Chieri. La proposta del GIC: «Nell’ex caserma Scotti un mini-campus universitario e un co-working connessi alle imprese»
Dario Kafaie, presidente del Gruppo Imprese Chieresi, lancia al Comune una proposta di rigenerazione urbana “per trattenere e attrarre giovani interessati a lavorare nelle aziende del territorio, portando nuove idee e progetti”
Come trattenere e attirare i giovani, che sono divenuti una risorsa ormai scarsa sul territorio chierese? Dario Kafaie, presidente del GIC – Gruppo Imprese Chieresi, lancia una proposta al territorio -in particolare al Comune di Chieri- rispetto alla rigenerazione urbana che coinvolge il progetto della ex caserma “Scotti” in strada Campo Archero, di fronte alla stazione ferroviaria SFM1.
Kafaie parte dalla riflessione che il Chierese ha una grande sfida davanti a sé: quella demografica. «Secondo i dati ISTAT 01/2023, nei Comuni periferici del Piemonte la popolazione anziana è più che doppia di quella giovane: questo ci impone di prevedere delle aree di sviluppo per attrarre e trattenere giovani nel nostro territorio, considerate le grosse difficoltà relative alle residenze per studenti -spiega- Per questo abbiamo proposto all’Amministrazione di dare vita a un vero e proprio mini-campus universitario, dove ospitare studenti meritevoli dell’Università di Torino e del Politecnico, mettendoli in connessione con le imprese di tutto il Chierese».
L’idea del GIC è di trasformare una parte dell’ex edificio militare in un’area non solo residenziale, bensì dotata anche di spazi per lo studio e di un co-working «dove incubare nuove idee e progetti» anche tramite tirocini e start up innovative.
La proposta di Kafaie mira quindi non solo a trattenere i giovani studenti del territorio, ma ad attrarne anche da fuori. «Solamente offrendo un servizio efficiente, all’avanguardia, connesso con il mondo del lavoro e collegato alla rete del trasporto pubblico possiamo attrezzare il nostro territorio di un attrattore di talenti capaci di affrontare una sfida epocale: la forte diminuzione della popolazione in età da lavoro, che costituisce un “freno” al potenziale di crescita per il territorio», sottolinea.
E dettaglia: «Il declino demografico può ulteriormente aggravare l’impatto negativo di quelle forze che ingabbiano i sistemi locali in una “trappola dello sviluppo”: significa che la debole dinamica demografica intensifica gli effetti di un circolo vizioso che sfavorisce ulteriormente l’attrattività economico-produttiva delle aree interessate, disincentiva gli investimenti infrastrutturali e impedisce agli Enti locali di reperire le risorse per la fornitura dei servizi pubblici e per il sostegno alle popolazioni residenti, in particolare quelle più anziane», conclude il presidente del GIC, ricordando le sinergie tra imprese e mondo della formazione già messe in campo attraverso l’istituzione del diploma sperimentale in ambito tecnico attivato al CIOFS “Santa Teresa”, sempre a Chieri.