PIEMONTE ARTE: CHIERI, CARMAGNOLA, CHERASCO, MONDOVI’, UNIA, PASCHETTA, CASSINA…
coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
CHIERI, MOSTRA SULL’ESODO GIULIANO-DALMATA
Chieri ospiterà nei locali della Biblioteca Civica, una mostra sull’esodo istro-dalmata, intitolata “L’Istria, l’Italia, il Mondo. Storia di un esodo: istriani, fiumani, dalmati a Torino”, curata da Enrico Miletto per l’Istoreto. La mostra, aperta dal 6 febbraio al 17, sarà inaugurata giovedì 6 febbraio 2020 alle ore 17. L’esodo di gran parte della popolazione italiana dell’Istria di Fiume e della Dalmazia, rappresenta uno dei passaggi più travagliati della storia contemporanea italiana.Uno spostamento forzato di popolazione che coinvolge circa 350.000 persone che, costrette a lasciare la propria terra nativa, si dirigono sia verso i territori italiani, dove trovano ospitalità all’interno dei molti campi profughi sparsi all’interno della penisola, sia verso mete più lontane come l’Australia o il continente americano.Una traiettoria che tocca in modo significativo anche Torino. Ed è proprio l’analisi della parabola dei profughi istriani, fiumani e dalmati all’interno del contesto torinese che la mostra si propone di analizzare.Attraverso una mostra di 16 pannelli espositivi saranno così toccati i temi della partenza dalla terra d’origine, dell’arrivo e dell’accoglienza, prima in Italia e poi a Torino, della vita nei campi profughi e in quello cittadino delle Casermette di borgo San Paolo, del trasferimento nelle “case rosse” del villaggio di Santa Caterina nel quartiere di Lucento, dell’inserimento nel tessuto cittadino, del lavoro e del tempo libero.Un viaggio che dà voce alla storia di un’intera comunità che, con il tempo, è riuscita ad integrarsi nella realtà sociale ed urbana cittadina fino a diventarne parte integrante, pur mantenendo vivo il significato delle proprie origini.
CARMAGNOLA: CIVIC CROWDFUNDING PER IL RECUPERO DELLA CHIESA DI SANT’AGOSTINO, MONUMENTO NAZIONALE DELLA CITTÀ
Campagna online sulla piattaforma DeRev
all’indirizzo www.derev.com/carmagnola-santagostino
Sito internet del Comune: www.comune.carmagnola.to.it
Pagina facebook della campagna: https://www.facebook.com/riapriamoinsiemesantagostino
Il Comune di Carmagnola lancia una campagna di civic crowdfunding per riaprire al pubblico la Chiesa di Sant’Agostino, monumento nazionale attualmente inaccessibile per motivi di sicurezza. Un primo passo verso il recupero di un importante patrimonio della città piemontese e del nostro Paese che l’amministrazione comunale vuole restituire alla comunità come luogo da vivere. L’amministrazione comunale di Carmagnola, città di circa 29000 abitanti situata 30 chilometri a sud di Torino, ha deciso di avviare una campagna di civic crowdfunding per riaprire al pubblico la Chiesa di Sant’Agostino, monumento nazionale inaccessibile dal 2014 per motivi di sicurezza. L’edificio storico si affaccia sull’omonima piazza e insieme al convento è il complesso monumentale più rappresentativo della Città, fulcro della vita sociale della comunità sotto ogni aspetto, religioso, artistico e storico, luogo in cui vennero emessi i voti alla Vergine dell’Immacolata Concezione in seguito alle epidemie di peste del 1522 e del 1630 e nel quale si sono svolti innumerevoli importanti fatti storici. La chiesa e il suo campanile sono stati dichiarati Monumento Nazionale attraverso il vincolo monumentale attribuito con nota Ministeriale del 6 aprile 1910. Edificata tra il 1406 ed il 1437 con abside, lato est e campanile di marcata connotazione gotica, presenta all’interno sovrapposizioni barocche, affreschi del ‘400 e del ‘500, iscrizioni, stemmi nobiliari, un organo del ‘500 con registri a funzione timbrica, un’elegante bifora a sesto acuto, un coro ligneo del 1457 rimaneggiato nel XVI e XVII secolo, una stele funeraria romana del I secolo d.C. e una lastra tombale del ‘400 scolpita da Amedeo di Francesco da Settignano, detto anche Meo del Caprino. Il convento venne popolato dagli agostiniani sino al 1858, anno in cui l’intero complesso venne acquistato dall’amministrazione comunale che lo chiuse al culto per ricavarne uno spazio espositivo nel totale rispetto della sua integrità e del suo valore artistico. Il civic crowdfunding è uno strumento per raccogliere fondi online atti a finanziare opere e progetti pubblici da parte dei cittadini e di tutti coloro che ammirino e condividano i fini del progetto. Per restituire alla propria comunità un grande bene culturale, Il Comune di Carmagnola ha deciso di rivolgersi a DeRev, la principale piattaforma di crowdfunding utilizzata per progetti creativi e innovativi rivolti alle comunità. La cifra da raggiungere è di 10.000 euro, ci sono tre mesi di tempo (sino al 28 aprile 2020) e la campagna è stata lanciata online il 29 gennaio 2020 all’indirizzo www.derev.com/carmagnola-santagostino Raggiungendo l’obiettivo, l’Amministrazione Comunale avvierà i lavori per la messa in sicurezza della chiesa, attraverso la pulizia e il posizionamento di reti protettive collocate sopra le trabeazioni al di sotto delle volte a crociera delle navate, per rendere l’edificio nuovamente accessibile alla collettività. La chiesa non verrà adibita al culto e l’iniziativa non si vuole limitare al recupero di un patrimonio artistico e storico, ma soprattutto al recupero di uno spazio da vivere, nel rispetto della memoria storica della città. Un primo passo verso la riscoperta di un gioiello, in attesa del completo restauro che proseguirà interessando il tetto e la facciata con opere che hanno già ottenuto il parere favorevole della Soprintendenza per i Beni culturali. Un progetto che rafforza il senso di comunità dei carmagnolesi e il loro legame con il territorio attraverso il raggiungimento di un importante obiettivo comune e che, al contempo, valorizza e amplia il già vasto patrimonio culturale della Città, aumentandone l’attrattiva dal punto di vista turistico. Sono previste ricompense per tutti coloro che prenderanno a cuore il progetto e decideranno di contribuire con una donazione. Le informazioni online sono reperibili sulla piattaforma DeRev e nel sito internet del Comune di Carmagnola, insieme a un video del Sindaco Ivana Gaveglio che invita ad aderire all’iniziativa e a un video di presentazione della Chiesa, visionabili inoltre nel canale Youtube della Città di Carmagnola.
