Chieri. Quel viaggio della speranza, destinazione piscina
Viaggio di un tetraplegico con partenza da via Baldissero 16, con destinazione la piscina Zero Club, distanza stimata circa 1500 m. Buche e impedimenti stradali permettendo.
Viaggio di un tetraplegico con partenza da via Baldissero 16, con destinazione la piscina Zero Club, distanza stimata circa 1500 m. Buche e impedimenti stradali permettendo.
Mezzo a disposizione: carrozzina elettrica, perciò ecologica a impatto zero, priva di ammortizzatori e con quattro gomme piene, perciò molto sensibile alle asperità stradali. Velocità massima stimata 12 km all’ora.
Il pilota: tetraplegico da 37 anni ancora attivo e produttivo, ma purtroppo, con l’andar del tempo e dell’età (70) patisce un aumento di dolori neurologici e anche scheletrici, e d’altro, causa anche della lunga inattività.
La cronistoria non è una lamentela, è un voler condividere con ogni lettore di buona volontà, quanto piccole cose che passano inosservate a chi fortunato lui, gode di buona salute, diventano quella barriera in più che aggiunge un po’ di vita grama laddove già abbonda.
Le buone intenzioni di intervento nei confronti delle barriere architettoniche passano attraverso l’esperienza di chi le affronta. Ecco perché, facente parte della consulta per le disabilità, quando parlai di scorrevolezza ai progettisti del Comune, e ancora, quando mi misi a disposizione per far notare quelle piccole cause che restituiscono grandi effetti, di fronte alla latitanza di un confronto ci rimasi male, perché gli intoppi riportati delle immagini, sono ovunque.
Ebbene, lascio al lettore, e magari anche qualche addetto ai lavori, una serie di ostacoli su dei passaggi trascurati e fastidiosi che in realtà complicano la vita a pochi, per fortuna.
Qualche scivolo è stato addolcito di fresco, poi i passaggi sono pieni di buche e il mio mattoncino su ruote rimbalza e saltella. Sembra cosa da poco, meno male che sono il solo a constatarlo e che, perlopiù l’altra gente sta bene, e dunque lo ignora.
Poi ci sono i pali, ci passo di misura, guidare la carriola con un braccio che si muove appena non è un gesto preciso al 100%, ma col tempo sono diventato bravo. Davanti al cestino che sbarra la strada però, niente da fare. Devo tornare indietro in retromarcia… Giuro, non l’ho fatto apposta, l’ho trovato così. Saranno una trentina di metri, il passaggio è stretto, ma per fortuna c’è mia figlia che mi dirige, è un momento sconsolato, ma quasi divertente, di quelli che fanno scuotere la testa, mentre l’impulso si scatta qualche foto.
Il ciuffo d’erba sembra buffo dire che disturba la salita, ma la ruota poi ci scivola sopra e poi, più avanti è tutta buche, un altro marciapiede conserva un piccolo gradino; non ce la posso fare. Meglio passare per la strada, un po’ di posto c’è e poi chi guida, sovente è una persona gentile.
Infine si arriva a quell’ultimo, aguzzo dosso. Sembra uno scherzo, ma lo devo dire: se devo salire devo rallentare, fermarmi e poi montare su, stessa cosa dall’altra parte. Chieri è alle spalle da ben 20 m ormai, la strada fino alla piscina richiede un po’ di prudenza ma si viaggia veloce, a tutto gas sull’asfalto liscio, capelli al vento, felicità, speriamo che non passi un pirata della strada…
Post scriptum: piscina raggiunta, accoglienza cortese, un bel posto in questo lunedì di settembre accarezzato dal sole. Il ritorno è stato altrettanto “poco scorrevole”, ma è risaputo, noi ragnetti a rotelle vorremmo sempre che si spianasse il mondo solo per noi…. Sto scherzando dai! Grazie al lettore per ogni attenzione.
Carlo Mariano Sartoris