Addio a Totò Schillaci, l’eroe delle notti magiche
Totò Schillaci non c’è più. Dopo lunga e terribile malattia se n’è andato, a 59 anni. Troppo, troppo in fretta, come nello stile di un uomo, un calciatore, un campione, che ci ha illuminati come una meteora.
Ricordate? Le ‘notti magiche’ del 1990, lui che dopo un finale di stagione incredibile alla Juve viene chiamato da Vicini nella ‘rosa’ della Nazionale che gioca in casa i Mondiali e spera di vincerli. Una chiamata a furor di popolo, visto che in tantissimi lo reclamavano. Da riserva, per la panchina.
Ma in certe storie non c’è tempo per i passaggi graduali, per Schillaci non esiste il passo alla volta.
Entra in una complicatissima partita di esordio contro l’Austria e dopo pochi minuti segna il gol partita. Da quel Mundial non uscirà più.
Gol uno dopo l’altro, di rabbia, anche di casualità, segnati da uno che viene dal nulla e sa che deve cogliere l’attimo. E Totò lo coglie: sarà bomber principe di quel Mundial sfortunato per gli azzurri ma da sogno per lui. Che passerà una estate a fuggire da tifosi adoranti.
In Italia ma anche in mezzo mondo gli intitolano dei bar dove troneggia un suo primo piano con occhi spiritati.
Grande momento. Che, come prevedibile, non dura.
La Juve di Maifredi e poi di Trapattoni non ritrova che a sprazzi sempre più rari quell’attaccante tremendista dal gol un po’ naif. La sua ora di gloria è già passata, la carriera durerà poco di più.
Totò Schillaci resta un sogno di notti magiche
Gianni Giacone