È stata aperta anche una pagina facebook e tutti gli indirizzi online di riferimento sono i seguenti:
– Campagna crowdfunding in www.derev.com/carmagnola-santagostino
– Sito internet del Comune: www.comune.carmagnola.to.it
– Pagina facebook: https://www.facebook.com/riapriamoinsiemesantagostino
– Video Youtube con invito del Sindaco in http://bit.ly/invito-sindaco
– Video descrittivo della chiesa in http://bit.ly/chiesa-santagostino
TROFARELLO, MOSTRA FOTOGRAFICA “TRA LE CORDE DELL’ARPALE”
ARMANDO MARROCCO A “SPAZIOBIANCO”
Questo è uno scorcio del gigantesco studio/laboratorio/museo di Armando Marrocco. Vengono da qui alcune delle opere che saranno esposte a Spaziobianco nella mostra Postindustriale-Permanente che si inaugurerà venerdì 7 febbraio. Sono state riscoperte e restaurate dopo un “sonno” durato più di cinquant’anni. Insieme alle opere provenienti da collezioni private (e da quella personale dell’artista) esse compongono uno spaccato esemplare delle sperimentazioni di arte cinetica e programmata portate avanti da Armando Marrocco nel corso degli anni Sessanta. Postindustriale-Permanente è uno dei momenti più alti e significativi nel filone di ricerca storica che Spaziobianco sta dedicando all’arte italiana del secondo Novecento.
Inaugurazione venerdì 7 febbraio 2020 dalle ore 18,30 alle 20,30.
Spaziobianco, via Saluzzo 23 bis (interno corte), Torino
+39 3336863429 spaziobiancogallery@gmail.com www.spaziobiancogallery.com
CHERASCO, “RI-CERCARE, LA FIGURA INFINITA”, SCULTURE E DISEGNI DI SERGIO UNIA
TORINO, G.A.M.: WORKS, MOSTRA RETROSPETTIVA DI HELMUT NEWTON
La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino apre la stagione espositiva del 2020 inaugurando la grande retrospettiva Helmut Newton. Works, promossa da Fondazione Torino Musei e prodotta da Civita Mostre e Musei con la collaborazione della Helmut Newton Foundation di Berlino. Il progetto espositivo è a cura di Matthias Harder, direttore della fondazione tedesca, che ha selezionato 68 fotografie con lo scopo di presentare una panoramica, la più ampia possibile, della lunga carriera del grande fotografo che sin dagli inizi non ha mai smesso di stupire e far scalpore per i suoi concetti visivi veramente unici. Il risultato è un insieme di opere non solo particolarmente personali e di successo, ma che hanno raggiunto un pubblico di milioni di persone anche grazie alle riviste e ai libri in cui sono apparse, e alle mostre delle sue foto.
