Chieri. Parcheggi blu, una scelta ambientalista (che fa cassa e basta)
Il riscaldamento globale richiede una marcia indietro epocale, una bioarchitettura di ben altro spessore, poiché…
Sono trascorsi una ventina di giorni da quella civile protesta della cittadinanza Chierese, contro la tempesta dei parcheggi blu scatenata sul bitume della città dalla giunta comunale, facendo leva su nobili obiettivi che inciampano su contrarietà ed economici pretesti.
Se è pur vero che, come indicato nella premessa del Piano Generale per il Traffico Urbano, il centro storico di Chieri è attraversabile in 15 minuti, trotterellando a piedi, e che la bicicletta è un buon mezzo individuale, e che l’uso dell’auto andrebbe ridimensionato, è altrettanto vero che il traffico pendolare andrebbe rivalutato per distanza e per mansione.
Spesso sono spostamenti di lavoro o studio, altre volte impegni commerciali o d’altro tipo, e che meritano attenzione.
Ritornando allo spirito guida contenuto nel PGTU, soprattutto quello destinato al consumo del suolo e alla resilienza contro i cambiamenti climatici (che mi trovano umanamente & professionalmente del tutto d’accordo), occorre soffermarsi su ossimori e incoerenze.
Il traffico è una delle attività antropiche che favoriscono l’effetto serra. Diminuirlo si deve, ma occorre guardare oltre.
La mano pesante sui parcheggi si ripercuote sulla economia a km zero, tanto auspicata quanto osteggiata dagli ipermercati che importano mercanzie su navi e su gomma dai quattro punti cardinali e che sono una voragine di energia destinata a un condizionamento climatico di gente e merci che non prevede sosta.
L’olocausto dei piccoli commercianti, meriterebbe un giorno della memoria, di quando per le vie delle città la gente andava a piedi senza bisogno di dirglielo, incontrandosi per strada, nei negozi a due passi da casa.
Le lobby della grande distribuzione sono le cause del Requiem alle serrande chiuse e di quel movimento pendolare verso gli acquisti con i parcheggi annessi, liberi, comodi, abbondanti. Spianate di asfalto, consumo del suolo, bolle di calore generate dall’elevata inerzia termica e infine, concorrenza sleale per gli eroici commercianti che resistono ancora. Ma i centri commerciali sono tanti e convenienti, sono le nuove piazze della città, divertenti e luccicanti, cosa importa se, oltre al consumo del suolo, la bulimia di energia per questi centri è di circa 300 kWh per metro quadro, generando alti livelli di emissioni di CO2, masse di sprechi e di rifiuti non riciclati. Un argomento comprensibile da persone informate e competenti, non ispirate da demagogie improvvisate e in ritardo “insostenibile”.
Ritornando alla massa di balzelli ambientalisti piovuti sugli stalli di sosta, oltre ai commercianti, all’economia km zero e a tutto ciò che è stato accennato finora, vi sono luoghi che meritano una visione dell’insieme da un’altra angolazione.
Nell’area Caselli c’è un parcheggio molto frequentato dal personale dell’ospedale. Dietro l’angolo c’è una sede dello Sporting Club Biliardo, verosimilmente bazzicato da persone di una certa età. Due categorie di cittadini ai quali la sosta un tempo libera, adesso tassata dai dazi per gli stalli blu cobalto, sembra poco coincidente con un obiettivo di viabilità “sostenibile”, quanto piuttosto una gabella per far di conto e basta. Altrettanto dalla parte opposta, dove il centro giovanile Arka se è pur vero che ospita ragazzi, è altrettanto vero che il personale viene da lontano, e poi c’è un centro sportivo attiguo a piazza Dante, frequentato da gente di ogni età, e chi ne ha ne metta, poiché c’è differenza tra potersi muovere con agilità e un mantenimento fisico consigliato oltre gli ‘anta, per chi ci arriva o ci arriverà.
Egualmente poco popolare è la tassazione blu della piazzetta al fondo di vicolo Mozzo Bastioni, che penalizza la sosta dei clienti della piccola distribuzione su via Garibaldi, oltre che infierire sui pazienti che si recano nel vicino studio medico.
Un po’ più in là, il parcheggio del Murè e quello dell’asilo si sono trasformati in intasate alternative per il pendolare, che spezzano gli equilibri delle soste per i commercianti della zona e dell’accesso all’asilo.
Altre ed eventuali non mancano qua e là, magari sedendosi su tecnologiche panchine…
L’obiettivo di monetizzare per costruire una città più vivibile si scontra con certi sprechi sopra gli occhi di tutti. Se un mormorato parcheggio multipiano all’area Tabasso potrebbe risolvere il problema a Chieri ovest & dintorni, sarebbe interessante sapere il come e quando, poiché tra appalti, bonifiche e vincoli ambientali, rischiano di essere solo blandi cicalecci, sapendo bene che NON-SI-PUO’-FARE…
Carlo Mariano Sartoris