PIEMONTE ARTE: AGOSTI, CAVALLERA, MARZULLO, GHIOTTI, VALLE, CARMAGNOLA, NOVARA, TROFARELLO, MURLO…

coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

 

MUTABILIS: SERGIO AGOSTI, “SEGNO COME COLORE”

Mutabilis ospita dal 3 al 21 marzo ‘Segno come colore’ opere su carta di Sergio Agosti presentate durante la personale del ‘75 alla Galleria Giorgi di Firenze e non ancora esposte a Torino. Opere che hanno particolare valore nella personale ricerca dell’artista intesa a trovare, ancora una volta nel segno come nel colore, gli elementi d’una inedita visione poetica. “È noto come il compito essenziale che l’arte contemporanea ha dato a se stessa sia quello analitico. Analitico nei confronti della nozione, della definizione materiale, della definizione nominale, delle impalcature concettuali, delle strutture axiologiche, dei mezzi impiegati, dei simboli, dei segni, dei significanti come dei significati. Il termine a cui approda questo processo, più o meno, lo conosciamo, come conosciamo l’esiguità dello spazio residuo che è lasciato agli operatori. È una vicenda drammatica, questo avvicinamento al punto zero senza che mai (mai?) esso sia raggiunto, questa specie di asintoto che lascia sempre un po’ di bianco fra la retta e l’iperbole. (…) Il dipinto della tradizione, una volta sottoposto alla squisita macchina analitica, ha conservato solo una – quasi l’ultima se non proprio l’ultima – delle sue notazioni. Dei passati graffiti informali, di quelle allusioni a muri scorticati e incisi, a intonaci rigati, solcati, qualcosa è rimasto; il segno appunto ridotto nella sua tendenzialmente pura essenzialità. La strenua analisi, la pervicace riduzione esercitata sul côté semiotico del dipinto, ha portato al ricupero di una sua astanza apertamente e felicemente sensuale.”

Ermanno Migliorini (Presentazione per la personale alla galleria “Giorgi”, Firenze, 1976)

Note biografiche

Sergio Agosti nasce nel maggio del 1933. E’ presente nell’attività artistica dal 1953. La prima mostra personale risale al 1955, all’età di 22 anni. Sperimenta varie tecniche, l’olio e l’encausto degli anni giovanili, il collage e il pastello a olio dei lavori degli anni ’60, la stratificazione dei cartoni vegetali degli anni ’70, l’acquaforte, la litografia e la calcografia, per la realizzazione di tavole di libri d’artista. Si avvicina all’arte tessile, sperimentando l’assemblaggio di materiali inconsueti e diversi tra loro per il ciclo “Ambiguità del segno” al quale appartengono le pietre cucite. Le opere più recenti, “Mandala”, sono realizzate con una tecnica che utilizza pigmenti in polvere e minerali su carta in pasta vegetale, velati per sovrapposizione da carta di riso. Cresciuto a Piacenza, dove adolescente ha frequentato l’Istituto d’Arte Gazzola, dal 1961 ha vissuto a Torino ed infine a Chieri.

Orari: da martedì a venerdì 15:00-19:00

            sabato 10:30-13:00

            chiuso domenica e lunedì

 

SALUZZO, ANTOLOGICA DI ARNALDO CAVALLERA

Sarà Araldo Cavallera il protagonista dell’importante mostra antologica che la Città di Saluzzo e la Fondazione Amleto Bertoni dedicheranno nel 2020 ad un illustre esponente dell’arte saluzzese. Il percorso, cominciato nel 2018 con Giulio Boetto e proseguito l’anno scorso con Piero Bolla, continua quest’anno narrando attraverso più di 200 opere pittoriche, grafiche e scultoree, i 65 anni di attività dell’artista. Nato 80 anni fa a Saluzzo, dove vive e lavora tutt’ora e dove ha lasciato segni evidenti della sua produzione artistica, come la “Cancellata” in ferro battuto che s’affaccia da Piazza Castello verso la pianura e il Monumento dedicato alla Rosa Bianca, realizzato negli omonimi giardini della città. La mostra, curata da Ida Isoardi, Angelo Mistrangelo e Giuseppe Biasutti, è intitolata “Solcando le onde del tempo” e sarà visitabile negli spazi espositivi della Castiglia dal 7 marzo al 13 aprile. L’evento espositivo ha un significato più ampio dell’omaggio ad Araldo, riconoscendo l’immensa importanza civile alla famiglia Cavallera, benemerita della società tutta, germogliata nel Saluzzese e protagonista di oltre 120 anni di storia, alla quale proprio 30 anni fa Saluzzo dedicò un convegno a Casa Cavassa.

