CHIERI. SORPRESE DI ARTE E DI STORIA. La scomparsa del settecentesco monastero di Sant’Andrea
All’inizio dell’Ottocento il monastero di Santa Maria e Sant’Andrea era un’immensa struttura settecentesca di circa 300 stanze. Ospitava 72 persone: 47 monache, 18 inservienti in clausura, 5 inservienti fuori clausura e due preti. Nel 1802, con l’occupazione del Piemonte da parte dell’esercito rivoluzionario francese, come tutti i monasteri anche questo venne soppresso. La sua destinazione in un primo tempo fu incerta: qualcuno avrebbe voluto trasferirvi l’Ospedale Maggiore; altri propendevano per la sua vendita. Prevalsero questi ultimi: nel novembre del 1808 fu messo all’asta e venne acquisito dai migliori offerenti: un certo Angelini e soprattutto tale Porati di Cunico (AT), il quale utilizzò un’ala come sua abitazione e affittò il resto a vari soggetti, fra cui il Comune, che vi trasferì “la chimica” (come si esprime il relativo documento di archivio), cioè il laboratorio chimico.
Nel 1962 il Comune, deciso a risolvere il grave problema della penuria di scuole, acquistò tutto l’ex monastero che nel frattempo, attraverso vari passaggi di mano, era pervenuto, probabilmente per via ereditaria, all’Orfanotrofio Femminile di Torino. Ma subito si presentò un dilemma: adattare l’ex monastero ad uso scolastico o demolirlo per costruirne uno completamente nuovo? La cosa fu discussa a lungo finché, con la delibera n. 242 del 27 luglio 1962, il Consiglio Comunale si pronunciò per l’abbattimento. Scomparve, così, un grande complesso barocco, sicuramente di pregio, per cedere il posto ad un nuovo stabile che gli “ordinati” consiliari definiscono “industrializzato”, cioè prefabbricato, con struttura in metallo. La nuova scuola venne inaugurata il 25 ottobre 1964. Contava 24 aule, destinate alla Scuola Media Angelo Mosso e alla sezione distaccata dell’Istituto Einaudi per Ragionieri. Nel frattempo, il 25 maggio 1964 il Comune deliberava la realizzazione, sempre nell’area sulla quale un tempo sorgeva il monastero, di un secondo edificio “industrializzato”, che ospitò l’Istituto per Geometri.
Con il trascorrere degli anni, però, le esigenze cambiarono. A partire dagli Anni Ottanta del Novecento si avvertì come necessaria la concentrazione in un solo sito, cioè via Montessori, in regione Ravetta, delle scuole superiori. Il che rese superflui gli edifici “industrializzati” costruiti al posto del monastero. Dopo anni di abbandono, nel 2023 anche questi vennero demoliti per lasciare il posto al “PATCH”, il “PArco del TEssile Chierese”.
Antonio Mignozzetti
(2 – Continua)