step di progettazione, sarà elaborata in sinergia con l’alta formazione della Scuola di Specializzazione Beni Architettonici e del Paesaggio (III livello) del Politecnico di Torino e con la Fondazione Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, in stretta collaborazione e con il supporto della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino e in particolare delle funzionarie Monica Fantone e Valeria Moratti.

 

GAM TORINO. PRIMA RISONANZA

 luce, colore, istante e ritmo

Dal 16 ottobre 2024

Al via Prima Risonanza, il progetto della nuova GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, ideato dalla nuova direzione di Chiara Bertola

Dalle tre nuove mostre dedicate a Berthe Morisot, Mary Heilmann e Maria Morganti emergono i temi che ispirano il nuovo allestimento delle collezioni permanenti: luce, colore, istante e ritmo. Dopo molti anni, riapre il secondo piano del Museo, grazie a un progetto architettonico che ne ha valorizzato la struttura originaria e gli ambienti inondati dalla luce. In una sezione del secondo piano è allestito il Deposito vivente, in cui il visitatore vive l’esperienza immersiva di un deposito museale. Stefano Arienti, infine, è l’intruso chiamato a scompaginare l’ordine prestabilito del Museo.

SANSICARIO. DIALOGO SULLE PAROLE. SERENA GAMBA – ALIGHIERO BOETTI

La Galleria Umberto Benappi prosegue la rassegna estiva nello spazio di Sansicario con la mostra DIALOGO SULLE PAROLE. SERENA GAMBA – ALIGHIERO BOETTI realizzata con la collaborazione di NP-ArtLab di Padova.

OPENING MARTEDÌ 13 AGOSTO 2024

dalle ore 18

Sansicario Alto (TO)

La sede di Sansicario, nata con il supporto creativo di  Riccardo Pietrantonio, ospita nuovi progetti e collaborazioni con gallerie italiane e internazionali, con l’obiettivo di proporre cultura in territori dislocati.

Terzo appuntamento della rassegna estiva, è la mostra Dialogo sulle parole. Serena Gamba – Alighiero Boetti di NP-ArtLab, galleria nata dall’idea di Neri Pagnan di creare uno spazio dedicato alla ricerca e alla promozione di pratiche d’arte visiva, con l’obiettivo di esplorare e interpretare il dialogo estetico e concettuale che coesiste tra artisti di diverse generazioni.

La mostra è infatti dedicata al confronto tra la giovane artista Serena Gamba e il maestro Alighiero Boetti.

Serena Gamba è un’artista piemontese che lavora sul tema della memoria e dell’oblio attraverso la parola, il segno, la forma. Tra le opere presentate in mostra, due sono state realizzate in aperto dialogo con l’opera di Boetti.

Prossimo appuntamento

31 agosto – 22 settembre 2024  La messa in scena della pittura. Vanni Cuoghi, con Giuseppe Pero (Milano)

RITTANA (CN). INAUGURAZIONE OPERA PUBBLICA RADIS

con l’artista Giulia Cenci e la curatrice Marta Papini

Mercoledì 2 ottobre 2024 ore 11.00

Chiot Rosa (Rittana, CN)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RACCONIGI. L’INTERVENTO DI ANGELO MISTRANGELO AL CONVEGNO AIDOS SU ETICA DEL LIMITE/I LIMITI DELL’ETICA

AGOSTO AL MAUTO

DUCATI MONSTER SENNA IN ESPOSIZIONE AL MAUTO

DAL 31 LUGLIO AL 3 NOVEMBRE 2024

A partire dal 31 luglio una speciale versione tributo da collezione della naked più iconica di Ducati sarà esposta nella piazza del MAUTO, in concomitanza con la mostra AYRTON SENNA FOREVER.

Il Monster, di cui Ayrton Senna fu tra i primissimi proprietari,  si tinge dei colori del Brasile per onorare un campione che ha fatto la storia e lasciato un segno indelebile nei cuori di tutti gli appassionati. Una serie limitata a 341 esemplari: 3, come i titoli iridati da lui conquistati. 41, come le gare in cui è salito sul gradino più alto del podio.

