PIEMONTE ARTE: BOSSOLI, DE-COLL, AQUINO, SALUZZO, VINOVO, GIORGI, ROLLE, M.A.O., SAYPE, FOSSANO…

coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

 

CRONACHE DALL’OTTOCENTO. LA VITA MODERNA NELLE OPERE DI CARLO BOSSOLI E NELLE FOTOGRAFIE DEL SUO TEMPO

Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, Torino

Dal7ottobre 2020 al 31 gennaio 2021

La  Fondazione  Accorsi-Ometto rende  omaggio  al XIX  secolo e  alla  sua  storia con  una mostra, curata  da Sergio  Rebora con  la  collaborazione  di Daniela  Giordi,  per  la  sezione fotografica, che mette a confronto le svariate sfaccettature della vita moderna dell’Ottocento attraverso la pittura di Carlo Bossoli e la fotografia storica, restituendo fedelmente le vicende del tempo, l’evoluzione dei costumi e del modo di vivere. Nel corso dell’Ottocento il dialogo tra pittura e fotografia ha profondamente mutato la fruizione delle   arti   visive:   le   qualità   insite   nella   nuova   tecnica   di   rappresentazione, contraddistinta   da   precisione   descrittiva,   rapidità   esecutiva   e   serialità del   processo   di riproduzione,  hanno  indotto  il  pubblico  a  una  diversa  lettura  della  realtà  e  a  conseguenti elaborazioni concettuali. Nei primi decenni di diffusione della fotografia, nata nel 1839, la commistione tra le due arti  contribuì  a  una  definizione verista del  mondo,  in  primis  del  paesaggio,  sia  naturale  che urbano, e della vita che in esso si svolge, coinvolgendo vedutisti da un lato e pittori di genere dall’altro. In tal senso, Carlo Bossoli risulta un personaggio emblematico: determinante il suo ruolo di straordinario cronista del proprio tempo, svolto in parallelo con la nascita e la diffusione della  fotografia  in  tutta  Europa,  come  è  stato  evidenziato  da una  lunga  tradizione  di  studi, condotti  soprattutto  sul  territorio  piemontese  nel  Novecento  a  opera  di  storici  dell’arte  di primissimo piano come Ada Peyrot, autrice del catalogo ragionato di Bossoli, Franca Dalmasso, Rosanna Maggio Serrae Pier Giorgio Dragone. L’esposizione che  annovera  una novantina  di  opere,ripartite  tra  una  cinquantina  di dipinti  e  una  quarantina  di  fotografie, si avvale  dell’apporto  di  nuclei  collezionistici  privati, in alcuni casi inediti, come quello appartenente alla Collezione Litta di Vedano al Lambro (Milano),e  di prestigiosi  prestiti  di  istituzioni  pubbliche,  tra  cui  il  Museo  del  Risorgimento  di  Torino,  la Galleria  d’Arte  Moderna  di  Torino, l’Archivio di Stato di Torino, il Museo Vincenzo Vela  di Ligornetto, il Museo del Risorgimento di Milano e i Musei Civici di Varese.

IL PERCORSO ESPOSITIVO

La prima  sezione è  dedicata alla quotidianità  nei  centri urbani della  penisola italiana, con un’attenzione particolare per Torino, ritratta nelle sue piazze e nelle sue strade in momenti di svago e di festa, ma anche nelle attività lavorative di tutti i giorni. Tra le immagini della città si ritrovano piazza Castello, dominata dalla presenza di Palazzo Madama e dell’asse di via Nuova (poi  via  Roma), Piazza  San Carlo e lo  spazio  allargato  di  piazza  Vittorio Veneto. Anche  la fotografia   del   tempo   ha   immortalato   animate   vedute   cittadine   e   intensi   momenti   di quotidianità. Spesso i primi  fotografi  erano anche pittori  che  avevano  utilizzato  la  tempera, l’acquarello o l’incisione, muovendosi tra arte, artigianato e meccanica. La seconda  sezione riguarda,  invece, gli eventi  politici  e  bellici di  cui  Bossoli  è  stato testimone: innanzitutto le drammatiche vicende delle Cinque Giornate di Milano del marzo 1848 e le campagne della seconda guerra d’Indipendenza che hanno portato all’unificazione d’Italia sotto la monarchia sabauda. Di ogni episodio, Bossoli delineò uno o più disegni, rielaborandoli, successivamente  in  studio, in  composizioni  a  tempera:  l’immagine  riprodotta è pressoché contestuale  o  di  poco  successiva  al  momento  della  stesura  dello  schizzo  grafico  dal  vero.  Accanto   a   questo   nucleo, estremamente   suggestivo   per   la   portata   storica   delle   scene raffigurate, una serie di fotografie documenta la difesa della Repubblica Romana nel 1849 e la Guerra di Crimea sei anni più tardi. Quest’ultima fu oggetto della prima vera e propria campagna fotografica programmatica, in un primo tempo a opera di Roger Fenton, al seguito dell’esercito britannico e poi di due veri e propri “reporter di guerra”: James Robertson e Felice Beato. Nella  rappresentazione  pittorica,  come  in  quella  fotografica,  fanno  inoltre  il  loro ingresso, nella terza sezione della mostra, le immagini delle nuove infrastrutture che recarono un  notevole  ammodernamento  alla  vita  del  Paese,  come  le ferrovie che  videro  il  Piemonte sabaudo  all’avanguardia. Un  documento  estremamente  prezioso  è  rappresentato,  poi, dalla fotografia raffigurante un gruppo di persone in posa nel giardino della villa dell’ingegner Pietro Spurgazzi  in  occasione  della  inaugurazione  della  ferrovia  che  univa  Torino  a  Caluso.  Oltre  al padrone  di  casa,  ben  riconoscibile  per  la  sua  caratteristica  fisionomia,  è  lo  scultore  Vincenzo Vela  che, come  Bossoli,  di  cui  era  poco  più  giovane,  aveva  lasciato  l’originario  Canton  Ticino trasferendosi  prima  a  Milano  e,  dal  1852,  a  Torino  dove  era  titolare  della  cattedra  di  scultura presso l’Accademia Albertina. Nella quarta sezione sono presenti le immagini ispirate al tema dell’esotismo, centrale per la società e la cultura del diciannovesimo secolo. La produzione di vedute a tempera e a olio dedicate    ai    paesaggi    russi,    della    Crimea,    della    Turchia    e    del    Marocco    si    susseguì ininterrottamente al catalogo  delle  località  europee  visitate,  immortalate  e  riprodotte  in molteplici  repliche  da  Bossoli grazie  anche  ai viaggi  effettuati  in  Inghilterra,  in  Belgio  e  in Spagna. Dal punto di vista iconografico, le visioni di Istanbul, chiamata al tempo di Bossoli con il  nome  sognante  di  Costantinopoli,  si  affermarono  sulle  altre  e  raccolsero  il  consenso  del mercato. La presenza di architetture ispirate allo stile bizantino e a quello arabo, sullo sfondo di un paesaggio dalla spiccata connotazione extra occidentale, si rivelòvincente e si guadagnò le  preferenze  della  committenza. Accanto  alle  tempere  di  Bossoli, sono  presenti  fotografie dell’Egitto e di altre località del Nord Africa. L’ultima  sezione si  sofferma  sulle vedute  di ville  e di giardini  storici,  una  tipologia derivata anch’essa dalla tradizione vedutistica più nobile –si pensi a Magnasco e a Bellotto –e condivisa  con  altri  maestri  di  questo  genere  e di  cui  Bossoli  è  stato  il  rappresentante  più significativo. Spesso queste composizioni venivano concepite a pendant o in veri e propri cicli, come quello, per esempio, eseguito per la famiglia Litta Visconti Arese. Nelle tempere di Bossoli le  ville  del  patriziato  lombardo  appaiono  inquadrate  frontalmente  o  dall’alto,  quasi  sempre animate  da  personaggi  in  abiti  contemporanei  che  alludono  all’identità  e  al  vissuto  dei proprietari.  I  protagonisti  di  queste  vedute  vanno  in  barca,  inscenano  feste  notturne  e indugiano  in  passeggiate  nel  parco  e  in  ricevimenti  pomeridiani,  riproducendo  con  estrema naturalezza consuetudini sociali e riti mondani di cui Bossoli stesso era testimone diretto. Negli anni  successivi  gli  stabilimenti  fotografici  dell’Italia  unita  realizzarono  veri  e  propri  servizi finalizzati  alla  rappresentazione  di  palazzi  e  di  ville  con  giardino,  a  volte  corredati  da  vedute degli interni ricchi di arredi e di decorazioni: immagini per noi estremamente preziose in quanto rivelatrici  di  un  mondo  oggi  perduto,  testimoni  di  un  gusto  di  abitare  gli  spazi  privati profondamente diversi da quelli odierni.