 

 

 

CHIERI, BIBLIOTECA: MOSTRA FOTOGRAFICA DI GIULIO MARZULLO

Dal 24 febbraio la Sala Studio ospita le fotografie di Giulio Marzullo, in esposizione fino al 27 marzo 2020 (in apertura sala da lunedì a venerdì ore 9-19). Il chierese Giulio Marzullo è a Santiago del Cile per il progetto Erasmus, quando, a causa di un rincaro dei biglietti della metro, assiste a una risposta furibonda dei cittadini: nelle strade della capitale si scatena una vera guerriglia urbana fatta di barricate incendiate e cariche di polizia. Così ha iniziato a raccontare all’Europa cosa stesse succedendo, attraverso la fotografia…

 

CARMAGNOLA: PRESENTAZIONE DEL ROMANZO SUL BORDO DEL GIORNO DEL GIORNALISTA ATTILIO CELEGHINI

Sabato 29 febbraio alle ore 17.00, Attilio Celeghini presenta il suo romanzo, intitolato «Sul bordo del giorno», pubblicato dalla Ferrari Editore. Lo scrittore e giornalista torna con una nuova storia, ricca di azione e inventiva, che gioca con i generi per rappresentare il diritto all’infanzia. E lo fa attraverso la voce di due giovani protagoniste, Nina e Licia, in un intreccio leggero e profondo, ispirato alla nota serie anime degli anni Ottanta, L’Incantevole Creamy.

L’evento è ospitato dalla Saletta d’Arte Celeghini, a Carmagnola (TO). Conversa con l’autore Domenico Agasso (La Stampa). Segue Firmacopie. L’ingresso è gratuito

IL LIBRO

Estate 1992. Sullo scenario di un paese irreale si muove la vicenda della scomparsa nel nulla di una ragazzina undicenne. Al centro di una narrazione sospesa tra onirismo e realismo c’è lo sguardo puro della sua migliore amica Nina, la bambina-protagonista che si autoassegna il ruolo di detective per poterla ritrovare, diventando così testimone e giudice delle ambiguità e ipocrisie degli adulti. Una ricerca che vedrà Nina circondata da emozioni inattese e personaggi a volte bizzarri. Un romanzo che trasporta il lettore in un colorato caravan di sogni e incubi.

L’AUTORE

Attilio Celeghini, scrittore e giornalista professionista, vive in provincia di Torino. La scrittura è per lui una sorta di affascinante incognita, ma anche uno strumento di denuncia sulle superficialità del mondo. Ha esordito nella narrativa nel 2007 con il romanzo “Marcelo ha sbagliato il calcio di rigore”, seguito nel 2009 da “Uno sarà preso. Due fratelli nella bufera della guerra” (con Domenico Agasso) e nel 2011 da “Tutto il mondo fuori”.

 

CON LO SCULTORE GHIOTTI L’ARTE ITALIANA IN TATARSTAN

A Kazan, il Museo Statale di Belle Arti della Repubblica del Tatarstan ospita la mostra personale dell’artista torinese Massimo Ghiotti, inaugurata alla presenza del Ministro per la Cultura del Tatarstan, del Console Italiano, della Direttrice Generale del Museo e del Presidente dell’Unione degli Artisti Russi. Per questo appuntamento, curato da Enzo Fornaro, International Service Art, e accompagnato da un testo in catalogo di Alexander Davidoovich Borovsky, Ghiotti presenta una quarantina di opere tra sculture e composizioni in lastre di acciaio inossidabile. Questo «corpus» di lavori è stato precedentemente esposto al Museo della Scultura di San Pietroburgo, in occasione del Forum Internazionale della Cultura, e al Museo di Stato Russo di Tula, città natale di Lev Tolstoj, nel centenario della sua fondazione. Presente con otto sculture monumentali nel Parco Europeo della Scultura, Europos Parkas di Vilnius, la ricerca di Ghiotti crea «un’immagine completa della civiltà meccanizzata (…)promesse silenziose e monologhi interiori» (A.D. Botovsky). Un’esperienza, quindi, che esprime una continua sperimentazione di materiali e forme, di poderose immagini e di «una visione ascetica della metallurgia» (P. Restany), in una sorta di rilettura di quanto è «ordine, armonia ed equilibrio della scultura classica»(J.M.Foray). Per anni docente di Scultura al Liceo Artistico e di Pittura all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, ha realizzato numerosi monumenti arte pubblica, mentre si possono vedere grandi opere nel cortile d’onore del Rettorato dell’Università e al Museo Diocesano di Torino.