MOSTRE IN CORSO

AYRTON SENNA FOREVER

PROROGATA FINO AL 3 NOVEMBRE

Spazio mostre

Nella ricorrenza dei trent’anni della scomparsa di Ayrton Senna, il MAUTO dedica al pilota brasiliano una grande mostra che, della sua vita, intende approfondire due aspetti: la storia sportiva del campione e quella privata di un uomo che ha conquistato il cuore di milioni di appassionati in tutto il mondo. Dalle esperienze sui kart fino alle monoposto di Formula 1, la mostra raccoglie le auto più significative guidate da Senna nel corso della sua carriera, dalla prima Formula Ford all’ultima Williams, oltre a documenti, pubblicazioni e memorabilia. Info e biglietti QUI

ATTENZIONE!

DA MARTEDÌ 20 A MARTEDÌ 27 AGOSTO le seguenti vetture lasceranno la mostra per partecipare al SILVERSTONE FESTIVAL (Gran Bretagna):

LOTUS RENAULT  97T2 JOHN PLAYER SPECIAL 1985

VAN DIEMEN FF 1981

VAN DIEMEN RF82 – 1982

RALT RT3 F3 – 1983

 UN VIAGGIO LUNGO MILLE MIGLIA

Project Room

In occasione del primo traguardo di tappa a Torino della 42esima edizione della Mille Miglia, il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile celebra la corsa più bella del mondo con la mostra UN VIAGGIO LUNGO MILLE MIGLIA: l’esposizione – realizzata in collaborazione con il Museo Mille Miglia di Brescia e visitabile nella project room del MAUTO dal 12 giugno al 29 settembre – racconta la storia della leggendaria corsa, un’epopea durata un trentennio – dal 1927 al 1957 – e per la quale gareggiarono su un percorso di “1000 Miglia” i campioni più celebri del periodo.

 

Il percorso espositivo racconta i tre decenni della corsa, con una particolare attenzione agli anni più significativi: il 1927, data della prima edizione, il rilancio dopo la guerra nel 1947 e il 1957, l’anno del trionfo di Taruffi e del tragico epilogo. A ciascuno di questi anni corrisponde una tappa fondamentale nella storia della Mille Miglia: Brescia, il luogo dove tutto ebbe inizio; Torino, simbolo della ripresa nel dopoguerra; Roma, la tappa che unisce l’Italia da nord a sud e città della vittoria amara di Taruffi.

 1000MIGLIA BY MAILANDER

FINO A DOMENICA 29 SETTEMBRE 2024

Spazio antistante la Project Room

Una selezione di ritratti fotografici realizzati da Rodolfo Mailander, fotoreporter e poi responsabile delle relazioni internazionali per FIAT. Piloti, team manager, ingegneri, giornalisti, tecnici: Enzo Ferrari, Juan Manuel Fangio, Stirling Moss, Alberto Ascari, la pilota Gilberte Thirion sono solo alcuni dei volti immortalati nei tanti momenti della gara, sia durante la competizione che nel dietro le quinte.

La mostra è parte di un progetto realizzato da quattro dei principali poli museali dell’auto in Italia – Museo Mille Miglia di Brescia, Museo Nicolis di Villafranca di Verona, Museo Fratelli Cozzi di Legnano e Museo Nazionale dell’Automobile –  con la Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica. Primo frutto di questo sodalizio inedito, l’esposizione offrirà in ciascun museo una selezione di immagini che Rodolfo “Rudy” Mailander ha realizzato con la sua Leica alla “corsa più bella al mondo”. Scatti di assoluto pregio, eccezionalmente concessi dal prestigioso Revs Institute in Florida, per dare vita a uno spaccato storico e culturale di cui la 1000 Miglia è al contempo protagonista e contesto.

 

A CANTOIRA PRESENTAZIONE DEL LIBRO “I REMMERT DALLA PRUSSIA A CIRIÈ ALLE VALLI DI LANZO. UNA STORIA DI INDUSTRIA E PROGRESSO”

Venerdì 9 agosto 2024, alle ore 18.30, a Cantoira, presso la Libreria Ca’ Libro di Via Roma 151, verrà nuovamente presentato il 154° volume della Collana editoriale: I Remmert dalla Prussia a Ciriè alle Valli di Lanzo. Una storia di industria e progresso, a cura di Angelica e Cristina Natta-Soleri, Aldo Audisio