LE PERLE NERE DELLA MUSICA a cura di Edoardo Ferrati
Domenica 29 febbraio è mancato a Cracovia Krzystofz Eugeniusz Penderecki (foto) compositore polacco tra i maggiori del nostro tempo e anche direttore d’orchestra. Nato a Dubica il 23 novembre 1933, ha ricevuto lezioni di violino e pianoforte sin da piccolo, accettato al Conservatorio di Cracovia all’età di diciotto anni dove ha studiato composizione con Artur Malawski e Stanislaw Wiechowicz, sede in cui esercitò anche la docenza. Nel 1956 ha vinto tutti e tre i primi premi disponibili al Concorso per Giovani Composiori. Entra a far parte dell’Avanguardia (1960), guadagnando reputazione internazionale con la prima esecuzione della Passione secondo San Luca (1966, cattedrale di Munster in Germania). Nominato rettore dell’Accademia di Musica di Cracovia e docente alla Yale University (USA), è uno dei pochi compositori contemporanei a raggiungere il successo presso il grande pubblico grazie all’utilizzo di alcune sue composizioni in due celebri film The Exorcist di William Friedekin e Shinning di Stanley Kubrick, brani che contribuisoco, in modo notevole, ad aumentare il clima di tensione e di suspense grazie ai loro caratteri striduli e interrotti. Altra composizione celebre è Trenodia per le vittime di Hiroshima (brano per cinquantadue archi) dove il tempo non si misura in battute, ma in secondi, utilizzata per una sequenza del film I figli deglli uomini (2006) di Alfonso Cuaron e per l’ottavo episodio della serie Twin Peaks (2017). Nel corso della mia attività professionale ho incrociato il nome di Penderecki due volte (in questo mi socccorre il mio “diario” su cui annoto da quarant’anni le occasioni di ascolto diretto e frequentazioni) a Torino dove diresse all’Auditorium RAI il 28 febbraio 1975 tre suol lavori in prima esecuzione italiana, Partita per orchestra, La scala di Giacobbe e la Sinfonia n. 1. Altra occasione fu al Teatro Regio la rappresentazione dell’opera in tre atti I diavoli di Loudon: sette recite nei mesi di gennaio/febbraio 2000, diretta da Yoram David e con la regia di José Carlos Plaza. Penderecki si occupò di serialismo e di avanguardia del secondo Novecento, partendo dalle esperienze dei celebri Ferienkurse di Darmstadt. E’ emerso subito per uno stile sperimentale a metà strada tra classicismo e post-modernismo, costruito su armonie timbriche e sonorità assai varie ed eleborate, basate spesso sull’utilizzo di accordi, cluster (gruppi di suoni) e glissando. Penderecki è stato personalmente legato a Giovanni Paolo II° a cui ha dedicato alcune composizioni. La sua sperimentazione suscitò soprattutto scalpore a destra. Molte opere nascono dalla sua profonda fede cattolica; Passione secondo San Luca, Dies Irae oratorio in memoria delle vittime di Auschwitz,, Magnificat, Te Deum, Un Requeim polacco, Le sette porte di Gerusalemme (sinfonia n. 7). Molte le onoficenze di cui il compositore è stato insignito tra cui quelle di Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e il premio Principe delle Asturie per l’arte (Spagna).