 

DE-COLL IN MOSTRA A FIRENZE

PIANEZZA, L’ATELIER DI PATRIZIA AQUINO

Patrizia Aquino, nata a Susa, vive e lavora a Pianeza. Diplomata all’Accademia di Belle Arti a Torino, ha maturato nel tempo una forte passione per l’arte nelle sue varietà espressive, dalla porcellana alla musica e alla pittura.  Scrive di lei il critico Gian Giorgio Massara: “Il percorso artistico di Patrizia Aquino è stato criticamente sottolineato tanto da Vittorio Sgarbi quanto da Sandro Serradifalco. Due sono i momenti che ci attraggono visitando l’atelier di Pianezza: le opere in porcellana e ceramica derivate dalla frequentazione dei laboratori d’arte diretti da Livia Cocco e Chiara Tirello e i dipinti, opere premiate in ripetute occasioni anche lontano dal Piemonte (…) Nel campo della pittura, dagli inizi di carattere paesaggistico, Patrizia Aquino giunge a considerare mondi ora surreali, ora simbolisti, a rileggere artisti del passato quali Van Gogh, per definitivamente approdare alla produzione attuale che racchiude poetiche astrazioni.”

 

 

 

 

 

SALUZZO, “CAMPI FLEGREI CONFERENZA” DI VEIT LAURENT KURZ VINCE IL PREMIO MATTEO OLIVERO

Casa Cavassa, Via San Giovanni 5, Saluzzo (CN)

È l’artista tedesco Veit Laurent Kurz il vincitore della 42° edizione del Premio Matteo Olivero, promosso dalla città di Saluzzo e organizzato dalla Fondazione Amleto Bertoni, The Blank Contemporary Art e JoBonobo con l’intento di costruire un percorso artistico che rilegga l’arte classica con gli occhi del contemporaneo. Il Premio è realizzato all’interno di START/storia e arte a Saluzzo, il festival dedicato all’arte in tutte le sue forme che quest’anno ha come tema Rivoluzione!. Per Saluzzo Kurz ha pensato all’opera site & event specific Campi Flegrei Conferenza che va ad arricchire il percorso del contemporaneo offerto dal territorio, avviato nelle scorse edizioni del Premio con il colombiano Santiago Reyes Villaveces con Harp (2019) e il duo newyorkese composto da Mark Barrow e Sarah Parke con Analemma (2018). Campi Flegrei Conferenza è il titolo del progetto dell’artista Veit Laurent Kurz, pensato appositamente, in occasione di START, per la sala “de Foix” di Cavassa, un luogo con connotati fortemente storici, in cui si respira il clima della corte dei Marchesi di Saluzzo e in cui si trova la pala d’altare del pittore fiammingo Hans Clemer Madonna della Misericordia; una scelta voluta per marcare il dialogo artistico tra il classico e il contemporaneo. L’opera riflette l’interesse dell’artista verso la ricerca scientifica e archeologica, che negli ultimi anni si è focalizzata sulla geografia, la storia della tettonica e la mitologia dei vulcani. La ricerca artistica parte dall’osservazione dei vulcani più noti tra cui l’Etna, il Vesuvio, il Kilauea delle isole Hawaii, il Taal delle Filippine, per poi spostarsi ai vulcani “artificiali” che l’artista identifica nelle centrali nucleari. La forza sublime del mondo naturale si incontra con l’artificiosità umana, la lava diviene un materiale altamente radioattivo che condivide con l’elemento naturale la potenza e il possibile pericolo dato dall’impossibilità di un controllo totale della sua attività. Zone vulcaniche come il Vesuvio e i Campi Flegrei, quest’ultimo situato nel golfo di Pozzuoli, a ovest della città di Napoli, mostrano come l’umanità si sia insediata per diversi motivi vicino ai vulcani. Oggi, popolazioni sempre più numerose attirate dai vantaggi portati dall’energia geotermica, portano avanti questa pratica di insediamento altamente dannosa, sminuendo il rischio comprovato. Le drammatiche conseguenze della perdita di controllo di questi fenomeni sono ampiamente documentati a livello storico, dalla distruzione della città di Pompei, al disastro nucleare di Chernobyl nel 1986 fino all’esplosione di Fukushima nel 2011. Campi Flegrei Conferenza traspone in forma visuale queste tematiche e le ricerche dell’artista, aprendo una riflessione contemporanea sulla tendenza tipicamente umana ad accostare e sostituire fenomeni naturali con creazioni artificiali e sulla nascita di una diversa percezione dell’ambiente. L’opera presenta un paesaggio distopico e vulcanico che ospita creature nate come alter ego dell’artista, i Dilldapp, i cui antenati hanno assistito e sono sopravvissuti all’eruzione di diversi vulcani naturali e artificiali come il Vesuvio, Kilauea, Chernobyl. Nutrendosi di pietre e piante vulcaniche, resistenti alla lava e nate dalle radiazioni, queste creature altamente complesse hanno resistito e sono sopravvissute a vecchie e nuove eruzioni, viaggiando nello spazio/tempo e tramandando di generazione in generazione studi sulle nuove dimensioni ambientali. La sala “de Foix” all’interno di Casa Cavassa diviene studio e rifugio sicuro per le ricerche di Dilldapp di varie origini, ospitando un’installazione che funge da portale tra dimensione reale e fittizia, conoscenze archetipe e geografie contemporanee. A questa specie diversa, con conoscenze avanzate e sensibilità scientifiche e metafisiche, è affidato dall’artista il compito di consigliarci un nuovo modo di interagire con l’ambiente.