“La fotografia di Helmut Newton, che abbraccia più di cinque decenni, sfugge a qualsiasi classificazione e trascende i generi, apportando eleganza, stile e voyeurismo nella fotografia di moda, esprimendo bellezza e glamour e realizzando un corpus fotografico che continua a essere inimitabile e ineguagliabile”, afferma Matthias Harder. Nel percorso di mostra si spazia dagli anni Settanta con le numerose copertine per Vogue, sino all’opera più tarda con il bellissimo ritratto di Leni Riefenstahl del 2000, offrendo la possibilità ai visitatori di comprendere fino in fondo il suo lavoro come mai prima d’ora. Quattro sezioni che rendono visibile come in questo lungo arco di tempo, Newton abbia realizzato alcuni degli scatti più potenti e innovativi del suo tempo. Numerosi ritratti a personaggi famosi del Novecento, tra i quali Andy Warhol (1974), Gianni Agnelli (1997), Paloma Picasso (1983), Catherine Deneuve (1976), Anita Ekberg (1988), Claudia Schiffer (1992) e Gianfranco Ferré (1996). Delle importanti campagne fotografiche di moda, invece, sono esposti alcuni servizi realizzati per Mario Valentino e per Thierry Mugler nel 1998, oltre a una serie di importanti fotografie, ormai iconiche, per le più importanti riviste di moda internazionali. L’obiettivo di Newton aveva la capacità di scandagliare la realtà che, dietro il gesto elegante delle immagini, permetteva di intravedere l’esistenza di una realtà ulteriore, che sta allo spettatore interpretare. “Helmut è un gran manipolatore. Sa esattamente quello che vuole ed è implacabile nel cercare di ottenerlo sulla pellicola. Gli piace la teatralità della fotografia. Le modelle diventano le sue creature, i suoi personaggi” (June Newton). La fotografia di moda, ad esempio, non solo descrive ma ridefinisce lo spirito dei tempi, mira a raccontare con le immagini storie emozionanti e sorprendenti, compito per il quale Newton si è sempre mostrato all’altezza spingendosi sempre oltre la normale prassi, intrecciando una narrazione parallela, talvolta tinta di surrealismo o di suspense, travalicando i tradizionali approcci narrativi, è intrisa non solo di lussuosa eleganza e sottile seduzione, ma anche di riferimenti culturali e di un sorprendente senso dell’umorismo. Il chiaro senso estetico di Newton pervade tutti gli ambiti della sua opera, oltre alla moda, anche nella ritrattistica e nella fotografia di nudi. Al centro di tutto le donne. Ma l’interazione tra uomini e donne è un altro motivo frequente della sua opera. “La moda è stato il mio primo desiderio, sin da ragazzo. E, ovviamente, volevo diventare un fotografo di Vogue” (Helmut Newton). Newton era in grado di trasformare luoghi banali in palcoscenici teatrali dai forti contrasti o particolarmente minimalisti per i suoi scenari assolutamente non convenzionali: “Non m’interessa il buon gusto. (…) Mi piace essere l’enfant terrible” (Helmut Newton). Uno dei set fotografici preferiti era il garage del suo condominio a Monaco, con modelle e auto parcheggiate disposte a formare un dialogo visivo. Helmut Newton morì improvvisamente il 23 gennaio 2004 a Los Angeles, prima di poter assistere alla completa realizzazione della Fondazione a lui dedicata. Helmut Newton Works è il titolo del grande volume edito da Taschen che comprende anche le foto esposte in mostra e ne rappresenta idealmente il catalogo.
GAM – GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA – Via Magenta, 31 – 10128 Torino
Orari di apertura: da martedì a domenica: 10.00 – 18.00, lunedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima. Biglietti: Intero 10,00€ Ridotto 8,00€ Ingresso gratuito Abbonamento Musei e Torino Card.
Integrato mostra + museo 14,00€
CHIERI: VALERIA SCUTERI, “TRIBUTO ALL’AMORE”
Bonetto design-arredamento Vicolo della Madonnetta 1 – CHIERI (TO)
Dall’8 febbraio al 14 marzo 2020 con il patrocinio della città di Chieri
Inaugurazione sabato 8 febbraio – ore 17,30
Valeria Scuteri ama mettersi in gioco. Non è da tutti gli artisti infatti avventurarsi al di fuori dei propri spazi espositivi abituali. L’occasione però è delle migliori, perché assieme a Bonetto design-arredamento ha voluto creare un vero e proprio evento culturale, per rendere ancora una volta omaggio alla città di Chieri, alla sua tradizione tessile e alla Fiber Art, espressione di cui è stata indubbiamente magica anticipatrice. La mostra, come recita il suo titolo, è un vero e proprio “tributo all’amore”. Ed è in quest’ottica che va letta e interpretata. A partire dai disegni e dai dipinti, testimonianza dei primi momenti della ricerca visiva dell’artista, fino ad arrivare alle opere più famose di Fiber Art (come “Innamorati-Il bacio”), dove vengono intrecciate “trame che formano il meraviglioso tessuto della vita e dell’amore.” Anche il calendario della mostra non è stato scelto a caso. I giorni di esposizione sono infatti a cavallo tra febbraio e marzo e includono due ricorrenze anch’esse “omaggio all’amore”: San Valentino, Festa degli innamorati e l’8 marzo, Festa della donna. Per Valeria Scuteri l’amore è energia, calore e colore. Nelle opere selezionate leggiamo sempre questo messaggio, a volte chiaro e intenso, altre sinuoso e sussurrato, ma sempre meravigliosamente poetico. Come ha perfettamente descritto Claudia Bottini, “la Fiber Art della Scuteri è un’esplosione di entusiasmo e creatività, moderna Aracne dimostra che questa antica tecnica può continuare a dare un contributo importante all’espressione umana”.