Angelo Mistrangelo                                         

 

TORRE PELLICE, “IL GRANDE BLU”, OPERE DI LAURA VALLE

Maternità tra arte e ricerca

a cura di Andrea Balzola

Fino al 15 marzo.

La Civica Galleria d’arte contemporanea “Filippo Scroppo” di Torre Pellice, nell’ambito della sezione “Est-etiche” e in previsione della giornata della donna , presenta una mostra di fotografia e pittura, che fa emergere in chiave artistica una riflessione su un momento fondamentale ma anche molto delicato della vita femminile: il periodo post parto.

La mostra Il Grande Blu | maternità tra arte e ricerca, parte da un’indagine fotografica condotta in un importante ospedale torinese che documenta “i primi passi” del rapporto mamma-bambino a 24-48 h dal parto, di cui si possono vedere, nella prima parte dell’esposizione, una ventina di scatti in bianco/nero, intende riflettere sul momento successivo, al ritorno a casa nel proprio ambiente familiare dove viene accolta la nuova creatura e dove inizia “una nuova vita” per l’intera famiglia.

Le opere integrano fotografia, pittura, interventi oggettuali e scrittura sulla base della scelta coloristica del blu come colore dalla doppia valenza, in rapporto anche con l’ambivalenza stessa di ogni madre nei confronti del nuovo nato: si va dalla leggerezza gioiosa del blu chiaro, il reale, alla cupezza e profondità del blu marina passando per varie sfumature intermedie, secondo le declinazioni molteplici di un evento così forte come la maternità. E anche – occorre sottolinearlo – la paternità, le cui difficoltà all’arrivo di un figlio, sono sicuramente ancora non sufficientemente esplorate. I riferimenti iconografici delle opere sono il mare e l’acqua, elementi materni per eccellenza, liquidi e avvolgenti, talvolta paurosi per la loro forza travolgente ma forte simbolo di guarigione, purificazione e rinascita.

Nelle prime settimane/mesi, successivi alla nascita di un bambino, si sviluppano dinamiche materne – ma anche familiari – determinate innanzitutto dai grandi cambiamenti del corpo e della psiche femminile ma anche dal nuovo ruolo, da individuo a genitore, che riguarda ciascuno dei componenti della coppia. E’ uno spazio vissuto “sommerso” e poco indagato che, accanto alla gioia e all’emozione, può nascondere insidie e difficoltà, le quali non sempre sono espresse e, almeno fino a non molto tempo fa, molto sottovalutate anche dagli stessi soggetti coinvolti. In particolare è dimostrato, forse anche per motivazioni culturali relative al “dover essere felice” della maternità e al disconoscimento –

quasi un tabù – della presenza dell’ambivalenza materna, che la puerpera tende a chiedere aiuto, specie per problemi psicologici, e conseguentemente a curarsi in misura inferiore rispetto alla donna in condizioni normali.

L’indagine parte dalla più importante ricerca fatta a livello mondiale, lo screening condotto dalla ricercatrice americana Katherine L.Wisner e dalla sua equipe dell’Università di Pittsburgh e pubblicata nel 2013 su JAMA Psychiatry. Utilizzando come strumento diagnostico l’EPDS, più noto come Scala di Edimburgo, la Wisner monitorò diecimila puerpere, individuando, al di là della fisiologica “baby blues”, stato di malinconia e tristezza dovuto ai cambiamenti ormonali che si risolve in genere entro i 10-15 giorni dal parto, significative percentuali di patologie nei periodi successivi fino alla vera e propria DPP (depressione post-partum) e ai disturbi d’ansia e bipolari. In relazione a questa interessante indagine scientifica, la seconda parte dell’esposizione ha come fulcro un’infografica dedicata appunto ai risultati della ricerca della Wisner, lavoro che si può considerare come l’opera “madre” basata sui risultati della ricerca, e poi sette opere che costituiscono sette filiazioni di quella, in un percorso che va dal generale al particolare, dalla massa al caso individuale, in un chiaro omaggio a sette casi di mamme anonime e alla loro particolare maternità, in rapporto anche a storie di cronaca e a racconti familiari.