Veit Laurent Kurz, classe 1985, è nato a Erbach, nel land dell’Assia, e vive tra Francoforte, Berlino e New York.

 

 

 

FLAVIO FALCONI ESPONE A VINOVO

Nell’Ala Comunale del Comune di Vinovo è aperta la mostra personale del pittore Flavio Falconi sul tema «Esplorare l’infinito». I percorsi dell’arte si identificano con l’interiore desiderio di comunicare le proprie emozioni mediante la forza del linguaggio e in questa dimensione si collocano i nuovi lavori astratto-geometrici del pittore, grafico e designer Flavio Falconi. E nei lavori selezionati per questa esposizione si coglie il senso di una ricerca che, a tratti, può trovare riscontri nell’espressionismo astratto di scuola americana, in cui appare evidente la lirica essenzialità delle forme, l’intensità della linea e del colore e di una visione che sembra affiorare da lontanissime, inesplorate e spaziali galassie. Pittura e musicalità, colore e segno grafico, concorrono a delineare l’attuale stagione di Falconi, che si apre verso un astrattismo dal pulsante dinamismo, contraddistinto dal valore della luce e da quelle sensazioni che presiedono alla formulazione del suo discorso artistico. Invitato alle «sociali» della Promotrice al Valentino, Falconi in questa occasione propone un dettato che va al di là della più tradizionale raffigurazione per affidare al colore le quotidiane impressioni, la leggerezza di una rappresentazione caratterizzata dal fascino dei rossi, dei gialli e dei profondi neri. La mostra costituisce, perciò, una svolta della sua attività pittorica, mentre l’artista si misura con le quotidiane intuizioni, con la possibilità di delineare un dialogo serrato tra l’uomo e il sogno, il gesto e l’immagine, senza perdere mai di vista il clima di un dipingere in continua trasformazione ed evoluzione.

Angelo Mistrangelo

 Vinovo, Ala Comunale, orario:10-12/14-19, sino al 12 ottobre

 

 

TEATRO PAESANA, MOSTRA “EDGARDO MARIA GIORGI. MITO CONTEMPORANEO

a cura di Ermanno Tedeschi

Fino al  25 ottobre 2020

TORINO Teatro Paesana Via Bligny, 2

Obiettivo della mostra Mito Contemporaneo personale di Edgardo Maria Giorgi, curata da Ermanno Tedeschi a Teatro Paesana a Torino dal 1° al 25 ottobre 2020, è di ambientare con ironia e fantasia i personaggi della mitologia nel mondo contemporaneo esaltandone le stravaganze, i vizi e le virtù dimostrando attraverso una fantasiosa raffigurazione che nulla è cambiato in 3000 anni di storia. Nelle sue opere gli occhi quasi parlanti e la sinuosità dei corpi emergono in modo evidente. Edgardo Maria Giorgi è un artista di estrema e raffinata eleganza che si riflette in tutte le sue opere, realizzate a livello tecnico con un’attenzione meticolosa ai dettagli che le rende uniche. La profonda passione e conoscenza della mitologia greca e romana ha portato l’artista a trasferire i grandi miti su carta con l’utilizzo del carboncino e della grafite, permettendogli così di creare un particolare e intenso contrasto di luci e ombre con cui esprime le contraddizioni dei vari personaggi. “I miei studi in architettura e la passione per il fumetto – spiega l’artista Edgardo Maria Giorgi – mi portano a utilizzare un linguaggio basato sul contrasto tra il bianco e il nero. Le strutture dell’architetto statunitense Louis Kahn, con la loro linearità dei materiali e la pulizia delle forme, influenzano profondamente la mia volontà di esaltare i giochi di luce che si possono creare sulla superficie. Nei miei disegni, affiancati da un sistema d’illuminazione esterno, la luce e l’ombra si danno battaglia per assumere il controllo dello spazio dando una sensazione di tridimensionalità.” “Il percorso tracciato dall’artista – spiega il curatore Ermanno Tedeschi – rappresenta un unicum per il modo in cui riesce a unire il passato con il presente, rendendo il mondo della mitologia greca attuale, piacevole e divertente.” Per esempio, Dioniso, una delle grandi divinità dell’Olimpo greco, donò il vino agli uomini: la bevanda faceva dimenticare gli affanni, creava gioia nei banchetti, induceva al canto, all’amore, nonché alla follia e alla violenza e, nel momento sacrificale, era strumento di mediazione tra uomini e dei. L’artista ha, quindi, raffigurato un Dioniso su quattro tavole con elementi come il vestito, gli occhiali, una mano femminile con le unghie smaltate e le carte da gioco che richiamano con evidenza ed eleganza alcuni personaggi del nostro tempo. La Medusa è un altro personaggio mitologico di estremo interesse che non è immortale, anzi viene decapitata da Perseo durante il sonno e secondo alcune leggende dal suo sangue solidificato nacquero i coralli. Famosa perché poteva pietrificare chiunque ne incontrasse gli occhi, Perseo decise di portare con sé la testa che non aveva perso questa proprietà. All’epoca non si conoscevano le proprietà degli occhiali dalle lenti scure che risaltano con evidenza nell’opera contemporanea, dove ci si ritrova di fronte a una Medusa trasformata in modella con il sorriso accattivante e una preziosa collana. Il Minotauro è sicuramente una delle figure più affascinanti della mitologia greca. Si tratta di un essere dalle sembianze di uomo e toro. Minosse resta colpito dalla bellezza dell’animale tanto da decidere di non sacrificarlo come stabilito inizialmente. Piuttosto, vuole che quel toro serva per montare le sue greggi. Il Minotauro di Giorgi raffigura il presente in modo inequivocabile, abbellendolo con i piercing al naso e alle orecchie e disegnandolo con un mirabile gioco di chiari e scuri. Eracle è la forza per eccellenza, l’incarnazione di un corpo perfetto nato semidio da Alcmena e da Zeus. Dovette affrontare dodici incredibili fatiche, simbolo della lotta tra l’uomo e la natura nella sua forma più selvaggia e terribile. Raffigurato classicamente con la pelle di leone e la clava, qui invece regge con forza un contemporaneo bilanciere, abbandonando così la violenza per la ricerca di una eterna giovinezza. Una ventina di disegni disegnati con maestria ci catapultano nella mitologia greca, rendendola attuale e moderna. A tratti cruda, a tratti dissacrante, l’iconografia di Edgardo Maria Giorgi fa riflettere sui nuovi miti e sui valori della società moderna, come, per esempio, il Cerbero con i piumini, dove è il colore che evidenzia il simbolo, lasciando il soggetto in un chiaroscuro contrastatissimo, come lo sono i contrasti e le contraddizioni della società in cui viviamo.