“Tributo all’amore” sono anche le due ultime opere dell’artista, ancora inedite e presentate in anteprima in questa occasione. Valeria Scuteri è nata a Stignano, in provincia di Reggio Calabria. Debutta giovanissima come pittrice presentata dal critico Ernesto Caballo, avviando contemporaneamente un’originale e inedita ricerca sulle possibilità sperimentali del tessile che la condurrà più tardi ad essere riconosciuta fra le anticipatrici in Italia della Fiber Art. Docente di educazione artistica, conduce progetti didattici sperimentali e workshop specialistici di Fiber Art. Più volte ha ricoperto la carica di presidente di giuria in mostre d’arte internazionali. Al suo lavoro sono state dedicate alcune tesi di laurea in diverse Università italiane. Tra le varie mostre a cui è stata invitata, di rilievo quelle alla Triennale di Milano, al Museo Etnografico di San Pietroburgo e a Palazzo Gonzaga di Volta Mantovana. A Chieri è stata selezionata a numerose edizioni della Biennale di Fiber Art. Due opere a carattere monumentale sono state esposte all’Accademia Albertina in occasione di Tramanda. È stata Presidente di Giuria di tutte le edizioni “YFC” e “Chiamata Aperta”. Vive e lavora a Moncalieri in provincia di Torino. (www.valeriascuteri.com)
Bonetto, da sempre attento selezionatore del design d’arredo italiano, offre spazio, tempo e condivisione all’arte e alla cultura della città di Chieri. L’Atelier è una delle consuete sedi espositive di “Tramanda” la Rassegna Internazionale di Fiber Art, a cui si aggiungono ogni anno altri appuntamenti artistici selezionati con il gusto e la passione tipici di Beniamino Bonetto, fondatore e art director dello Spazio.
Bonetto Atelier vicolo Madonnetta, 1 10023 Chieri (TO) Telefono 011. 4230586 Cell. 327.6203708
Orario mostra:
Dal martedì al sabato h 9.30 -12.30 / 15.30 -19.30 Domenica: h 15,30 – 19,30
MONDOVI’: DAL DISEGNO DI RAFFAELLO AL RESTAURO, L’AFFASCINANTE STORIA DELLA “MADONNA DEL DIVINO AMORE”
Venerdì 7 febbraio alle 17,30, al Museo della Ceramica di Mondovì,
la conferenza “Da Loreto a Mondovì: Raffaello restaurato”
con il professore Nello Forti Grazzini e la restauratrice Roberta Genta
Venerdì 7 febbraio, alle ore 17,30, presso il Museo della Ceramica di Mondovì (Palazzo Fauzone di Germagnano, Piazza Maggiore 1), si terrà la conferenza “Da Loreto a Mondovì: Raffaello restaurato”. Promosso e organizzato dalla Fondazione CRC in collaborazione con il Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale e il Museo della Ceramica di Mondovì, l’incontro costituisce un’occasione di approfondimento dei contenuti della mostra “Le trame di Raffaello. Il restauro dell’arazzo Madonna del Divino Amore del Museo Pontificio di Loreto”, visitabile fino al 15 marzo. Interverranno all’evento in qualità di relatori il professore Nello Forti Grazzini, storico dell’arte esperto di arazzi, e Roberta Genta, responsabile del Laboratorio Manufatti Tessili del Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale che ha curato l’intervento conservativo condotto sull’opera prima dell’esposizione a Mondovì. La partecipazione è libera e gratuita. Per maggiori informazioni consultare il sito www.fondazionecrc.it, la pagina FaceBook @InArteFondazioneCRC oppure telefonare allo 0171/452720.
GALLERIA FOGLIATO: MOSTRA “LA MATERIA DEL COLORE” DI MARIO PASCHETTA
Sabato 8 febbraio 2020 alle ore 17,30 verrà inaugurata la mostra “La materia del colore” di Mario Paschetta che si protrarrà fino a sabato 14 marzo 2020. L’artista sarà presente con una settantina di tecniche miste su carta e su tela. Mario Paschetta nasce a Milano nel 1949. Con il padre frequenta gli ambienti culturali milanesi, specialmente il Bar Jamaica nella zona di Brera ed il “Caffè degli Artisti” di Milano, entrando in contatto, sebbene come spettatore, con i numerosi artisti che lo frequentano, molti dei quali contribuiranno a scrivere pagine fondamentali della storia dell’arte italiana. Questa assidua frequentazione del mondo artistico, delle gallerie d’arte e dei musei spinge Paschetta ad uno studio sempre più approfondito della materia come possibilità espressiva, sia in termini di materiali propriamente detti che del loro utilizzo, giungendo a realizzare opere in cui si evidenziano gli influssi di maestri del calibro di Burri, Crippa e soprattutto Mattioli. Numerose le esposizioni personali in gallerie private, da rimarcare le altrettanto frequenti esposizioni in spazi pubblici ed istituzionali. Fra le tante, in particolare, si ricordano:
Prima Biennale dell’Unità d’Italia, Reggia di Caserta, 2004.
Luci e ombre, Torre Viscontea, Musei Civici Cittadini, Lecco, 2005.
I grandi maestri del 900 e i nuovi linguaggi della contemporaneità, Villaggio Olimpico, Torino, 2006.
Traguardo, Parlamento Europeo, Strasburgo/Palais Jena, Parigi/Camera dei Deputati, Roma, 2008.
Open, XI edizione, Lido di Venezia, Mostra Internazionale di Scultura e Installazioni, Festival del Cinema, Venezia, 2008.
Percorsi, UBS Unione Banche Svizzere, Lugano, 2009.