Orari: martedì, mercoledì, giovedì, domenica 15.30 – 18.30

venerdì, sabato, 10.30 – 12.30

Civica Galleria d’arte contemporanea Filippo Scroppo

via Roberto d’Azeglio 10, Torre Pellice (TO)

 

MOSTRA DI FRANCESCO MURLO AL CIRCOLO DEGLI ARTISTI

Inaugurerà presso la Giardiniera Reale, sede del Circolo degli Artisti, lunedì 3 Marzo alle ore 18:00 la mostra personale del socio pittore Francesco Murlo, dal titolo “Dialogo con la natura”. Francesco Murlo nato a Corato (Ba), vive ed opera a Collegno (To) Esordisce alla fine degli anni settanta, con mostre collettive e concorsi nazionali ottenendo premi e riconoscimenti. Arricchisce le sue conoscenze artistiche frequentando i corsi del Maestro Giuseppe Grosso. Il debutto con la sua prima personale nel 1996 a Saint Vincent (Ao) al Salone delle Feste, da allora ha al suo

attivo numerose mostre personali, collettive e rassegne d’arte nazionali ed internazionali. Ha esposto alle mostre del Circolo degli Artisti, della Promotrice delle Belle Arti di Torino, Sala delle Arti Collegno, Piemonte Artistico Torino, Biblioteca Nazionale Torino, Torre dei Signori Aosta, Museo della città Collegno, Chiesa S. Agostino Carmagnola, Paratissima Torino, Galleria Arte Città Amica, Palazzo del parco Diano Marina, Saluzzo Arte, Chiostro dell’ Annunziata Torino, Galleria Carletti Alassio, Sala Mostre Regione Piemonte, Biennale di Venezia Padiglione Italia Palazzo Nervi Torino, curata da Vittorio Sgarbi, La Giardinera Settimo torinese, Palazzo Salmatoris Cherasco, Palazzo Lomellini Carmagnola ecc. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private. Il filo conduttore della sua pittura è il mondo della figurazione. Hanno scritto di lui: F. Esposito, C. Passerella, E. Papa, D. Marasà, A: Olivieri, L. Pongan, P. Maschera, D. Tacchino, G.G. Massara, A. Mistrangelo, G. Schialvino.

 

NOVARA: MAESTRI DEL NOVECENTO IN MOSTRA ALLA “ROTAROSS”

La Galleria d’Arte “Rotaross” di Novara (Via A. Costa 2) propone in mostra opere significative dei suoi artisti in permanenza; maestri del Novecento che hanno caratterizzato la storia culturale e artistica del nostro paese: alcuni ormai scomparsi, altri ancora viventi e attivi.

Ne riportiamo l’elenco in ordine alfabetico, perché tutti meritano lo stesso rilievo in relazione alla loro preparazione, capacità e notorietà: Luca Alinari, Gianfranco Asveri, Sergio Bonfantini, Massimo Campigli, Giancarlo Cazzaniga, Luciano Crepaldi, Roberto Crippa, Filippo De Pisis, Gianni Dova, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Paolo Fresu, Giuliano Grittini, Virgilio Guidi, Renato Guttuso, Janusz Haka, Ion Koman, Mark Kostabi, Bruno Landi, Ugo Nespolo, Pippo Oriani, Franco Rognoni, Aligi Sassu,

