Autoaddormentamento e sonno attivo

Una delle preoccupazioni principali dei genitori è: il nostro bambino dormirà? Soprattutto dopo le prime settimane a casa col neonato, la stanchezza si fa sentire e si provano tutte le soluzioni possibili. Oggi vediamo insieme che cos’è l’addormentamento autonomo.

 

Prima di avere un figlio si sa che i bambini non dormono, ma quel che non si sa è che possono davvero non dormire MAI e soprattutto che addormentarli può diventare un’impresa. L’addormentamento autonomo può funzionare con tutti, a patto di adeguarlo alle esigenze del proprio bebè e della famiglia tutta.

Per addormentamento autonomo si intende la capacità del bambino, anche neonato, di addormentarsi da solo. O meglio ancora, si tratta di addormentamento autonomo quando i genitori accompagnano il piccolo nella riscoperta (o scoperta) di questa capacità. Ogni bambino ha un suo modo per rilassarsi e addormentarsi, ed è importante che sappia lasciarsi andare al sonno. È importante anche per mamma e papà, che così avranno meno da fare coi risvegli notturni: è una regola che vale per tutto nella vita dei genitori, lasciare che se la cavino da soli è il miglior modo per renderli autonomi! Ma attenzione: non si tratta di abbandonarli a loro stessi.

Come aiutare il neonato ad addormentarsi da solo

Prima si inizia, meglio è: per questo è meglio provare l’addormentamento autonomo quando ancora sono molto piccoli.

La chiave sta proprio nell’accompagnare il bambino per fare in modo che si rilassi e che non abbia bisogno di stratagemmi per addormentarsi. Questo quindi non significa né che si debba fare di tutto per farlo dormire (cullarlo, passeggiarlo, portarlo in auto perché “lo rilassa”) ma nemmeno che bisogna metterlo nel lettino, lasciarlo piangere e andarsene (come invece sostenevano diverse teorie, soprattutto tempo fa).

Bisogna creare un ambiente rilassante e in cui il piccolo si senta sicuro e possa abbandonarsi al sonno. Una cosa simile la insegnava già Tracy Hogg ne Il linguaggio segreto dei neonati: Hogg sosteneva che per abituare i neonati a dormire soli, in sostanza, si dovevano lasciare soli, attendere un attimo per intervenire, intervenire rassicurandoli e senza prenderli in braccio e così anche per tutta la notte.

Come rilassare un neonato perché dorma

Per fare in modo che un neonato arrivi alla nanna rilassato bisogna tenere conto di molti aspetti, perché dipende anche dall’indole di ciascun bambino, ma ci sono alcuni elementi comuni a tutti. Uno di questi è creare un ambiente tranquillo già nel tardo pomeriggio, che predisponga alla calma anziché all’agitazione.

Ecco alcune cose che potete fare perché il bambino si rilassi:

  • a partire dalle 18 al massimo, no a tv o altri dispositivi; concessa la radio, a patto che rimandi una musica rilassante (per esempio la musica classica o da camera)
  • quando inizia a far buio, limitate le luci in casa
  • privilegiate una cena leggera, se già mangia, e non più tardi delle 20 (meglio entro le 19.30)
  • no a giochi, canzoncine e altro la sera, sì al bagnetto, ma prima di cena
  • il vostro atteggiamento deve essere tranquillo e rilassato, il tono di voce sereno e basso, dovete preferire le attività calme a quelle più movimentate

Anche la cameretta deve essere a prova di relax: no a troppi oggetti colorati, areate spesso l’ambiente, usate un sacco nanna in inverno e soprattutto usate la sua stanza (o la vostra, se dorme con voi) come camera da letto, non di gioco.

Questo è importante per stabilire dei confini e far riconoscere subito al piccolo di che momento si tratta.

Al momento della nanna, non serve lasciare il piccolo nella culla e andarsene. Restate con lui e stabilite un rituale che lo accompagni al sonno. Se è abituato ad addormentarsi in braccio, provate a tenerlo fino a quando vedete che sta cedendo, a metterlo giù e a restargli vicino. Via via, potrete diminuire questo tempo e metterlo direttamente a letto.

L’addormentamento autonomo non significa lasciare un bambino da solo nella culla, magari in preda alle lacrime. Significa mettere in atto delle strategie che lo aiutino a rilassarsi, e a volte significa anche stargli vicini un po’ perché si senta al sicuro. Ci vogliono pazienza e perseveranza, ma i risultati meritano!