In Turin, Contemporary Arts Torino Piemonte, XII edizione Io Espongo, Torino, 2009.
Genesi, Fondazione Credito Bergamasco (Gruppo BPM), Bergamo, 2011.
Crocefissi d’Autore, Regione Lombardia, Milano, 2012.
Terre senza tempo, Broletto di Pavia, Musei Pavesi, Pavia, 2013.
Our space in space, Ente Spaziale Europeo ESA, Ente Spaziale Americano NASA,
Europa, Stati Uniti, Australia, 2016.
Venezia: 50 anni di luna nuova, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia, 2019.
Nel periodo 2003-2004 Paschetta è stato scelto come artista testimonial della campagna pubblicitaria della multinazionale giapponese degli orologi Citizen.
Le opere di Mario Paschetta sono presenti in importanti Enti Pubblici e Musei, nonché in esclusive collezioni private.
www.paschettamario.com
Orario galleria dal martedì al sabato 10-12,30 / 15,30-19 – chiuso lunedì e festivi
“UN TEATRO DI PEZZENTI. VAGHI PENSIERI SULLA COMMEDIA DELL’ARTE “
Presentazione del libro di Fernando Mastropasqua
SABATO 8 FEBBRAIO 2020 | ore 19.00
SALA SCICLUNA
via R. Martorelli, 78
10155 – Torino
Dialogheranno
Fernando Mastropasqua, l’autore
Dario Salani, l’editore
Ginevra Giachetti, attrice del LabPerm di Castaldo
e con la straordinaria partecipazione di Enrico Bonavera , l’Arlecchino ufficiale del Piccolo Teatro di Milano, allievo di bottega di Ferruccio Soleri
La commedia dell’arte fu un teatro errante, uno stare al mondo disperati, senza paradisi da attendere, fu un pensare collettivo che veniva dalla terra e immaginava la vita nient’altro che un rattoppo di miserie e sventure. Di questo misterioso fenomeno, che creò forme d’arte dalla miseria, si propone una ricostruzione degli scenari, adombrati nelle incisioni della Raccolta Fossard e negli affreschi della Narrentreppe di Trausnitz, ambedue della fine del XVI secolo. Il ricordo dell’arte dei comici, che i documenti ci restituiscono, si deve alla passione per il teatro di Enrico III di Francia e di Guglielmo di Baviera. Se il primo si accontentò di un album di ‘fotografie’, il secondo pretese di ingabbiare, per l’eternità, gli attori amati nelle pietre del suo Castello, anticipando l’invenzione di Morel.
MUSEO DIOCESANO: “CON PIETRO OLTRE LA PITTURA”, MOSTRA RETROSPETTIVA DI PIETRO AUGUSTO CASSINA (1913-1999)
La Mostra è dedicata all’affascinante personalità artistica del pittore torinese Pietro Augusto Cassina, celebre per una stupefacente produttività e una prodigiosa velocità esecutiva. Doti che si traducevano in “facilità” e sicurezza della mano ugualmente riscontrabile nei dipinti e nei disegni. A dire il vero il Cassina é ricordato anche per un percorso di vita tanto arduo quanto, a tratti e proprio per questo, fondamentale nel generare e rappresentare meravigliosamente le qualità della sua arte. Attraverso una selezione di 35 opere, provenienti da raccolte italiane pubbliche e private, la sua abilità e sensibilità potranno essere appieno apprezzate, dal 7 febbraio fino al 3 aprile 2020, presso le sale del Museo Diocesano di Torino, piazza San Giovanni, 4. La retrospettiva è stata organizzata dal “Comitato per la Salvaguardia e la Diffusione della Cultura e dell’Arte” in stretta collaborazione con il direttore del Museo Diocesano, don Carlo Franco, che avendo percepito la sensibilità al trascendente dell’ artista, ha ritenuto che le sue opere potessero godere di ulteriore valorizzazione in una struttura museale che, inutile dirlo, è particolarmente attenta e dedicata a <<lavori>> che ben esprimano la dimensione spirituale dell’esistenza umana. Curatore artistico dell’esposizione, il Critico d’Arte prof. Giovanni Cordero, già Funzionario della Soprintendenza per i Beni Culturali e Direttore ufficio mostre, che, oltre a coglierne gli empiti creativi, ha visto nell’uomo Cassina un “…artista solitario, semplice, schivo, appagato del proprio lavoro…”. Una parte della mostra, introdotta da un video (https://vimeo.com/327074437) che ripercorre la vicenda umana del <<Nostro>>, è incentrata sul contesto in cui Pietro visse e operò: i numerosi aneddoti e i riferimenti rintracciabili nelle fonti a lui contemporanee (opere a stampa in prosa e poesia, epistolari e carte d’archivio), trasmettono l’immagine di un pittore amorevolmente accudito dal suo <<vicinato>>, ancorché crudelmente perseguitato dal <<resto della Storia>>, come il tragico e indimenticabile ventennio. La parte importante é, tuttavia, rappresentata dalla coerenza dei propri intenti artistici e la consapevolezza dei suoi mezzi ch’egli fa emergere non solo nei temi sacri e nei ritratti, ma anche nella capacità di affrontare soggetti naturalistici, allegorici e storici, a volte rappresentati con iconografie non convenzionali. Questi ultimi erano anche il frutto dell’amore attento e dell’acume interpretativo da lui riservato ai testi letterari e poetici, corredati spesso da immagini riproducenti la pittura classica, presenti in una sorta di tèca aperta, quella cioè costituita dal suo rapporto con il mondo, con la gente, con ciò che lui amava, irrimediabilmente corrisposto. Ma non sempre. La Rassegna vera e propria si sviluppa secondo una poetica studiata e ideata da Giovanni Cordero, che ripercorre l’essenza del Maestro attraverso un’accurata selezione di opere rappresentative suddividendole in ambiti pittorici, quali:
Ritratti e autoritratti – L’enigma dello sguardo;
Scorci paesaggistici – L’Immagine dei luoghi cari;
La Dimensione del sacro e il mistero del divino;
Nature morte – Il silenzio degli oggetti e le inquietudini del quotidiano;
l disegni – lo studio, la ricerca e la ricchezza dell’imperfezione.
