Chieri e le barriere architettoniche. Quando si ragionava ‘dal basso’…
In questi tempi di autocrati progetti & dazi che si stanno abbattendo sul territorio, un salto in un passato quasi remoto, quando la Consulta di Chieri faceva del suo meglio spendendo poco
Nella città di Chieri, vi fu un tempo in cui La Consulta per le Disabilità era impegnata in quella storia delle Barriere Architettoniche, e si era attrezzata per fare il suo lavoro: consigliare.
Era un gruppo di cittadini animati da impulsi spontanei, esperti del territorio e soprattutto: volontari entusiasti e disponibili.
Il condottiero del drappello era Valter Sandri, che sapeva mediare tra le tante proposte esperienze.
In quel tempo, senza spendere un solo sesterzio, si misero in atto numerose iniziative relative al superamento di dislivelli e la scorrevolezza dei mezzi a rotelle. Due semplici concetti da affrontare facendo tesoro delle esperienze di chi conosce bene il tema.
Ma non solo.Il manipolo della Consulta andava dalle parole ai fatti.
Da un meticoloso censimento dei gradini e delle loro altezze, nella zona commerciale e oltre, al confronto con l’esperienza quotidiana di chi si muove in carrozzina da più di un trentennio allora. Nella fattispecie, per alcuni temi specifici, soprattutto il sottoscritto, afflitto dal difetto aggiunto di essere architetto, ben tollerato dalla curiosità di Valter Sandri, persona disponibile e intelligente, curiosa e disponibile ad apprendere, per affinare le proprie competenze. Qualità vitali per chi ha l’ambizione di far politica più per la gente e la città, piuttosto che per le proprie convenienze.
Ebbene, tornando sulla teorica, biblica supercazzola degna del conte Mascetti, pagata a peso d’oro che sto scoprendo mentre leggo il Piano Generale per il Traffico Urbano, non posso che rinverdire col pensiero certe iniziative di quel tempo a costo zero.
Indimenticabile è una semplice, ma mirata “lectio magistralis” tenuta prima alla Conceria e poi per strada con un gruppo di studenti della Facoltà di Architettura, tra marciapiedi, inattesi dislivelli ed altro, che solo chi conosce sa, e dunque sa quel che dice. Argomento: la barriera architettonica & la barriera conoscitiva.
Spesso non occorre fare grandiosi progetti quando la conoscenza del problema visto dal basso pilota le scelte più giuste, risolvendo i problemi nel modo più fattibile. I giovani studenti erano molto interessati.
Altra esperienza fu un’intervista in Piazza delle Erbe, quando portai una carrozzina elettrica in più, facendo provare l’ebbrezza del pilotaggio ad assessori e politici di quel tempo che fu, indirizzandoli tra buche, porfido e superamento con gli scivoli di modesti dislivelli. Una interessante, produttiva storia.
Brutta invece quella che tentai con un neo giovane assessore, impreparato a arrembante, che portò a un vero “paradosso”. Uno tra le altre “operazioni speciali” della nuova gestione, inclusa l’invasione “dei dazi” e dei parcheggi blu. Ma questa è un’altra storia.
In quel tempo ormai lontano, invece, un manipolo di chieresi si trovava con regolarità, ragionando e suggerendo sul da farsi, ragionando dal basso, poiché molte soluzioni complesse talvolta sono sotto il naso e quasi a costo zero. Questo lo aveva ben metabolizzato Valter Sandri a quel tempo, tanto che l’annoso problema dell’accesso ai negozi superando ogni gradino era stato avviato e risolto in modo inaspettato, per niente invasivo, senza ricorrere ad algoritmi e progetti uniformati che non risolvono nulla.
Quell’idea dello scivolo pieghevole in prestito d’uso, a disposizione dei negozi di un istruito vicinato, giace sepolta in qualche cambio di mano…
Questo ed altro si sarebbe fatto con poco, poi molto è cambiato ed oggi, un progetto dato in appalto ad una società ingegneristica che “risolve dall’alto”, forse restituirà auto-prestigio, ma cambierà veramente il volto di questa articolata città?
Un motivo per riflettere, prima di inoltrarsi nelle periferie di Chieri: viaggiando con dovuta prudenza…
Carlo Mariano Sartoris