La galleria non effettua una selezione stilistica o tecnica nella rassegna, quindi nelle sue sale possiamo osservare importanti opere figurative accanto ad altre egualmente interessanti di carattere astratto o informale.  Ricordiamo, tra gli altri artisti, un maestro novarese come Sergio Bonfantini.  Bonfantini, nato a Novara il 28 aprile 1910, dove è deceduto nel 1989, ha iniziato la sua attività pittorica a Torino nel 1929 con Felice Casorati. Del 1929 è anche la sua prima mostra alla Galleria Milano, presentata da Giacomo Debenedetti, dove espone 27 quadri, fra cui il noto dipinto “La famiglia del bifolco”, oggi alla Civica Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.  L’artista in questo periodo dipinge secondo una originale interpretazione di un Espressionismo alla Permeke e alla Sironi, mentre i temi sono ispirati al mondo rurale, vissuto senza alcun compiacimento retorico. Le immagini acquistano uno strano risalto e i piani della composizione si accostano senza mai fondersi. Numerose le esposizioni alla Biennale di Venezia (1930, 1932, 1936) e alla Quadriennale romana (1931, 1935, 1939), acquisendo un profondo senso di autonomia creativa. Dopo l’impegno nella Resistenza, in cui fu partigiano combattente, come i fratelli Mario e Corrado, nel 1948 è ancora alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma, alle quali faranno seguito numerosissime mostre personali in Italia e all’estero. Nel secondo Novecento l’esistenzialismo contadino dell’artista si incrocia con le trasparenze concettuali che culminano nella serie “Blow up”; dal 1968 in poi il virtuosismo del colore si raffina sino alla “Primavera sul Ticino” del 1987. Nelle sue opere raffigura la realtà concreta. Temi ricorrenti: nature morte, interni, figure di contadini, paesaggi, tutti descritti con linguaggio vagamente metafisico.

Enzo De Paoli

 

TORINO, ALLA SCOPERTA DEL PATRIMONIO DELLA CHIESA DI SAN ROCCO

Nella sala conferenze di Area X di Intesa Sanpaolo, in via San Francesco d’Assisi 12 a Torino, si è tenuto un incontro sul tema «Alla scoperta del patrimonio della Chiesa di San Rocco» che ha messo in piena luce gli studi, le ricerche, il recupero del patrimonio archivistico storico e artistico della confraternita seicentesca. Alla presenza di un pubblico di esperti di restauro, di critici e storici dell’arte, di amanti del mondo della cultura, Bruno Gambarotta ha introdotto gli interventi di Giuseppe Banfo della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Piemonte e Valle d’Aosta, degli architetti Cristina Bertolotti e Vanna Bruno (Museo Diocesano di Torino), di Emanuela Gambetta e Monica Regis, archiviste della Confraternita di San Rocco, e di Don Fredo Olivero, commissario e rettore della Confraternita di San Rocco.

Per il futuro, è in programma la realizzazione di un volume e una mostra sulle ricerche intorno al patrimonio della Chiesa di San Rocco (A. Mis.) 

 

TORINO, CAMERA CHIUSO FINO A SABATO 29 COMPRESO

CAMERA è chiuso al pubblico fino a sabato 29 compreso, in ottemperanza ai provvedimenti assunti dalle autorità competenti – e in particolare all’Ordinanza del Ministro della Salute d’intesa con il Presidente della Regione Piemonte in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 del 23 febbraio 2020.

Non sarà quindi possibile visitare le mostre in corso “Memoria e Passione. Da Capa a Ghirri. Capolavori dalla Collezione Bertero” e “Biomega. Multiverso”. Le attività previste in calendario sono da considerarsi annullate, così come la presentazione del libro “Album” di Nicola Nunziata, in programma giovedì 27, rimandato a data da destinarsi.

 

TROFARELLO, MOSTRA FOTOGRAFICA “VISIONE DI DONNA 4”

La mostra presenta i lavori di otto Socie del Foto Club Neyrone di Trofarello. I temi affrontati, le tecniche e gli stili sono molto vari e sono rappresentativi di sensibilità e interessi delle Autrici. Passiamo infatti dalla poetica trasfigurazione delle fate di Claudia Canta alle eteree e sognanti immagini di danza di Marina Vercellio. Dal reportage di Renata Busettini sugli effetti dell’inquinamento di una città americana, ai volti e agli atteggiamenti delle donne immigrate in una ospitale Palermo di Rosella Perlo, ad un percorso legato da un filo rosso in luoghi lontani come Tibet e Bhutan di Ivana Sancandi. Per giungere alle entusiastiche visioni di una biennale veneziana di Carla Ciampoli e agli scorci paesaggistici di Maria Grazia Landini. Una nota a parte merita l’ironica installazione di Luisella Terrini Prino che ci fa vedere esempi di mondo partendo da un luogo che tutti usiamo, ma che spesso non consideriamo degno di attenzione visiva.