La visita alla Mostra é possibile, come detto, a partire dal 7 febbraio pv.
Dal venerdì al lunedi orario 10,00-18,00 (ultimo ingresso 17,15).
MUSEO ACCORSI OMETTO: PROROGATA LA MOSTRA SU VITTORIO CORCOS
Visto il grande successo di pubblico, quasi 30.000 visitatori dal giorno di apertura, il 3 ottobre scorso, a oggi, la mostra VITTORIO CORCOS. L’avventura dello sguardo è stata prorogata fino a domenica 1° marzo 2020. Vittorio Corcos (Livorno 1859 – Firenze 1933), nell’Ottocento, fu il maestro indiscusso del ritratto femminile. La mostra, curata da Carlo Sisi, attraverso una scelta mirata di opere, ripercorre sei ‘capitoli’ di un’avventura dello sguardo che Corcos traduce in quadri, ora intimi ora consacrati ai mille dettagli del lusso, così da restituirci, quasi percepibile e fragrante, l’aria del tempo. L’esposizione è così suddivisa: Sguardi, dedicato alle intense espressioni delle donne della Belle Époque; In posa nell’atelier dove i protagonisti sono personalità del tempo come lo scrittore Jack La Bolina (Augusto Vittorio Vecchi), il macchiaiolo Francesco Gioli o la moglie del pittore Adolfo Belimbau; Aria di Parigi con lo splendido Le istitutrici ai Campi Elisi del 1892; Nel salotto della “gentile ignota” dove incontriamo il poeta Giosuè Carducci, il compositore e direttore d’orchestra Pietro Mascagni e il pittore Silvestro Lega; Luce mediterranea con In lettura sul mare del 1910 circa e Veduta di Pracchia del 1905; infine Eterno femminino con le opere iconiche di Corcos, tra cui Sogni del 1896 e i ritratti della cantante lirica Lina Cavalieri del 1903 o di Maria Josè S.A.R. principessa di Piemonte del 1931. Conclude il percorso espositivo una ricca selezione di incisioni dedicata alle “vergini funeste” che porta in mostra i massimi rappresentanti della cultura figurativa mitteleuropea alla vigilia delle Avanguardie.
ORARI
Da martedì a venerdì 10.00-13.00; 14.00-18.00
Sabato, domenica e festivi 10.00-13.00; 14.00-19.00
La biglietteria chiude mezz’ora prima.
Lunedì chiuso
RACCONIGI, CAMILLE CLAUDEL INTERPRETATA DA ASTRA LANZ
L’arte, il genio, la sensibilità di Camille Claudel interpretata da Astra Lanz nello spettacolo “Camille” ospitato da Progetto Cantoregi
Musiche di Arturo Annecchino elaborate dal vivo da Michele Rosati
Sabato 8 febbraio 2020, ore 21
SOMS, Via Carlo Costa 23 – Racconigi (Cn)
PRIMA PIEMONTESE
Biglietto unico: 10 euro
www.progettocantoregi.it
La scultrice francese Camille Claudel (1986 – 1943), interprete sottile di un’arte che a cavallo tra Ottocento e Novecento aprì le porte alla modernità, si è dedicata alla scultura sin da giovanissima. Supportata dal padre e dal fratello, sogna di entrare nello studio del grande maestro Auguste Rodin. Dopo aver dimostrato il suo grande talento e la determinazione a lavorare con lui, viene assunta come allieva. Diventerà un’artista originale e di grande sensibilità e sarà la musa ispiratrice di Rodin del quale si innamorerà follemente e del quale sarà amante. Sarà internata in manicomio, dove trascorse trent’anni della sua vita, accusata di pazzia e paranoia. Una vita intensa e tormentata, tesa alla ricerca della libertà, segnata da grandi successi e profondi dolori. A Camille Claudel è dedicata la pièce teatrale “Camille”, ideata e interpretata da Astra Lanz, nota al grande pubblico per aver interpretato il ruolo della giovane madre superiora Suor Maria, nella fiction di “Don Matteo”, accanto a Terence Hill. Lo spettacolo sarà ospitato da Progetto Cantoregi sabato 8 febbraio 2019 alle ore 21 alla Soms (Via Carlo Costa 23), con le musiche del compositore Arturo Annecchino, elaborate dal vivo da Michele Rosati. “Camille” è tratto dalle lettere scritte dalla scultrice prima e durante l’internamento in manicomio (avvenuto nel 1913), risalenti all’arco di tempo tra il 1886 e il 1932, e rappresenta un viaggio nella vita dell’artista, soprattutto nel suo mondo interiore, le sue passioni, i conflitti, le modalità di reagire agli avvenimenti. La selezione in sequenza della corrispondenza procede per associazioni. Il gesto fisico che consegue alla parola sorge da sé nell’interprete, il medesimo che si scorge in alcune sculture di Camille Claudel, quasi fossero fonti indirette della ricerca estetica dell’attrice: «Come qualsiasi linguaggio artistico, la scultura non è altro che manifestazione di un moto interiore e – consapevolmente o inconsapevolmente – vi è un prolungamento formale di quello che è uno stato emotivo interiore e intimo». “Camille” offre agli spettatori di partecipare a questa “possibilità espressiva” totale, un’interpretazione teatrale che connette il modellare, quindi l’arte plastica, alla recitazione, alla musica dal vivo. «Ciò che propongo – spiega Astra Lanz – è una suggestione di Camille nel suo atelier, ed io stessa sono spettatrice del processo che le sue lettere mi hanno suggerito. Il mio non è un lavoro studiato a tavolino, quindi meno artificio c’è meno si viola lo spazio intimo di una persona che è stata realmente rinchiusa in manicomio trent’anni, che ha realmente sofferto e scritto, chiedendo aiuto».