 

LUISELLA ROLLE ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE UNIVERSITARIA DI TORINO

La Biblioteca Nazionale Universitaria ospita nella Sala Mostre Vivaldi la mostra personale di Luisella Rolle. Il tempo, la storia, le città, emergono dalla trama delle luci, delle voci, della gente che percorre le stagioni della vita in una visione che appartiene alla pittura di questa pittrice che vive e lavora nello studio di Pino Torinese. Il suo discorso unisce cultura visiva e letteratura, interiori riflessioni e i segni di una narrazione che scorre secondo le cadenze di una «scrittura» tesa a comunicare il valore della parola, del colore, dell’immagine. E le strade affollate delle metropoli, gli elementi figurali proiettati verso insospettati approdi conoscitivi, i giochi dei ragazzi, concorrono a creare un suggestivo e simbolico itinerario attraverso i sogni, la realtà circostante, le sensazioni che presiedono alla comunicazione dell’essere e del divenire. La pittura assume, quindi, la dimensione di una immediata definizione di un dettato che accomuna archeologia industriale e tessuti urbani, biblioteche e spazi culturali, caffè e concerti jazz che richiamano l’attenzione dei passanti come i versi di Lawrence Ferlinghetti:«il poeta come un acrobata/ si arrampica sulle rime/ sul filo alto della sua creazione/ e bilanciandosi sugli sguardi/ sopra un mare di volti». E sono i volti tra i banchi del Balon, le piazze popolate di «identità differenti», le reti di un dialogo senza fine, che diventano momenti di una ricerca segnata dalla mappa delle parole palindrome, di una lettura, spesso solitaria e intimista, che racchiude l’energia di una frase che annuncia la riflessione «In ognuno la traccia di ognuno». La opere di Luisella Rolle restituiscono, dopo le precedenti personali «Tessuti urbani» e «Città invisibili», il clima di un dipingere che va oltre l’espressione di un momento per raggiungere le cadenze di sottili e pulsanti emozioni. In ogni caso, appare evidente il valore della rappresentazione che travalica il vero per trasmettere la preziosità del colore intessuto di luce, le vibrazioni dei segni, il cammino di una umanità in perenne e inesausto movimento verso la conoscenza. E da «Reti» a «Fusion», da «Renaissance», da l’«Incrociarsi dei passi» al «Piacere di incontrarsi», l’artista stabilisce una diretta connessione con i silenzi, gli sguardi sospesi nel vuoto e gli scritti di Primo Levi. Luisella Rolle traduce le parole con un segno incisivo che fissa due ragazze al tavolo di un Caffè («Isotta») e la band di «Eran usi suonare», il fascino delle OGR Officine Grandi Riparazioni, che sembrano cattedrali, e uno scorcio della Mole («Lumieres»). Storie che possono essere viste e interpretate con uno sguardo al contrario, con i canoni di un «codice in verso», con il fascino di un reperto, misterioso e inesplorato, che affiora da un lontanissimo passato, mentre rivela l’incontaminata e asciutta purezza della parola significante di Levi lungo i percorsi di «persone viste una sola volta» .

Angelo Mistrangelo 

Biblioteca Nazionale Universitaria, piazza Carlo Alberto 3, orario:lunedì-venerdì 9,30-16, aperto domenica 11 ottobre per «Domeniche di carta», sino al 30 ottobre.

                                                                                                                 