 

 

 

 

ANTONIO FORCELLINO AI CAFFÈ LETTERARI

Al Centro Congressi dell’Unione Industriale, la seconda settimana di Caffè Letterari 2020, lunedì 24 febbraio, alle ore 15.00, avrà come ospite Antonio Forcellino, uno tra i maggiori studiosi di arte rinascimentale. Restauratore di opere di valore assoluto e membro del Comitato per le celebrazioni dei 500 anni della morte di Leonardo da Vinci – promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – sarà affiancato da  Arbella Cifani per la presentazione del suo ultimo volume della trilogia Il secolo dei Giganti, intitolato Il fermaglio di perla: la grazia di Raffaello.

 

 

 

 

 

 

CINETEATRO BARETTI, FILM “MADRES, RACCONTI DA PLAZA DE MAYO

dal 4 al 6 marzo 2020 ore 21.00

interprete OLIVIA MANESCALCHI

chitarra MIGUEL ANGEL ACOSTA

bandoneón DAVIDE PECETTO

testo e regia MONICA LUCCISANO

direzione artistica & luci ALBERTO GIOLITTI

produzione ASSOCIAZIONE BARETTI e GIFRAMALÉ

in collaborazione con Associazione Concertante Progetto Arte&Musica

Due donne – una madre di Plaza de Mayo e una figlia, sequestrata, torturata e infine uccisa in uno dei terribili “voli della morte”, una figlia “desaparecida” che in condizioni terribili e disumane diventerà a sua volta madre – raccontano, senza mezzi termini ciò che le separa e le unisce nonostante tutto. Due voci intense, piene di verità. Due voci femminili che si fanno testimoni, intrecciate nel dolore, nella rivendicazione, nella memoria, nel terrore e nel coraggio. E intorno a loro le madri di Plaza de Mayo, con la loro risolutezza, la loro continua, inarrestabile lotta umana e politica. Trascorrono venti anni: un percorso che diventa via via grido lacerante, strazio dell’anima, con una domanda viscerale di verità e giustizia. Poi la madre inaspettatamente incontra una donna, che le rivelerà l’esistenza della figlia di sua figlia. La donna potrà conoscere sua nipote… Accompagnano il racconto, un bandoneón e una chitarra, evocando l’area geografico-culturale dove si sono svolti i fatti, con strumenti e repertori che si uniscono alla trama della narrazione. Luis Bacalov, Astor Piazzolla, Hamlet Lima Quintata,  Abel Figueroa, Gustavo Santaolalla, Miguel Angel Acosta, Victor Heredia, León Gieco, Maria Elena Walsh, Diana Reches, Adela Gleiker, Juan Carlos Cobián, Enrique Cadícamo, compositori argentini e brani folk dedicati ai “desaparesidos”

PRENOTAZIONI – Si accettano prenotazioni via e-mail [ prenotazioni@cineteatrobaretti.it ]

I biglietti prenotati possono essere ritirati la sera stessa dello spettacolo fino a 15 minuti prima dell’orario di inizio. Dopo tale termine la prenotazione non è più considerata valida.

Info: cineteatrobaretti.it

INFO E BIGLIETTERIA

Per tutti gli spettacoli: Intero € 12,00; Ridotto (over 65 | under 25) € 10,00

 

UNITRE TORINO ALLA SCOPERTA DEL FAI “PUNTA MESCO E SAN FRUTTUOSO. TRA TUTELA E INNOVAZIONE”

Venerdì 28 febbraio alle ore 15.30

Sede FAI di Torino, Via Giolitti 19

Conoscere da vicino le meraviglie del FAI è sempre più facile per i soci dell’Unitre Torino. Grazie alla partnership tra i due enti, il Fondo Ambiente Italiano organizza, nella sede di via Giolitti 19 a Torino, una serie di incontri per gli iscritti alla più grande Università della Terza Età d’Italia, alla scoperta dei luoghi da proteggere e da valorizzare del patrimonio artistico e naturale italiano. L’appuntamento di venerdì 28 febbraio alle ore 15.30, è dedicato al Podere Case Lovara a Punta Mesco, dove tra le altre attività di tutela, si cerca di ripristinare le tecniche di coltivazione del passato, e all’Abbazia di San Fruttuoso, monastero benedettino dell’anno mille, che nel tempo è stato anche covo di pirati e borgo di pescatori. L’incontro sarà condotto da Roberto Moretti, Property Manager Podere case Lovara – Levanto (La Spezia), e Alessandro Capretti, Property Manager Abbazia di San Fruttuoso – Camogli (Genova). Per partecipare è necessaria la prenotazione presso la segreteria dell’Unitre Torino in Corso Trento 13.