Invano Camille Claudel chiederà di poter uscire dal manicomio, di tornare a vivere nell’amata Villeneuve, ma non sarà ascoltata né dai medici, né dai genitori (l’amato padre era morto nel 1913; la madre non accettava l’amore verso l’arte della figlia), né dal fratello Paul, scrittore e diplomatico. Morirà in manicomio, per malnutrizione nel 1943, a settantotto anni.
La serata è realizzata da Progetto Cantoregi, in collaborazione con la Città di Racconigi e il Centro culturale “Le Clarisse” di Racconigi.
Info: 335.8482321 – 338.3157459 – www.progettocantoregi.it – info@progettocantoregi.it Fb Progetto Cantoregi – Tw @cantoregi – IG Progetto Cantoregi
PRESENTATO A ROMA “I SACRI MONTI. UN PATRIMONIO UNESCO TRA PIEMONTE E LOMBARDIA”
È stata l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede ad accogliere la presentazione ufficiale del volume “I Sacri Monti. Un patrimonio UNESCO tra Piemonte e Lombardia” edito da Silvana Editoriale. L’opera, realizzata dall’Ente regionale di Gestione dei Sacri Monti del Piemonte con finanziamento della Regione Piemonte e in accordo con la Regione Lombardia, illustra, attraverso le spettacolari immagini appositamente realizzate da Marco Beck Peccoz, i testi storici di Elena De Filippis e l’autorevole introduzione di Antonio Paolucci, i sette Sacri Monti piemontesi (Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta e Varallo) e i due lombardi (Varese ed Ossuccio).
L’importanza dell’affollatissimo incontro è stata sottolineata dal benvenuto dell’ambasciatore, Pietro Sebastiani, un appassionato estimatore dei Sacri Monti, che ha voluto e promosso questa iniziativa insieme a Franco Bernabè (Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO) che ne ha sottolineato gli elementi di unicità che hanno conquistato loro il riconoscimento UNESCO. Sono seguiti gli interventi di Simona Martino, Dirigente Responsabile del Settore Programmazione e Valorizzazione culturale della Regione Lombardia che ha parlato a nome dell’Assessore all’Autonomia e Cultura della Regione Lombardia, Stefano Bruno Galli, di Vittoria Poggio (Assessore alla Cultura, al Turismo e al Commercio della Regione Piemonte), Salvatore Settis (Professore emerito della Scuola Normale Superiore) e dello storico dell’arte Claudio Strinati. L’intervento conclusivo è stato affidato al Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.
Nel suo intervento, Vittoria Poggio, Assessore alla Cultura della Regione Piemonte, ha evidenziato come il volume sia frutto dalla stretta collaborazione tra Regione Piemonte e Regione Lombardia.
“Questa buona pratica supportata da un Protocollo di intesa siglato tra le due Regioni e il MIBACT nel 2014, riflette – ha sottolineato l’Assessore – un metodo di lavoro ritenuto strategicamente valido sul lungo periodo nell’ambito della valorizzazione dei Sacri Monti. Che non sono solamente un patrimonio comune a due territori limitrofi che hanno condiviso e condividono storie, tradizioni spirituali e saperi, ma sono anche un patrimonio di tutta l’umanità che ancor più richiede una valorizzazione aperta e condivisa”.
“Questi pregevoli esempi di architettura del paesaggio sono sorti – ha ricordato l’Assessore – sotto la spinta della fede cattolica delle comunità locali e raccolgono, al loro interno, sintesi estremamente significative di aspetti devozionali, artistici, culturali e naturalistici”. “I Sacri Monti rappresentano per il Piemonte una rete di 7 complessi monumentali e altrettanti santuari di richiamo ben distribuiti sul territorio, che l’amministrazione considera come un faro per lo sviluppo e la rivitalizzazione dei territori in chiave culturale e turistica, senza trascurare le comunità locali”.
