Asti- Petizione contro il raddoppio dell’area commerciale del Borgo
La proposta di utilizzare l’area di fronte al Borgo per farne una nuova area commerciale di 45.000 mq, raddoppiando di fatto quella già esistente, non ha raccolto molti consensi nelle opposizioni in Consiglio Comunale, né tra le associazioni ambientaliste.
Una petizione su Change.org contro il nuovo progetto dell’amministrazione Rasero è partita da “Asti Rifiuti Zero”, gruppo “green” ed eco- friendly nato su Facebook, ed è sostenuta da Legambiente Asti che commenta:
In Asti sono presenti 4 grandi edifici completamente abbandonati di cui tre pubblici, alcuni fatiscenti, 2000 alloggi vuoti, altri edifici in gravi condizioni perché in parziale abbandono. Decine di fabbricati vuoti in condizioni pessime, di cui due che avrebbero potuto contenere il nuovo centro commerciale, comunque inutile, la ex Way Assauto di 45.000 mq e la ex IBMEI con tetti in amianto in parte in gravi condizioni. Con quale perversa logica l’amministrazione comunale può autorizzare uno scempio in un luogo verde?
Anche il Movimento 5 Stelle cittadino si schiera contro e firma la petizione.
Per l’ennesima volta è evidente che questa amministrazione rimane indietro anni luce rispetto ai nostri tempi – afferma il capogruppo Massimo Cerruti – mentre tutto il mondo combatte il consumo del suolo, riutilizza gli immobili vuoti, si muove verso politiche eco-sostenibili, si pensa di destinare una grande area verde per costruire un altro centro commerciale. Per fortuna anche questa volta, come per il teleriscaldamento, i cittadini hanno alzato la voce, e lo hanno fatto consapevolmente chiedendo che tutte le voci vengano ascoltate.
Il Sindaco “commerciante per i commercianti” – aggiunge Cerruti – dovrebbe sapere i danni recati alla piccola e media impresa dalla Grande Distribuzione, e dovrebbe aver ormai chiaro che la nostra città è satura. Ovunque ci giriamo sorgono supermercati, il rischio è che si scateni una guerra tra poveri, è pressoché impossibile che un bacino di utenza medio piccolo come il nostro possa permettere di far lavorare tutti e bene. Non possiamo continuare a credere che il Centro Commerciale aumenti l’attrattività della nostra città, chi decide di spendere in quei negozi non riversa un singolo euro nella città, ed il centro ed i quartieri muoiono. Servono ben altre idee per risollevare Asti. Siamo in democrazia, ricordiamolo, quindi è necessario aprire il dialogo ed ascoltare le ragioni di ognuno prima di prendere una decisione così importante. Così forse capiremo anche come un terreno sia riuscito a passare da utilizzo a fini collettivi a uso commerciale. Qualcosa non torna”.