PERSONAGGI NOVARESI 10. FRANCESCO ANTONIO BIANCHINI INSIGNE STORICO DEL XIX SECOLO
Da documenti contraddittori Francesco Antonio Bianchini risulta nato a Novara o ad Alessandria (certo è che si è sempre definito novarese) nella seconda metà del Settecento, precisamente nel 1774, e morto a Novara il 4 dicembre 1854.
Avvocato, lavorò in vari uffici municipali di Novara, soprattutto nel settore della pubblica istruzione.
Fu inoltre il successore di Giacomo Giovanetti nella soprintendenza del civico Istituto Bellini d’Arti e Mestieri.
Nel 1828 pubblicò la sua opera più famosa “Le cose rimarchevoli della città di Novara precedute da Compendio storico” (nella foto copertina dell’opera), che costituì l’opera prima, nel suo genere, nel campo della storiografia novarese. L’opera fu accolta con entusiasmo dai concittadini e dalla critica ufficiale, ma fu invece accolta negativamente dagli ambienti del potere novarese, con una vera e propria persecuzione dell’autore e dell’opera, ma con la difesa dell’amico Giacomo Giovanetti.
Alla fine il suo merito fu riconosciuto ed ebbe dal Municipio, con una deliberazione, il titolo di “storiografo della città” nella seduta dell’11 settembre 1832. Il Comune stanziò inoltre una somma di L. 1000 per l’acquisto di un oggetto di suo gradimento. Il titolo gli fu effettivamente conferito il successivo 26 dicembre.
Grazie alla grande considerazione acquisita con la pubblicazione di “Le cose rimarchevoli della città di Novara, precedute da Compendio storico”, venne coinvolto in numerosi progetti in cui di doveva decidere i temi delle decorazioni dei monumenti cittadini.
Nel 1837, ad esempio, suggerì le decorazioni scultoree per la Barriera Albertina (nella foto), poi realizzate da Giuseppe Argenti; inoltre concordò con Giacomo Giovanetti le metope per i Portici Nuovi dei Mercanti.
Nel 1839 fu incaricato di scegliere le statue per il nuovo Palazzo del Mercato, allora quasi terminato (nella foto).Fu membro di varie accademie e socio corrispondente di diverse società, come la Deputazione di Storia Patria di Torino, la Società Economica di Chiavari e l’Accademia dei filomati di Lucca. Fu inoltre chiamato a comporre gli epitaffi dei monumenti funerari di varie personalità novaresi.
Dal 1835 al 1841 poi, con cadenza annuale, pubblicò “Lo Spigolatore Novarese”, un particolare almanacco che, oltre a parlare, come gli altri, di astronomia, meteorologia, geografia, feste civili e religiose, trattava spesso di temi tipicamente novaresi, con notizie degli uffici, dei mercati, delle fiere, informazioni demografiche ed economiche, approfondimenti di carattere storico-artistico relativi sia al passato che al presente. Defendente Sacchi lodò “Lo Spigolatore Novarese” sulle pagine degli “Annali Universali”, proponendolo come modello per altre città, così da riscoprire e tramandare il patrimonio storico delle province d’Italia.
Nel 1848 lo storico Leone Tettoni affermò che il Compendio, che precedeva nel volume “Le cose rimarchevoli della città di Novara”, soddisfaceva tutti i requisiti di un trattato di storia.
Nei primi anni ’40 del XIX secolo fu segretario della direzione dell’Asilo di carità per l’infanzia. Fu inoltre autore di molte monografie storiche dettate per raccolte locali.
Quando morì, il 4 dicembre 1854, fu subito ricordato tra i grandi autori di storia patria.
La Società Storica Novarese si occupò più volte di Bianchini sul proprio “Bollettino” e nel 2018 Dorino Tuniz lo annoverò tra i grandi storici di Novara del XVIII e XIX secolo, quali Carlo Francesco Frasconi e Giovanni Battista Bartoli.
A Francesco Bianchini venne intitolata dal Consiglio comunale il 29 maggio 1890 la via dei Mercanti nella quale abitò a lungo. Quest’ultima denominazione era stata attribuita nel 1863 a quella che era comunemente detta via delle Rane.
Enzo De Paoli