PASSIONE FUMETTI: Giampiero Casertano & il Fumetto ad ALEComics
Giampiero Casertano – disegnatore amatissimo di Dylan Dog, e non solo – è stato ospite ad ALEComics, sabato 12 settembre 2020, protagonista di una interessantissima conferenza-intervista sulla sua carriera fumettistica “al servizio dell’Incubo”.
Complici due splendide giornate di sole e gli ampi spazi del parco della Cittadella fortificata di Alessandria, ALEComics è stata un successo, sia per l’ottima organizzazione, sia per il gradimento del pubblico. Si respirava un’atmosfera gioiosa – di cui potete vedere ampia testimonianza nelle numerose foto pubblicate sulla pagina facebook – nonostante la gestione del distanziamento fisico abbia comportato uno sforzo notevole per gli organizzatori e un impegno costante da parte dei visitatori.
Giampiero Casertano, una vita per il fumetto
Giampiero Casertano, ospite d’onore ad ALEComics 2020, ha avuto il non facile compito di aprire il ciclo di conferenze organizzate nelle due giornate della manifestazione, e lo ha fatto con un entusiasmo e una passione che hanno subito contagiato il numeroso pubblico intervenuto (in un gazebo aperto e con posti più che distanziati).
“Ho iniziato fin da bambino, sapevo benissimo cosa volevo fare nella vita”, ha esordito così Giampiero Casertano parlando della sua vocazione, “ho sempre avuto bisogno di disegnare, di raccontare attraverso il disegno”, citando un aneddoto in cui da bambino, al ritorno da un funerale, lo disegnò: bara e signore con il cappello compresi.
Ragazzo di bottega da Leone Cimpellin
La svolta che lo ha portato verso quella che sarebbe diventata la sua professione avvenne in terza media, quando una professoressa di applicazioni tecniche vide un suo disegno, facente parte di una ricerca sulle guerre risorgimentali, in cui aveva rappresentato una battaglia. L’insegnante ne rimase colpita e lo invitò ad andare a imparare presso lo studio di un suo conoscente che faceva il disegnatore: Leone Cimpellin (noto soprattutto per avere creato Jonny Logan).
Se pure il primo il commento di Cimpellin quando vide i suoi disegni non fu così entusiastico come si aspettava il piccolo Giampiero, il maestro ne vide le potenzialità e gli chiese di aiutarlo a ripassare a china alcuni suoi disegni. Fu così che Casertano iniziò come “ragazzo di bottega” presso quello che sarebbe poi diventato lo Studio Comix (e che nel tempo riunì autori come Carlo Ambrosini, Enea Riboldi e Pasquale Del Vecchio).
L’ingresso alla Sergio Bonelli Editore
Nonostante l’esordio ufficiale di Giampiero Casertano alla Sergio Bonelli Editore (allora Daim Press) si faccia risalire all’episodio Tunguska! di Martin Mystère (n. 22 del gennaio 1984), l’autore ha raccontato di avere precedentemente disegnato diverse pagine di Ken Parker (n. 52 La collera di Naika), in aiuto di Carlo Ambrosini (disegnatore di 8 storie, tra cui l’ultima della prima serie “I ragazzi di Donovan”). Fu lì che venne notato da Alfredo Castelli, che lo scelse tra i disegnatori di Martin Mystère. Un periodo che Casertano ricorda con piacere e divertimento, citando le sceneggiature realizzate, o meglio schizzate, in stile “Omino Bufo” da Castelli, sceneggiatore da cui confessa di avere imparato molto sul fumetto professionale.
L’incontro con Tiziano Sclavi
L’incontro con Tiziano Sclavi avvenne su invito de Decio Canzio (allora Direttore Responsabile della casa editrice), che cercava disegnatori per una nuova serie: Dylan Dog. Ai tempi Casertano aveva 24 anni e, alla insolita domanda di Sclavi su che cosa amasse disegnare, rispose “mi piace disegnare i costumi e la storia”. Qualche giorno dopo arrivò la sceneggiatura di Attraverso lo specchio (n. 10 del 1987), storia che si apre con la scena di una festa in maschera e costumi antichi. A corredo un appunto di Sclavi: “divertiti!”. Una modalità tipica del creatore di Dylan Dog, che amava interagire con i disegnatori, stimolandoli a dare sempre il meglio.