M.A.O.: TRAME PERSIANE. ROTAZIONE DI TESSUTI IN SETA IRANIANI

 Uno dei più grandi imperi della storia, quello persiano, influenzato da tante culture differenti ma forte di un’identità ben radicata, è stato per secoli fra i centri tessili più importanti del mondo: alcuni documenti attestano infatti una produzione di seta ad alto livello in Iran sin dall’XI secolo e, pur con fasi alterne di grande fioritura e declino, l’attività è proseguita fino a metà Ottocento. I centri più importanti per la produzione del prezioso tessuto erano Yazd, Kashan, Isfahan e Tabriz, dove si concentravano le imprese familiari che seguivano tutto il processo della fabbricazione della seta: da qui partivano poi tutte le stoffe destinate alla produzione di oggetti e indumenti preziosi in ogni angolo della Persia e non solo. Il MAO Museo d’Arte Orientale custodisce nelle sue collezioni un’ampia selezione di questi tessuti e la necessità di metterli periodicamente a riposo ci consente ora di mostrarne alcuni che da qualche tempo sono conservati nei depositi: questa nuova selezione di manufatti, insieme ad altri in prestito temporaneo da Palazzo Madama, troverà spazio nella Galleria dedicata all’arte islamica dei Paesi dell’Asia a partire dal 1 ottobre e sarà visibile fino all’ottobre 2021. Fra i pezzi esposti, colpiscono due frammenti di nakshe (da naqqash, che significa design), un fitto ricamo in seta su tela caratterizzato dal disegno floreale disposto in bande diagonali. Con pannelli così ricamati erano confezionati i pantaloni delle donne iraniane, dai colori vivaci, voluminosi sulle gambe e raccolti alla caviglia, come vediamo nelle miniature persiane della prima metà del XIX secolo. Particolarmente prezioso è un frammento di tessuto risalente al XV-XVI secolo, decorato con scene della storia d’amore del re Cosroe e della principessa Shirin narrata dal celebre poeta persiano Nizami (1141-1209). Cosa rarissima, esso reca iscrizioni poetiche che esaltano la bellezza del tessuto stesso, dichiarando “Non c’è mai stato un tessuto più bello. Si potrebbe dire tessuto con i fili della tua anima”. La dinastia safavide diede nel XVI e XVII secolo grande impulso alla produzione artistica e protezione alle manifatture tessili di Kashan, Yazd e Isfahan, e le stoffe safavidi utilizzano motivi iconografici coerenti con la produzione figurata dell’epoca: scene di caccia, di corte o tratte da storie popolari, figure umane e animali, realizzate con grande accuratezza descrittiva, decorano molti tessuti.  Anche i velluti sono operati con preziosi filati metallici in argento e in oro. Sono presentati ora al MAO tre velluti di manifattura iraniana, tra i quali un sorprendente velluto cremisi a tondi d’oro risalente al XIII – inizio XV secolo, affiancati da tre velluti di manifattura turca di epoca ottomana, ad offrire il confronto con la produzione di un altro celebre centro di produzione tessile del mondo islamico, Bursa.  Il velluto in esposizione a rosette stilizzate cremisi, con dettagli in verde su fondo argento, ben esemplifica il ricco effetto decorativo ottenuto da questi velluti da arredo, utilizzati con larghezza nelle agiate residenze ottomane. Il disegno trova esatti corrispettivi nella decorazione delle piastrelle architettoniche e legature, da cui sono sempre esclusi i motivi figurativi umani.

MAO Museo d’Arte Orientale – Via San Domenico 11, Torino

ORARIO Giovedì e venerdì 12 – 19 | sabato e domenica 10 – 19

INFO www.maotorino.it

 

O.G.R.: DOMENICHE IN FESTA 2020

Domenica 11 ottobre 2020, ore 11-13

OGR Torino, Corso Castelfidardo 22

A ottobre riprendono le Domeniche in festa, a cura del network ZonArte sostenuto da Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT nell’ambito del Public Program OGR, totalmente riprogettate nel rispetto delle disposizioni di sicurezza e prevenzione anti-Covid. La nuova programmazione si apre con un omaggio alla mostra di Trevor Paglen alle OGR. L’artista ha creato una serie di satelliti-sculture non funzionali, evocativi del rapporto dell’uomo con lo Spazio e la politica che ne governa la colonizzazione. Un’occasione per ripensare il rapporto tra arte contemporanea e scienza, spingendo il pubblico a re-immaginare lo Spazio come un luogo di possibilità. Alle OGR, le ARTENAUTE del Dipartimento Educazione Castello di Rivoli accompagneranno le famiglie in un meraviglioso viaggio immaginario nello Spazio, prendendo spunto dalle opere in mostra e dai lavori di tanti artisti contemporanei che evocano il fascino dei corpi celesti, il grande mistero dell’Universo, la sua immensità. Il workshop, aperto a tutti, sarà incentrato sul mito dell’esplorazione spaziale, per costruire navicelle e missili rudimentali.

Ingresso gratuito. Indispensabile la prenotazione: 011.9565213, educa@castellodirivoli.org 

 

BEYOND WALLS – OLTRE I MURI: SAYPE A TORINO

Dal 1° ottobre Torino accoglie la nuova tappa di ‘Beyond Walls – Oltre i muri’, il progetto di Land Art dell’artista franco-svizzero Saype sostenuto dal Gruppo Lavazza in collaborazione con il Comune di Torino e i Musei Reali Torino

Due mani che si tendono l’una verso l’altra e si stringono, in una presa che trasmette fiducia e aiuto reciproco: è questa l’immagineal centro del progetto Beyond Walls – Oltre i muri firmato dall’artista franco-svizzero Saype. Città di Torino con questo progetto, conferma il proprio impegno sui temi della sostenibilità e della condivisione, consolidandosi come metropoli internazionale dalla spiccata vocazione culturale. Un messaggio di solidarietà e di fratellanza per un’opera dipinta sull’erba, che connette idealmente la città di Torino al resto del mondo. Dopo essersi fatta portavoce dei messaggi di rinascita e solidarietà con la campagna #TheNewHumanity, ora Lavazza ha deciso di supportare Saype, artista con cui condivide visione e valori che faranno da filo conduttore per il Calendario Lavazza 2021. In parallelo, i Musei Reali si fanno sostenitori del progetto grazie alla volontà di connettere il patrimonio delle arti classiche alle espressioni artistiche contemporanee, contribuendo a realizzare uno dei più importanti interventi artistici su scala globale degli ultimi anni.

Nella cornice del Parco archeologico della Porta Palatina di Torino, uno dei luoghi storici della città, Beyond Walls diventa un ulteriore tassello della “più grande catena umana della storia”, coprendo cinque continenti per un totale di oltre venti città diverse. Settima tappa di un progetto globale inaugurato a Parigi nel 2019 e che ha già toccato luoghi come la Tour Eiffel di Parigi, il muro di Berlino e il memoriale di Ouagadougou in Burkina Faso. La scelta di accogliere l’opera presso una delle porte di accesso della città, soglia che delimitava i confini dello spazio cittadino dal mondo esterno, sottolinea il desiderio dell’artista di superare i muri fisici e mentali, invitandoci a intraprendere uno sforzo collettivo per sentirci parte viva di un unico ecosistema, responsabili di un fragile equilibrio che richiede la nostra cura e il nostro impegno individuale. Ogni singola mano appartenente al progetto Beyond Walls, con i suoi dettagli che rimandano a etnie, provenienze, culture differenti rappresenta il caleidoscopio di un’umanità in continua evoluzione, che non è disposta a farsi fermare da restrizioni e muri e che si fa portavoce di tolleranza e inclusione. Inserito dalla prestigiosa rivista Forbes nell’elenco delle 30 personalità sotto i trent’anni più influenti nel mondo dell’arte e della cultura, Saype ha sviluppato la propria personale ricerca fondendo l’immediatezza e l’impegno sociale della street art alla consapevolezza della land art, dando vita a una grammatica artistica del tutto personale. Tutta l’opera dell’artista, nato a Belfort nel 1989 e formatosi da autodidatta, è realizzata nel totale rispetto della natura ed è costituita da dipinti di dimensioni monumentali realizzati sull’erba grazie all’utilizzo di pigmenti biodegradabili, ideati dall’artista stesso. I dipinti, di natura effimera e di grande impatto visivo, sono nati dall’esperienza maturata da Saype attraverso l’arte di strada, trasformatasi poi verso il linguaggio della land art, un movimento d’avanguardia nato alla fine degli anni ‘70, focalizzato sul dialogo tra gli artisti e la natura. La visione di Saype rispetto al presente e alla responsabilità dell’arte è molto chiara:

«Ci troviamo a un punto della storia in cui il mondo si sta polarizzando, e in cui molte persone si stanno ripiegando su se stesse. Tuttavia credo profondamente che sia solo rimanendo insieme che l’umanità possa rispondere alle più grandi sfide del nostro tempo.» I suoi enormi dipinti, che hanno una durata media che varia tra i 15 e i 90 giorni, rappresentano un richiamo alla transitorietà dell’esistenza e alla relazione tra tutte le forme viventi e coniugano la trasversalità e la forza dell’arte urbana alla profondità e all’urgenza della land art, dando vita a una formula visiva del tutto originale. La scelta di Saype – nome d’arte di Guillaume Legros, nato dalla contrazione di “say peace” – avviene in continuità con il percorso intrapreso da Lavazza. L’artista ha già collaborato con l’azienda in qualità di protagonista di uno scatto di Amy Vitale, curatrice del Calendario Lavazza 2019, che ha ritratto il suo dipinto Take Care for Future, realizzato in sinergia con il progetto “Colombia Breathes” della Fondazione Lavazza. Con questa nuova opera, la Città di Torino e Lavazza si fanno portatrici di un messaggio di speranza, di ottimismo e di resilienza che parte dalla città di Torino e si apre a tutto il mondo. Hanno voluto che anche Torino fosse uno dei luoghi scelti da Saype per realizzare la propria opera, per sostenere e diffondere la ripartenza della città già rappresentante dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, dopo l’emergenza sanitaria. Il progetto è un percorso che comprende anche la prima mostra personale dell’artista francosvizzero presso le sale centrali della Galleria Sabauda dei Musei Reali. Beyond Walls. Torino 2020 ricostruisce poetica, carriera e tecnica dei “Foot Murales” che hanno reso celebre Saype in tutto il mondo e sarà visibile fino al 17 gennaio 2021.

 

LA MOSTRA “MADONNE E SANTI” RIPARTE DA FOSSANO

In collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano, il Comitato Borgo Vecchio e sotto il patrocinio del Comune di Fossano dal 9 al 18 ottobre del 2020 nella Chiesa di San Giovanni verranno esposti i dipinti di Nadia Lavrova. Sono 37 acquerelli, raffiguranti le Madonne e i Santi, ispirati dagli affreschi tardo gotici che si trovano nelle numerose chiese e cappelle della provincia Granda. E’ un’arte sacra poco conosciuta nel mondo e l’iconografa russa ha voluto farla scoprire attraverso la propria pittura. Lei è stata la prima in cinque secoli artista ad aver realizzato un così importante ciclo di dipinti dedicato al tardo gotico cuneese. A Fossano si svolgerà la 13-a tappa della mostra itinerante “Madonne e Santi”, le cui dodici precedenti ebbero luogo lo scorso anno nei comuni che ospitano le chiese con gli affreschi raffigurati dall’artista: Dogliani, Murazzano, Bastia M-vì, Mondovì, Rocca Ciglié, Piozzo, Sale San Giovanni, Bagnasco, Ceva, Lesegno, Farigliano e Vicoforte. Si informa inoltre che quattro musei statali russi, a San Pietroburgo, Pskov, Jaroslavl e Uglich, hanno aderito al progetto esprimendo il desiderio di esporre nel 2021 le opere della Lavrova per far conoscere ai propri cittadini la pittura cuneese del XV secolo. E’ un progetto curato dal pittore di Murazzano Pierre Tchakhotine.

A Fossano l’inaugurazione si terrà venerdì 9 ottobre 2020 alle ore 17,00 nella Chiesa di San Giovanni in via Garibaldi, 71, sede del Comitato Borgo Vecchio, con la presentazione del catalogo delle opere. Visite: venerdì e sabato: 16-19, domenica 10-12/16-19. Per informazioni: 336 899 859 (Comitato Borgo Vecchio); 0172-699613 (Comune); 340 286 3511 (Pierre). Ingresso libero.  

 

OTTOBRE, EVENTI E APERTURE STRAORDINARIE: PALAZZO CARIGNANO, VILLA DELLA REGINA, AGLIE’, VEZZOLANO, RACCONIGI, GAVI

Nel mese di ottobre la Direzione regionale Musei del Piemonte incrementa l’offerta culturale con un calendario di eventi e aperture straordinarie, aggiungendo opportunità di visita e fruizione che completano e portano avanti il programma di iniziative e ampliamento degli orari adottato con successo nel periodo estivo.

Dopo aver sperimentato l’apertura al pubblico il primo e il terzo lunedì del mese, Palazzo Carignano è pronto ad accogliere il pubblico anche nei lunedì 12 e 26 ottobre, in orario 9.00-14.00, rendendo così accessibile il percorso degli Appartamenti dei Principi tutti i lunedì del mese, mentre sabato 10 ottobre, in occasione della manifestazione Slow Food, apertura straordinaria serale in orario 18.00-22.00, con visite guidate A tavola con i principi, un approfondimento sullo sfarzo delle tavole imbandite e sulla complessità del cerimoniale.

A Villa della Regina aperture straordinarie serali venerdì 9, 16 e 23 ottobre, in orario 18.00-21.00, per offrire al pubblico l’occasione di ammirare al tramonto l’incantevole scenario che circonda la residenza e lo straordinario affaccio panoramico sulla città. Alle aree verdi e, in particolare, al tema delle zone agricole e produttive dell’antica vigna, è dedicato l’appuntamento con le visite guidate, legate a Slow Food, La vigna delle delitiae, venerdì 9 ottobre alle 17.00, giovedì 15 e 22 ottobre alle 11.00. Domenica 11 ottobre alle 10.30 e 11.30, il concerto Quel dolce foco apre la rassegna di musica antica e contemporanea organizzata in collaborazione con l’Associazione musicale Musicaviva.

