Alessandria. Rapinano un distributore dopo la fallita “truffa del corriere”.

Le indagini dei Carabinieri portano all’arresto e alla sottoposizione all’obbligo di dimora di due trasfertisti del crimine.

 

Alessandria – Un primo pomeriggio come tanti al distributore di carburante sul lungo Tanaro. Clienti che passano, fanno rifornimento, pagano e vanno via, magari dopo avere scambiato due battute con il gestore. In un momento di calma, arriva un uomo che si presenta come corriere di una nota azienda di spedizioni e chiede all’anziano benzinaio di potere parlare con il figlio per una consegna. L’uomo dice che suo figlio non è presente e non si dimostra incline ad assecondare le richieste del corriere, che pretende il pagamento della consegna, in quanto il pacco conterrebbe uno smartphone di ingente valore.

Il falso corriere, ormai alle strette, compreso di non essere riuscito nell’inganno, solleva il braccio in direzione del benzinaio. La mano è occultata dentro un sacchetto di plastica che non permette di vedere con ci sia all’interno. “Ho una pistola”, dice. “Dammi tutto l’incasso”. L’anziano non può fare altro che arretrare, lasciando che il rapinatore si appropri dell’incasso giornaliero. Circa 800 euro.

Senza perdere tempo, il rapinatore esce dal gabbiotto, sale a bordo di un’autovettura condotta da un complice e fugge via.

Scattano le indagini.

I Carabinieri della Sezione Operativa del NORM di Alessandria battono tutte le piste e nel frattempo acquisiscono e analizzano i filmati dell’impianto di videosorveglianza presente nel distributore.

È necessario tempo per addivenire all’identificazione dei due, ma alla fine le ricerche danno i primi riscontri. Prima il rapinatore e successivamente il complice finiscono per avere un nome, anche grazie all’accurato esame di passaggi autostradali, pagamenti, filmati di impianti di videosorveglianza pubblici e privati, testimonianze. Non senza difficoltà, anche perché i rapinatori sono soliti usare veicoli a noleggio con contratti intestati a prestanomi.

Da Napoli a Peschiera del Garda, passando da Alessandria e dall’Emilia Romagna, le indagini permettono di individuare il 31enne che ha materialmente commesso la rapina, dopo che lo stesso aveva fatto perdere le tracce, rendendosi irreperibile dal luogo di residenza accertato.

La fuga termina a Vignola, nel modenese, dove i Carabinieri lo fermano mentre sta effettuando un sopralluogo per il prossimo colpo. Quando i Carabinieri lo arrestano, indossa la divisa di un’altra nota azienda di spedizioni. Per lui si aprono le porte del Carcere di Modena mentre per il complice, un 38enne, la fuga finisce fra le mura amiche dell’abitazione dove risiede e in cui viene sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora.

I due presunti rapinatori sono pluripregiudicati provenienti dai Quartieri Spagnoli di Napoli, dediti principalmente alle truffe con il modus operandi della “truffa del corriere”, la tecnica che vede i malfattori spacciarsi per corrieri di note ditte, delle quali indossano anche le divise, che con la scusa di dovere consegnare telefoni cellulari di ingente valore a un parente non presente ne pretendono il pagamento dalla sventurata vittima. Nel pacco, ovviamente, nulla di prezioso e spesso proprio nulla.