PERSONAGGI NOVARESI 13. L’ANTICA FAMIGLIA BRUSATI

Stemma della famiglia Brusati

Le radici dell’antica nobile famiglia dei Brusati (titolo: Conti) erano a Milano ed il capostipite Giovan Jacopo fu impresario dei dazi della mercatura.Il loro nome è legato in particolare alla storia di Novara dei secoli XIII e XIV, quando si alternarono con la famiglia dei Tornielli nel dominio della città (nella foto stemma dei Brusati).

Certamente la famiglia Brusati è attestata fra le più antiche e potenti stirpi dell’aristocrazia urbana di Novara a partire dal secolo XII, con suoi esponenti che ottennero cariche di grande responsabilità nella vita cittadina sia di carattere ecclesiastico che civile: consoli del Comune e consoli di giustizia, canonici della Cattedrale e vescovi di Novara.

Già nel 1158 Guglielmo, vescovo di Novara, rappresentò i Novaresi nella dieta di Roncaglia, nel 1168 invece Ugo Brusati fu il rappresentante per Novara dei comuni aderenti alla Lega Lombarda. Nel XV secolo sono ricordati tra le famiglie nobili che facevano parte del Decurionato della Città, le cui cariche vennero ricoperte ereditariamente da membri della famiglia fino al secolo XVIII, quando alcuni esponenti fecero parte dell’armata sabauda. Il conte Giuseppe fu capitano in un reggimento di fucilieri, mentre Giulio Brusati divenne colonnello nel reggimento Guardie del Re di Sardegna. Un altro personaggio famoso fu Pietro Luca Brusati, ricordato con un busto nel cortile dell’Ospedale Maggiore di Novara (nella foto) come “generoso patrizio” e “meraviglioso esempio di carità”, grande benefattore dell’Ospedale, che egli volle suo erede universale.Il casato si estinse alla fine del XVIII secolo.

Pietro Luca Brusati

Nel 1797 il conte Giuseppe Tornielli di Vergano incaricò il famoso storico Carlo Francesco Frasconi di riordinare l’archivio famigliare del Conte Giuseppe Maria Brusati, che la moglie Celestina Bagliotti, ultima discendente di Alberico, aveva ricevuto in eredità. La contessa, orfana del padre era stata educata da Ottavia Brusati, anche lei ultima discendente ed erede del fratello Giuseppe Maria Brusati, che le destinò i suoi beni nel 1794.

L’archivio è infine pervenuto all’Archivio di Stato di Novara a titolo di deposito dal Comune di Novara, cui appartiene. Brusati è comunque un cognome lombardo molto diffuso tra Novara e Milano, in particolar modo a Bellinzago novarese.

Tra le molte vicende che caratterizzarono la storia dei Brusati, ricordiamo come, dopo la morte dell’Imperatore Federico II e con le lotte che ne seguirono fra i sostenitori dell’Impero e quelli del Papato, si formarono, verso la fine del 1257, le due fazioni che insanguinarono con le loro lotte la città di Novara.

I Brusati erano a capo della fazione guelfa detta dei “Sanguigni”, mentre la fazione ghibellina dei “Rotondi” era capeggiata dai Tornielli.Importante personaggio della famiglia di quei tempi fu Guglielmo Brusati che nacque probabilmente intorno alla metà del secolo XIII.

Del Brusati si ha notizia per la prima volta in un periodo di predominio della lega guelfa in Lombardia. Nell’ottobre del 1302, in un periodo in cui i Torriani prevalevano sui Visconti, costretti ad abbandonare Milano, il Brusati fu eletto capitano del popolo milanese e rimase in carica fino a marzo 1303, quando assunse il comando delle milizie novaresi di stanza a Milano, per appoggiare la lega guelfa e i Torriani, diventando uno dei protagonisti della politica di un decennio di storia piemontese e lombarda.

Dopo il 1305, sotto la protezione della lega guelfa, il Brusati rinsaldò la sua posizione di preminenza in Novara con l’appoggio di tutti i Brusati ma anche dei Cavallazzi. La situazione novarese tuttavia, stabilizzatosi con il predominio guelfo e con l’esilio dei Tornielli, fu rimessa in discussione dalla discesa in Italia di Enrico VII, in quanto le famiglie ghibelline dell’Italia settentrionale ricorsero al suo appoggio per rientrare nelle città dalle quali erano state bandite.

Casa del Corpo di Guardia

A Novara si tentò la via della conciliazione. L’11 giugno 1310 i commissari che precedettero il Re a Novara si incontrarono con il podestà e il vescovo. Il Brusati compare tra i sottoscrittori dell’atto del 19 dicembre 1310 con cui la fazione guelfa, seguendo l’esempio dei Tornielli in esilio, affidò al Re pieni poteri per ristabilire la pace. L’atto di pace del 20 dicembre sanzionò, al cospetto di Enrico VII, l’accordo in base al quale, accettate certe condizioni, i Tornielli potevano tornare in Novara. La Casa del Corpo di Guardia, edificata nella prima metà dell’Ottocento, nel suo fronte prospiciente la piazza del Duomo (nella foto) ha, sotto la gronda, il rilievo realizzato da Gerolamo Rusca, che raffigura la pace fra le fazioni guelfe e ghibelline della Città, avvenuta appunto nel 1310 e voluta dall’imperatore Enrico VII. Brusati, Cavallazzi e Tornielli iniziarono una difficile coesistenza anche perché nei mesi successivi all’accordo i guelfi continuarono ad avere un ruolo di primo piano. Finché il 15 giugno 1311 i guelfi vennero cacciati da Novara.

Il 15 luglio 1311 il Brusati, con Folchino Cavallazzi, dopo aver guidato le milizie degli esuli novaresi al campo del Re, davanti a Brescia, si fece garante dell’arcivescovo Cassone Della Torre nell’atto di riconciliazione di questo con Matteo Visconti. Da quel momento non si hanno altre notizie bel Brusati. Nell’aprile del 1315 i Brusati e i Cavallazzi riuscirono a rientrare in Novara, ma la fazione ghibellina prese definitivo sopravvento nel 1316 con l’appoggio di Matteo Visconti. Pare che il Brusati fosse ancora tra gli esuli in quell’anno, ma in considerazione della sua età molto avanzata non dovette più vivere a lungo.

Nel medagliere reale di Torino si conserva un medaglione bronzeo sul quale è effigiato il busto del Brusati, con la scritta “Gulielmus Brusatus”.Il Consiglio comunale, nella sua seduta del 29 maggio 1890, denominò con il nome della famiglia Brusati un tratto della via San Nicola, il rimanente tratto fu intitolato ai Tornielli, i loro nemici per alcuni secoli.

Enzo De Paoli