Il Castello di Agliè aggiunge giovedì 29 ottobre, completando la serie delle aperture straordinarie previste per questo giorno della settimana: l’ingresso è in orario 14.00-18.00, con visite guidate all’Appartamento Reale, un susseguirsi di ambienti sfarzosi, restituiti al pubblico dopo mesi di chiusura, i cui apparati decorativi celebrano i fasti della corte e della vita privata dei sovrani. Nel corso del mese la residenza alladiese è anche sede di due cicli di incontri organizzati in collaborazione con l’Associazione Culturale Aladei. Riprende, infatti, dopo una prima tornata tra fine agosto e inizio settembre, la rassegna Scrittori al Castello con la partecipazione, tra gli altri, di autori che hanno vinto prestigiosi premi letterari: si comincia giovedì 1 ottobre alle 21.00 e si prosegue venerdì 9 e 16 ottobre alle 18.00. Nelle serate di venerdì 2 e 16 ottobre, lunedì 26 e venerdì 30 ottobre, alle 21.00, si svolgono invece le conferenze Lettera…lmente 22, nell’ambito della manifestazione 70 anni di Olivetti Lettera 22 ideata per celebrare il noto modello di macchina da scrivere, tra i più famosi dell’azienda canavesana, che veniva prodotto proprio nello stabilimento di Agliè. Un’occasione per ripercorrere i cambiamenti intervenuti nel mondo della comunicazione e indagare la storia del territorio in una scansione temporale che connette le vicende dell’antico maniero alle trasformazioni della nostra contemporaneità.

Negli orari di apertura previsti, l’Abbazia di Vezzolano propone eventi dedicati alle arti performative, oltre al percorso di visita che si snoda tra la chiesa e gli spazi della vita monastica. Domenica 11 ottobre alle 15.30 è in programma lo spettacolo teatrale Vita, morte, miracoli e scherzi di Santa Fede di Agen, regia di Marco Viecca, a ingresso gratuito, ma con prenotazione obbligatoria (info@lacabalesta.it  – 349 5772932); sabato 17 ottobre alle 17.00 si tiene il concerto benefico, a favore del COES-Molinette, Le grandi colonne sonore, con omaggio al Maestro E. Morricone, con ingresso a numero chiuso e prenotazione obbligatoria (frm@fondazionericercamolinette.it – 011 4476835 lun.-ven. 9.00-15.00).

Per il Castello di Racconigi nuovi giorni di apertura con visite accompagnate al Primo Piano Nobile e alle Cucine nei lunedì mattina del 5, 12 e 19 ottobre, in orario 10.00-14.00, e nel pomeriggio di mercoledì 7 ottobre, in orario 14.00-18.00. In occasione dell’iniziativa Domenica di carta, domenica 11 ottobre, in orario 10.00-18.00, apertura straordinaria della Biblioteca di Carlo Alberto, ambiente progetto da Pelagio Palagi negli anni Trenta dell’Ottocento in cui è custodito un corpus librario di circa 5.000 volumi che comprende le opere a stampa volute da Carlo Alberto e quelle aggiunte cento anni dopo dal principe ereditario Umberto, con testi dalla storia alla geografia, dalla letteratura antica a quella moderna, accanto a stampe e carte geografiche antiche.

In linea con le aperture straordinarie previste dalla seconda metà di agosto agli inizi di ottobre, il Forte di Gavi aggiunge per questo mese anche martedì 13 ottobre, in orario 8.30-16.30, con ultimo ingresso alle 15.30.

Il calendario di eventi e aperture straordinarie non avrà comunque conclusione in ottobre, ma sarà ulteriormente implementato nei mesi successivi, nella prospettiva di promuovere un’offerta culturale sempre più ampia e articolata, anche alla luce dei riscontri decisamente positivi sinora ottenuti.

Oltre ai musei interessati dalle attività e dalle variazioni di orario sopra indicate, sono aperti anche il Castello di Moncalieri e il Castello di Serralunga d’Alba.

L’accesso alle sedi museali resta però subordinato alle modalità di prenotazione entrate in vigore a luglio con la riapertura al pubblico in base alle prescrizioni anti-Covid. Per ogni sede è pertanto necessario verificare condizioni di ingresso e contatti per la prenotazione: tutte le info, nonché i programmi completi dei cicli di conferenze, sono disponibili sul sito web http://polomusealepiemonte.beniculturali.it/

INFO

PALAZZO CARIGNANO

Apertura straordinaria del lunedì: 12, 26 ottobre dalle 9.00 alle 14.00, ultimo ingresso alle 13.00, con visite accompagnate agli Appartamenti dei Principi;

Apertura straordinaria serale: sabato 10 ottobre dalle 18.00 alle 22.00, ultimo ingresso alle 21.00, con visite guidate a tema gastronomico A tavola con i principi, in occasione di Slow Food.

VILLA DELLA REGINA

Apertura straordinaria serale: venerdì 9, 16, 23 ottobre dalle 18.00 alle 21.00, ultimo ingresso alle 20.00.

Visite guidate La vigna delle delitiae: venerdì 9 ottobre alle 17.00, giovedì 15 e 22 ottobre alle 11.00, percorso dedicato al tema delle zone agricole e produttive dell’antica vigna ai Giardini e alla vigna in occasione di Slow Food,

Concerto Quel dolce foco: domenica 11 ottobre alle 10.30 e 11.30, l’Insieme Polifonico Femminile San Filippo Neri esegue musiche di Gastoldi, Fonghetti, Monteverdi, Casulana, nell’ambito della rassegna di musica antica e contemporanea in collaborazione con l’Associazione musicale MUSICAVIVA.

CASTELLO DI AGLIÈ

Apertura straordinaria del giovedì: 29 ottobre dalle 14.00 alle 18.00, con visite guidate all’Appartamento Reale;

Incontri nell’ambito della manifestazione Scrittori in Castello: giovedì 1 ottobre alle 21.00, venerdì 9, 16 ottobre alle 18.00, in collaborazione con l’Associazione Culturale Aladei;

Ciclo di conferenze Lettera…lmente 22 nell’ambito dell’iniziativa 70 anni di Olivetti Lettera 22: venerdì 2 e 16 ottobre, lunedì 26 ottobre, venerdì 30 ottobre, alle 21.00, in collaborazione con l’Associazione Culturale Aladei.

