San Mauro, concerto per la rassegna “Antiqua” al Teatro Gobetti
14 Settembre – S. Mauro T.se –
Via Martiri della Libertà, 17
ore 21.15
Teatro Gobetti
Accademia Del Ricercare
I Concerti di Dresda
“Concerto per molti Istrumenti”
Vivaldi – Heinichen
concerti di dresda
vivaldi e heinichen: concerti per molti instrumenti
Johann David Heinichen (1683-1729)
Concerto in sol maggiore per
violino, due flauti traversieri e dolci, due oboi, archi e basso continuo
Allegro – Larghetto – Allegro – Entrée – Loure – Tempo di Minuet – Air Italienne
Antonio Vivaldi (1678-1741)
Concerto in sol minore per
due flauti dolci, due oboi, fagotto, violino, archi e basso continuo RV 576
Allegro – Largo non molto – Allegro
Johann David Heinichen
Concerto per due violini, due flauti dolci,
flauto dolce basso, due oboi, due viole da gamba e basso continuo
Andante e staccato – Vivace – Largo – Vivace – Alternativament
Antonio Vivaldi
Concerto in sol minore per due flauti dolci, due oboi, fagotto, violino,
archi e basso continuo RV 577 “Per l’orchestra di Dresda”
Allegro – Largo non molto –Allegro
Accademia del Ricercare
Lorenzo Cavasanti, Luisa Busca, flauto dolce e traversiere
Arianna Zambon, Manuel Staropoli, oboe barocco
Silvia Colli, Aki Takahashi, violino barocco
Elena Saccomandi, viola da braccio
Cecilia Medi, fagotto
Luca Taccardi, viola da gamba
Antonio Fantinuoli, violoncello barocco
Claudia Ferrero, clavicembalo
Nel 1716 il giovane violinista Johann Georg Pisendel si recò a Venezia per apprendere le ultime tendenze musicali, con le quali mirava a consolidare la sua già prestigiosa posizione di primo violino della Hofkapelle di Dresda. Nel corso del suo lungo soggiorno nella Serenissima ebbe la possibilità di conoscere molti dei più eminenti compositori dell’epoca, primo tra tutti Antonio Vivaldi. Tra i due nacque una sincera stima, testimoniata dalle opere che il Prete Rosso dedicò al più giovane collega tedesco. Dopo il suo ritorno in patria, Pisendel si mantenne in contatto con Vivaldi, chiedendogli di scrivere una serie di concerti per quella che era considerata l’orchestra migliore d’Europa. Questa straordinaria perizia strumentale trova conferma nel Concerto RV. 577, uno dei più famosi “concerti per molti instrumenti” scritti dal compositore veneziano, caratterizzati da una eccezionale ricchezza timbrica, garantita dalla presenza di ben cinque strumenti a fiato, tra i quali si mettono in grande evidenza il fagotto e l’oboe, che nel Largo non molto intesse un canto di incantevole purezza, che forma un gradevole contrasto con la coinvolgente vitalità degli altri due movimenti.
Intorno al 1718 Pisendel – in un certo senso protagonista di questa breve nota, anche se il programma di questo concerto non comprende nessuna sua opera – decise di dedicarsi anche alla composizione, una scelta che lo spinse a perfezionarsi con quello che era considerato l’autore più brillante della cappella musicale di Dresda, vale a dire Johan David Heinichen. Nato in un piccolo villaggio della Sassonia, Heinichen intraprese la stessa strada di diversi suoi autorevoli contemporanei come Johann Kuhnau, Georg Philipp Telemann e Christoph Graupner, iscrivendosi alla facoltà di Legge, per poi seguire le ragioni del cuore e dedicarsi completamente alla musica. Per un’incredibile combinazione, nel 1716 anche Heinichen approdò a Venezia, dove incontrò Pisendel e il ventenne Augusto III, futuro principe elettore di Sassonia e re di Polonia, che gli offrì un incarico molto prestigioso alla cappella di Dresda. Ai suoi tempi, Heinichen godette di una notevole fama per le sue opere vocali, sia sacre sia profane, mentre oggi è ricordato soprattutto per la sua pregevole produzione strumentale, che nel corso degli ultimi anni ha contribuito a renderlo uno degli autori più interessanti e fantasiosi della prima metà del XVIII secolo.