“Una gemma” nella collana dei diversi riconoscimenti UNESCO (Patrimonio Mondiale, Patrimonio Immateriale, Riserve della biosfera, Geoparco, Città creative e Cattedre di ricerca UNESCO) di cui il Piemonte si può fregiare, ma che ha soprattutto la responsabilità di fare conoscere”.
“I Sacri Monti. Un patrimonio UNESCO tra Piemonte e Lombardia” è dunque una fondamentale iniziativa di promozione della conoscenza di un patrimonio complesso e straordinario che ancora necessita di azioni che lo conducano ad essere anche maggiormente riconosciuto. Oggi – ha concluso l’Assessore – attraverso le immagini fotografiche è possibile raggiungere la finalità di rendere maggiormente riconoscibili i tratti di questi magnifici complessi, assecondando altresì quella che è una caratteristica peculiare del patrimonio dei Sacri Monti, ovvero la capacità di suscitare emozione e intimo coinvolgimento in chi guarda”.
Da parte sua, Simona Martino ha sottolineato il grande clima di collaborazione istituzionale che anima le due Regioni nella valorizzazione dei Sacri Monti che è alla base della pubblicazione del volume e anche i costanti investimenti della Regione nella cura dei complessi di Varese e Ossuccio.
Salvatore Settis ha parlato dei Sacri Monti come rinnovato rapporto fra costruito e il paesaggio agricolo riportando la loro origine all’interno del fenomeno più ampio, che percorre l’Europa dal IX secolo, della riproduzione del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Claudio Strinati ha ricordato l’identità comune, ma anche la varietà artistiche e paesaggistiche dei Sacri Monti e il loro legame con la cultura Borromaica.
Ha chiuso la mattinata il cardinale Mons. Gianfranco Ravasi con una riflessione sul legame fra il monte e il soprannaturale nelle diverse religioni e quindi sulla salita al monte come ascesa verso il divino. Ha concluso citando Albert Camus, agnostico, ma interessato ai temi della spiritualità, che osservava come l’orizzonte sia ininterrottamente segnato dai monti che sono stati disegnati apposta come punti interrogativi perché ciascuno possa alzare lo sguardo dalla polvere della valle verso l’alto, verso l’eterno e il mistero che ci avvolge.
www.sacri-monti.com
PINACOTECA AGNELLI, CONFERENZA “REIWA, BELLEZZA E ARMONIA NEL GIAPPONE CONTEMPORANEO”
La conferenza “Reiwa, bellezza e armonia nel Giappone contemporaneo” alla Pinacoteca Agnelli si terrà mercoledì 5 febbraio alle ore 18. Fabiola Palmeri rifletterà sulla continuità tra estetica e contenuti della tradizione, di cui le opere dei maestri Hokusai, Hiroshige e Hasui sono espressione, e quelli della creazione artistica contemporanea del Giappone, da Murakami Takashi e Nara Yoshitomo fino ai mangaka.
L’ingresso alla conferenza è libero fino ad esaurimento posti.
FILATOIO DI CARAGLIO: LETTURE ANIMATE PER TUTTA LA FAMIGLIA ALLA SCOPERTA DI LEONARDO
“Un pomeriggio spassoso con Leonardo, artista curioso”
Domenica 9 febbraio dalle ore 15 alle 17
Dopo il successo del primo appuntamento, tornano al Filatoio di Caraglio le letture animate per scoprire la figura di Leonardo, la vita, l’arte e le sue invenzioni. L’appuntamento è per tutta la famiglia, domenica 9 febbraio dalle ore 15 alle ore 17, con le interpretazioni di Giulia Brenna e Omar Ramero dell’Associazione Culturale Mangiatori di Nuvole. Le letture, che dureranno circa venti minuti, si svolgeranno a ripetizione e saranno ad ingresso libero.
La mostra “L’altra tela di Leonardo. Le geniali invenzioni delle macchine tessili”, è visitabile fino al 16 febbraio 2020. Attraverso video installazioni coinvolgenti, si può scoprire l’ingegno dell’artista nella messa a punto e nell’invenzione di dispositivi e macchine per l’arte tessile. Con un allestimento particolarmente scenografico che evoca i meccanismi delle ruote dentate presenti nei disegni di Leonardo, si possono ammirare i modelli lignei di alcune macchine da lui concepite, tra cui il telaio meccanico automatico per tessitura. Si possono inoltre ripercorrere gli studi di Leonardo sul miglioramento dei meccanismi e automatismi che costituiscono l’intero processo produttivo del filo di seta. Le invenzioni leonardiane visibili nel Museo e presenti nelle macchine ricostruite sono: il movimento di va e vieni del filo (zetto), che consentì di rendere più uniforme la torsione e moltiplicò la produzione a parità di tempo; il movimento a strofinacci (settori circolari) con contrappeso per garantire l’aderenza ai fusi dall’interno; la forma del “cassetto” di contenimento dell’acqua in ingresso nelle ruote idrauliche, l’albero multi rocchetto con il distributore di filo collettivo nell’incannatoio ed altri ancora.