 

PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI GIOVANNI VOLPE “PAUL KLEE LA FORMULA POETICA”

 

VERCELLI, MUSEO BORGOGNA: “UN CAFFÈ CON…”

Mercoledì 26 febbraio, con due appuntamenti (ore 13.30 e ore 14) ritorna la pausa pranzo al Museo Borgogna. Saranno quattro gli incontri, programmati a cadenza mensile, in cui specialisti di diverse discipli-ne leggeranno con occhi diversi e sguardi trasversali le opere della collezione museale. Primo incontro mercoledì 26 febbraio con le restauratrici Veronica Sfondrini e Maria Grazia Ferrari che collaborano da anni nella realizzazione di restauri di opere della collezione.

Il breve approfondimento tematico sarà seguito dal caffè offerto da Maio Group.

Su prenotazione al numero 0161.252764. Costo: 5 euro a partecipante.

 

LA FONDAZIONE BOTTARI LATTES RICERCA ARTISTI PER IMMAGINARE NUOVI PUBBLICI E NUOVI MODI DI FRUIRE LA CULTURA

Tra arte e impresa innovativa, al via il nuovo progetto europeo ETI

con partner dalla Francia, Spagna, Romania e Italia

Consapevole dell’importanza di aprire le proprie porte a nuovi pubblici, di favorire maggiori e diversificate relazioni con i visitatori, di sviluppare nella comunità un senso di appartenenza e partecipazione, di coinvolgere i cittadini nella creazione di contenuti espressivi e creativi, in linea con le sfide del XXI secolo, la Fondazione Bottari Lattes chiama a raccolta artisti che con la freschezza delle proprie idee sappiano indicare la strada verso nuovo modi di fruire l’arte e la cultura e attirare l’attenzione di nuovi spettatori, visitatori, lettori. La Fondazione Bottari Lattes partecipa, infatti, al nuovo progetto europeo ETI  (Expérimenter une Transformation Institutionnelle – Sperimentare una Trasformazione Istituzionale), che intende affrontare una sfida non procrastinabile per fare cultura nel nuovo millennio, seguendo le linee dell’audience engagement: la sfida di immaginare un’istituzione culturale sensibile alle trasformazioni della società e dell’arte, capace di guardare a innovative pratiche sociali e artistiche, che sappia aprire i propri spazi a un pubblico più ampio e nuovo rispetto a quello di riferimento. Il progetto ETI intende andare alla scoperta e far emegere azioni finora poco esplorate, capaci di favorire l’accesso libero ed egualitario all’arte e cultura a pubblci inconsueti, creare comunità attorno alla cultura e ridurre la frattura istituzionale tra l’arte e la società. Per affrontare queste sfide il progetto ETI si appella agli artisti, alla loro capacità visionaria di intercettare nuove tendenze, bisogni, direzioni e quindi alla loro forza creativa nell’immaginare innovative modalità di fruizioni dei prodotti culturali. Il tutto per avvicinare all’arte, alla letteratura, alla musica e a ogni esperienza culturale anche il pubblico meno interessato. Oltre alla Fondazione Bottari Lattes, unico partner italiano inserito nel progetto ETI, le altre tre realtà europee sono: l’ente ideatore e capofila Ecole Nationale d’Art di Parigi (Francia; http://www.enda.fr); Idensitat di Barcellona (Spagna; https://www.idensitat.net), Minitremu di Târgu Mureș (Romania; http://www.facebook.com/Minitremu). I partner accoglieranno gli artisti selezionati, che potranno mettere in campo una programmazione innovativa, che he fornisca all’istituzione le coordinate utili per trasformarsi in sintonia con il mondo del 21° secolo.

Il bando del progetto ETI si rivolge ad artisti di ogni forma espressiva (arte figurativa, musica, scrittura, video arte, ecc.), a cui si chiede di proporre un progetto di riformulazione istituzionale che sperimenti l’accesso alla Fondazione Bottari Lattes da parte di nuovi pubblici.

