Alba. Commemorato il 30° Anniversario della Grande alluvione del 1994
L’evento “La forza di ricostruire”, organizzato dalla Regione Piemonte per il 30° anniversario della Grande Alluvione del 1994, ha avuto luogo ad Alba a ricordo di una delle tragedie naturali più devastanti nella storia recente della regione. L’alluvione, avvenuta nel novembre 1994, colpì duramente diverse aree del Piemonte, causando gravi perdite umane e danni diffusi alle infrastrutture e al territorio.
Durante la giornata, è stato sottolineato il ruolo centrale della prevenzione e della lotta contro il dissesto idrogeologico, con particolare attenzione a come queste misure possano aiutare a evitare simili disastri in futuro.
Il Teatro Sociale di Alba ha ospitato una cerimonia dal titolo “Il Piemonte ringrazia i protagonisti della ricostruzione”, dove sono state ricordate le vittime della calamità e sono stati celebrati sindaci, amministratori locali e volontari che si impegnarono senza sosta durante i giorni dell’emergenza e nei mesi di ricostruzione.
Tra le figure di spicco presenti alla cerimonia, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, insieme al Capo Dipartimento della Protezione Civile Fabio Ciciliano e all’assessore regionale alla Protezione Civile Marco Gabusi, ha consegnato riconoscimenti simbolici ai protagonisti di quel periodo. Il presidente Cirio ha espresso profonda gratitudine agli amministratori locali di allora, il cui impegno ha permesso alle comunità colpite di risollevarsi nonostante le difficoltà.
Questa commemorazione ha avuto anche l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sull’importanza della prevenzione e della collaborazione tra istituzioni e comunità per affrontare al meglio le sfide legate al cambiamento climatico e ai rischi ambientali.
Nel corso della mattinata, alla Fondazione Ferrero di Alba, si è tenuto il convegno “La Grande Alluvione e la sua eredità”, che ha offerto una riflessione sugli interventi che hanno trasformato la gestione del territorio piemontese dopo il drammatico evento del 1994.
Durante il convegno, sono stati esaminati i progressi nel settore della Protezione Civile e le tecnologie di prevenzione sviluppate per garantire una maggiore sicurezza in caso di nuove emergenze.
L’assessore alla Protezione Civile, Marco Gabusi, ha aperto i lavori sottolineando quanto quell’alluvione abbia cambiato profondamente il Piemonte, trasformando il territorio e lasciando un’eredità fatta di consapevolezza e miglioramenti strutturali.
Tra i relatori, Secondo Barbero, direttore di Arpa Piemonte, e Tommaso Simonelli dell’Autorità di Bacino del Po, hanno esposto i risultati dei progetti di monitoraggio e intervento attuati nel tempo.
Un contributo significativo è stato offerto da Vincenzo Coccolo, direttore della Protezione Civile regionale durante il disastro, che ha raccontato come la previsione dell’alluvione fosse stata formulata 72 ore prima dell’evento, ma con mezzi di comunicazione allora limitati. Coccolo ha ricordato che, ai tempi, i messaggi di allerta erano inviati via fax, ma la coincidenza con il weekend fece sì che molti avvisi venissero letti solo il lunedì mattina, troppo tardi per prevenire il peggio.
Quella tragedia del 1994 portò alla nascita di un nuovo approccio alla gestione del rischio idrogeologico e alla protezione civile, con un’attenzione crescente alla prevenzione e una maggiore consapevolezza collettiva.
Da allora, l’opinione pubblica e le amministrazioni locali si sono sensibilizzate sull’importanza di anticipare i rischi, non solo di riparare i danni dopo l’evento. È stata quindi avviata una trasformazione culturale che ha posto l’accento su una protezione civile più proattiva e sulla responsabilità condivisa tra istituzioni e cittadini.