CHIERI. SORPRESE DI ARTE E STORIA – Splendidi soffitti quattrocenteschi

Palazzo Bertone

Palazzo Valfrè

Ex palazzo Buschetti
Il Quattrocento è stato il secolo d’oro nella storia di Chieri. D’oro nel campo dell’industria tessile: i fustagni chieresi avevano conquistato i principali mercati di tutta l’Europa. D’oro dal punto di vista finanziario: arricchitisi, i fustanieri si erano trasformati in banchieri. D’oro in campo artistico: i ricchi chieresi (i Villa, i Broglia, i Balbo, i Bertone, i Solaro, i Tana), oltre a costruirsi sontuosi palazzi, per sfoggiare ricchezza e potere si dettero al mecenatismo, finanziando la costruzione (o ricostruzione) e l’arredamento delle principali chiese chieresi, come la Collegiata di Santa Maria della Scala e le chiese di San Giorgio e di San Domenico.
Ma mentre le chiese sono giunte a noi abbastanza integre nella struttura e per certi aspetti anche nella decorazione, dei palazzi nobiliari non è rimasto molto in seguito alle profonde trasformazioni operate da eredi e discendenti.
Fra ciò che è rimasto spiccano numerosi saloni d’onore impreziositi dai soffitti lignei a cassettoni variamente decorati, alcuni dei quali ben conservati. .
L’esemplare più spettacolare è quello del palazzo Bertone (oggi Ceppi) di via Vittorio Emanuele II angolo via Visca.
Il palazzo fu fatto costruire tra il 1455 e il 1460 da Giovanardo Bertone, giurista e consigliere dei duchi di Savoia.
Il soffitto a cassettoni è totalmente coperto da dipinti nei quali lo stemma dei Bertone si alterna a quelli delle famiglie imparentate o alleate con essi e ad altre figure fantasiose, antropomorfe e zoomorfe, probabilmente simboliche, mutuate dal fantasioso repertorio dell’iconografia medioevale.
Un altro caso è quello di un palazzo della famiglia Buschetti, diventato di proprietà dei Bertinetti e da questi donato a don Bosco. Trasformato nell’attuale Istituto Santa Teresa, ne è sopravvissuto il salone (oggi trasformato in cappella) e, nel salone, lo splendido soffitto: anche se della decorazione dipinta non è rimasto molto.
Cosa che si può dire anche del palazzo dei Mercadillo (oggi, palazzo Valfrè), all’inizio di via San Giorgio, quasi ad angolo con l’odierna piazza Mazzini (già piazza dei Mercadillo). In ciò che rimane della sua decorazione compaiono stemmi e piccoli busti maschili e femminili nei costumi più diversi e curiosi.
Antonio Mignozzetti