Una curiosità: in Attraverso lo specchio Casertano disegnò Sclavi nelle vesti di uno dei personaggi che vi compaiono. Il segno di un rapporto professionale e di stima che è proseguito per anni e che ha consentito a Giampiero Casertano di realizzare una lunga serie di capolavori, primo fra tutti l’indimenticabile Memorie dall’invisibile (n. 19 del 1988). Un albo che anche l’autore ricorda come uno di quelli più importanti della sua carriera, grazie ad una sceneggiatura particolarmente ispirata, da lui disegnata con grandissimo impegno e passione. “Per me è stata una sorta di maturazione. Disegnare non è solo dare forma alla fantasia; è riuscire a comunicare il tuo modo – e quello dello sceneggiatore – di guardare il mondo, ma anche comunicare sé stessi”.
Raccontare a fumetti
Per Casertano la capacità di un disegnatore di mettere in immagini una sceneggiatura non deve essere solo quella di rappresentare personaggi e azioni, ma quella di caricare il tutto di profondità ed efficacia. Il foglio bianco è sempre una sfida, il momento in cui il disegnatore mette in gioco tutto quello che nella sua vita ha imparato, ma anche quello che ha sbagliato e quello che vorrebbe realizzare ma non ha ancora fatto. È il momento creativo.
“Mentre in passato mi concentravo su anatomie, prospettive, costumi, ecc… ora quando leggo la sceneggiatura mi immagino la scena, anche se poi non è detto che verrà come me la sono immaginata”.
Rispondendo ad una domanda sullo stile di disegno e sulla sua evoluzione, Casertano ha confessato che per il primo Dylan Dog si era ispirato allo stile di José Muñoz (disegnatore di Alack Sinner), affascinato dalla sua carica espressiva e un po’ grottesca, dal suo tratto pulito, ma anche nervoso e modulato, in cui anche i bianchi sembravano pieni. Nel tempo poi ha sentito il bisogno di cambiare, soprattutto nel ripasso a china, più corposo, tridimensionale, a volte grottesco, retaggio di una cultura partenopea che si richiama alla teatralità, alle gestualità, a caratteri marcati.
Per quanto riguarda gli strumenti, Giampiero Casertano disegna da sempre in modalità tradizionale, anche se nel tempo è passato da pennino, china e pennello ai pennarelli giapponesi che riproducono lo stile dei pennelli.
Da Dylan Dog a Tex
Dylan Dog è stato un personaggio rivoluzionario, anche per aver fatto cadere il confine tra fumetto popolare ed autoriale, da cui l’estrema libertà dei suoi disegnatori di esprimersi e fare il proprio Dylan Dog. Come è stato per quello di Giampiero Casertano. Un legame che è durato trent’anni, anche se l’autore nel frattempo ha realizzato altri fumetti, tra cui un albo di Napoleone (n. 5 Racconto d’autunno), alcuni albi de Le Storie (i numeri 1 Il boia di Parigi e 7 La pattuglia e lo Speciale 1 Uccidete Caravaggio!) e un’avventura di Mercurio Loi (n. 2 La legge del contrappasso), oltre a numerose copertine di Nick Raider.
Ora, dopo aver disegnato una breve avventura apparsa sul quarto Color Tex, Giampiero Casertano ha annunciato di avere finito di disegnare un Texone e un cartonato alla francese (entrambi su testi di Pasquale Ruju). Inoltre, sempre per Tex, sta lavorando su una storia per la serie regolare (su testi di Claudio Nizzi). Il passaggio a Tex è arrivato grazie alla richiesta di fare un Texone, già fatta anni fa da Sergio Bonelli in persona, ma ai tempi accantonata dallo stesso Casertano.
Un cambio non da poco: “per Tex ho dovuto ripensare stile e metodo di lavoro, ad esempio tutte le pagine a matita vengono esaminate ed approvate dal curatore Mauro Boselli, prima di essere ripassate a china”.
Ci aspetta un Tex potente, completamente diverso da quello già visto sul Color Tex (L’uomo sbagliato sul Color Tex n. 4) in cui vedremo Giampiero Casertano con uno stile alla Jean Giraud (mitico disegnatore di Blueberry, noto anche con lo pseudonimo di Moebius).
Immagini © Sergio Bonelli Editore