CHIERI. SORPRESE DI ARTE E DI STORIA. Prima Corso Wilson (1918-1920), poi…

L’alberata di viale Fiume

Sorprende che per un certo periodo, fra la fine del 1918 e il 1920, il viale che dalla porta del Vayro (l’odierna “area Tabasso”) si dirige verso Torino si sia chiamato corso Wilson dal nome del 28° presidente degli Stati Uniti d’America Woodrow Wilson . Come mai? Cosa ha avuto a che fare Wilson con Chieri?

Per capirlo bisogna andare al 4 novembre 1918 e all’euforia che pervase la città alla notizia della fine, vittoriosa per l’Italia, della prima guerra mondiale. Le piazze di Chieri (come quelle di tutte le altre città d’Italia) si riempirono di gente festante, cosa che si ripeté nei giorni successivi.

Sulla scia di quell’entusiasmo il 3 dicembre si riunì il Consiglio Comunale. “Egregi colleghi! – declamò il sindaco Agostino Bottero – L’Italia è libera e compiutamente redenta! […]. Sulla torre di San Giusto, sugli spalti del castello di Trento, ove il capestro degli Asburgo soffocò l’ultimo grido di Cesare Battisti: viva l’Italia!, splende, sventola libera al sole per secoli avvenire la bandiera gloriosa d’Italia […] ”. In quella seduta-fiume il Consiglio, insieme ad altri provvedimenti, cambiò il nome di alcune vie e piazze: piazza San Francesco diventò piazza Vittorio Emanuele III; le due “piazze della legna” presero il nome di piazza Trento e piazza Trieste; la via della stazione ferroviaria diventò via Roma; quella del mercato dei buoi via IV novembre;, un tratto di via lungo il Tepice via Cesare Battisti. E fin qui niente di strano: si trattava di nomi legati alla storia d’Italia. Meno comprensibile è il fatto che ad un viale sia stato dato il nome di “corso Wilson”. Per quale motivo? Il fatto è che quel presidente americano, dopo aver pronunciato davanti al Congresso degli Stati Uniti il famoso discorso dei “quattordici punti” sul “principio di nazionalità” o “autodeterminazione dei popoli”, per queste sue idee avanzate divenne molto popolare anche in Europa. In Italia numerose città gli intitolarono vie e piazze. Chieri fece anche di più: non solo gli dedicò un viale, ma gli conferì anche la cittadinanza onoraria! L’infatuazione per Wilson, però, durò pochissimo. Quando, nel 1919, alla conferenza di pace di Parigi, le aspettative dell’Italia, che rivendicava il possesso della Dalmazia e soprattutto della città di Fiume, non trovarono soddisfazione anche e soprattutto per l’opposizione di Wilson, la popolarità del presidente americano si trasformò rapidamente in avversione. Dappertutto il suo nome sparì dalle vie e dalle piazze. Anche a Chieri, dove viale Wilson diventò, ed è rimasto, viale Fiume.

Antonio Mignozzetti