Il carattere innovativo del progetto risiede soprattutto nel coinvolgomento di privati e imprese.  Per esprimere la propria candidatura l’artista, infatti, deve affiancarsi a un partner privato (persona fisica o giuridica) che sia espressione di competenze specifiche, radicato in un territorio, impegnato nello sviluppo economico e sociale. Dalla viticoltura al tessile, dall’agroalimentare all’artigianato, dall’ecologia al digitale,  l’artista potrà scegliere tra diversi comparti, facendo perno sulle specificità del settore economico preso in considerazione. Non dovrà creare un’opera unica dalla classica fruizione attraverso il modello della mostra, ma dovrà ideare progetti, metodi, attività innovative che possano essere mobilitati o riutilizzati sulla stregua di un format culturale. Questa sperimentazione permetterà di combinare i modelli tradizionali con modelli operativi, economici, di visibilità e di accessibilità, favorendo così nuove vie di sviluppo dei pubblici di riferimento.

Le candidature dovranno pervenire entro il 5 aprile 2020, compilando il form online: http://eti-europe.eu/it/candidatura.

La selezione sarà effettuata dei quattro enti partner del Progetto ETI.

Per l’artista vincitore sono previsti un contributo alla realizzazione del progetto per un massimo di 2.000 euro e la copertura delle spese di viaggio e di ospitalità. L’artista potrà sentirsi libero di ricercare in proprio cofinanziamenti per la realizzazione del suo progetto.

Gli artisti selezionati parteciperanno a un insieme di azioni per una durata di due anni con un primo incontro a maggio 2020 (data da confermare) e una programmazione locale (date in funzione del Paese). Il progetto ETI si concluderà con un forum organizzato a Parigi a settembre 2021, in cui saranno presentate le sperimentazioni condotte nel corso dei due anni precedenti. Sarà l’occasione di proporre a livello europeo un’istanza di consultazione comune, che consenta di accompagnare le istituzioni dell’arte e della cultura nel lavoro di trasformazione dei loro modelli.

 

MOSTRA FOTOGRAFICA “ ÀIVA. SEGNI D’ACQUA NELLE VALLI DI LANZO” 

Sono entrate nel vivo le attività inerenti il progetto ÀIVA. SEGNI D’ACQUA NELLE VALLI DI LANZO,  importante iniziativa finalizzata alla valorizzazione delle acque che scorrono e caratterizzano i paesaggi delle Valli di Lanzo, avviata con la collaborazione di Oculus Digitale e il sostegno dell’Autorità d’ambito n. 3 Torinese. La mostra fotografica –  80 stampe in bianco e nero –  sarà infatti presentata in anteprima in occasione dell’Alpin Film Festival, che si terrà a   Braşov (Romania) presso il  Centrul Multicultural al Universităţii Transilvania, da lunedì 24 febbraio a sabato 31 marzo 2020, ottima occasione per dare visibilità al progetto e per la  valorizzazione del territorio delle Valli di Lanzo. A seguire la mostra farà tappa a Lanzo Torinese, Torino e Mezzenile, accompagnata dalla presentazione del relativo volume; seguiranno ulteriori e più dettagliate informazioni.

 

 

 

 

 

LIBRO ANIMATO: RINVIATO IL CONVEGNO INTERNAZIONALE PREVISTO PER IL 27 E 28 FEBBRAIO

A fronte dell’emergenza corona virus e in ottemperanza all’ordinanza n. 1 del Ministro della Salute di intesa con il Presidente della Regione Piemonte, che prevede “la sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi, in luogo pubblico o privato, anche di natura culturale”, pur con il massimo dispiacere, siamo costretti a rinviare a data da destinarsi il Convegno Internazionale sul libro animato “International Conference on description, conservation and use of movable books”, organizzato per il 27 e 28 febbraio prossimi dalla Fondazione Tancredi di Barolo e dall’Università La Sapienza di Roma. Tutte le attività legate al convegno e alla presentazione del Centro Studi Permanente sul libro animato, insieme con le mostre in partenza a Palazzo Barolo, verranno riprogrammate al più presto dagli organizzatori. Abbiamo ricevuto dall’Italia e dall’estero messaggi di solidarietà e impegno a rilanciare alla grande l’iniziativa.