ABBAZIA DI VEZZOLANO

Spettacolo teatrale: domenica 11 ottobre alle 15.30 Vita, morte, miracoli e scherzi di Santa Fede di Agen, regia di Marco Viecca, ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria (info@lacabalesta.it  – 349 5772932);

Concerto Le grandi colonne sonore: sabato 17 ottobre alle 17.00 concerto benefico a favore del COES-Molinette con omaggio al Maestro E. Morricone, ingresso a numero chiuso, prenotazione obbligatoria (frm@fondazionericercamolinette.it – 011 4476835 lun.-ven. 9.00-15.00).

CASTELLO DI RACCONIGI

Apertura straordinaria del lunedì: 5, 12, 19 ottobre dalle 10.00 alle 14.00, con visite accompagnate al Primo Piano Nobile e alle Cucine;

Apertura straordinaria del mercoledì: 7 ottobre dalle 14.00 alle 18.00, con visite accompagnate al Primo Piano Nobile e alle Cucine;

Apertura straordinaria della Biblioteca di Carlo Alberto: domenica 11 ottobre dalle 10.00-18.00, in occasione dell’iniziativa Domenica di carta.

FORTE DI GAVI

Apertura straordinaria: martedì 13 ottobre dalle 8.30 alle 16.30, ultimo ingresso alle 15.30.

 

POLO DEL 900: 9CENTO STORIE-DONNE CHE CAMBIANO IL MONDO

Al Polo del ‘900, in partenza cinque settimane dedicate a cinque donne rivoluzionarie raccontate attraverso un format ibrido, tra digitale e reale

Giovedì 8 ottobre, primo appuntamento alla scoperta di Rosa Luxemburg:

la rivoluzionaria, la teorica, la donna.  Seguono Rita Levi Montalcini, Adriana Zarri Elsa Morante, Hannah Arendt

Sono Rosa Luxemburg, Hannah Arendt, Elsa Morante, Adriana Zarri, Rita Levi Montalcini le protagoniste di 9cento Storie, nuovo format di approfondimento in partenza al Polo del ‘900 di Torino, a cura del Centro studi Piero Gobetti con l’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini, la Fondazione Vera Nocentini, la Fondazione Donat-Cattin e l’Unione Culturale Franco Antonicelli. “Le cinque figure che verranno raccontate, anche dal lato più intimo e meno conosciuto, in un parallelismo con l’oggi, sono cinque donne che hanno rivoluzionato la politica, la scienza, la teologia, la letteratura, la filosofia. L’idea alla base di 9cento Storie è quella di riattraversare il Secolo breve dalla prospettiva dei punti di svolta, quando la storia fa un passo in avanti, attraverso le idee, le culture, i valori, le persone.”: Pietro Polito, direttore del Centro studi Piero Gobetti. Per cinque settimane, dal 2 ottobre al 17 dicembre, a raccontare le protagoniste un mix di appuntamenti digitali e dal vivo. Per ciascuna donna, un video e podcast (sui canali social del Polo) anticipano una lecture serale di approfondimento con esperti e ospiti a confronto. Prima lecture, giovedì 8 ottobre alle ore 18, dedicata a Rosa Luxemburg, oltre i tratti più noti del suo profilo da rivoluzionaria, alla scoperta della donna. Al dibattito partecipano gli storici: Monica Quirico, Marco Scavino, Federico Trocini, moderati da Marco Brunazzi, vice presidente dell’Istituto di Studi Storici Gaetano Salvemini. L’evento si tiene al Polo del ‘900 su prenotazione al sito www.polodel900.it e in diretta streaming sulla pagina FB @ilpolodel900. “Ebrea di origini, polacca di sentimenti, russa di cittadinanza e tedesca di acquisizione, Rosa ‘la rossa’ è anzitutto una delle figure più complesse e importanti nel panorama del socialismo internazionale a cavallo tra Otto e Novecento. Aldilà dei tratti più iconici del suo profilo di rivoluzionaria si parlerà della sua profonda umanità e femminilità, forse i tratti che più colpiscono di lei e che, a oltre un secolo dalla morte, contribuiscono a renderne la figura ancora così straordinariamente attuale e affascinante”: Federico Trocini, storico dell’Istituto di Studi Storici Gaetano Salvemini. 9cento Storie continua con gli appuntamenti su Rita Levi Montalcini “la piccola signora dalla volontà indomita e dal portamento di una principessa» come la descrive Primo Levi (21 ottobre); Adriana Zarri, la teologa, pensatrice e visionaria (5 novembre); Elsa Morante, “lo scrittore” (3 dicembre) e Anna Arendt, tra politica e filosofia (17 dicembre).

“Grazie alle competenze degli Enti Partner e alla contaminazione con il digitale il Polo propone un format ibrido di grande qualità da seguire in Via del Carmine, 14 o sui canali social del Polo. Ci rivolgiamo così a un pubblico più ampio per diffondere nuove chiavi di lettura legate alla vita di queste donne e continuare a trarne ispirazione per l’attualità, affrontando alcuni temi come partecipazione, lavoro, diritti, pensiero critico”: Alessandro Bollo, direttore del Polo del ‘900

9cento Storie è un progetto integrato del Polo del ‘900, a cura del Centro studi Piero Gobetti  in collaborazione con l’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini, la Fondazione Vera Nocentini, la Fondazione Donat-Cattin, l’Unione Culturale Franco Antonicelli. I podcast sono realizzati in collaborazione con GRP-Giornale Radio Piemonte e con la consulenza di Valeria Dinamo e Maurizio Petroni.

 

BARRIERA  MILANO, OPERA VIVA: INAGURAZIONE DI “ARLECCHINI DEL PARADISO” DI LUIGI PRESICCE

Piazza Bottesini (Torino) e in diretta Facebook (@flashbackfair)

Mercoledì 7 ottobre, ore 18.30

Si inaugura il 7 ottobre alle ore 18.30 in Piazza Bottesini a Torino e in diretta Facebook – @flashbackfair la seconda opera vincitrice dell’open call indetta dalla fiera Flashback, il quinto manifesto del progetto Opera Viva Barriera di Milano, ideato da Alessandro Bulgini e curato da Christian Caliandro: Arlecchini del paradiso di Luigi Presicce. Il tema scelto per l’edizione 2020 della fiera d’arte Flashback, l’arte è tutta contemporanea è Ludens, ispirato al racconto di fantascienza La variante dell’Unicorno di Roger Zelazny e all’opera di Johan Huizinga: il gioco dunque inteso come fondamento della vita umana e della creatività, come approccio fondamentale per la ricostruzione continua del mondo e come attività sacra. In questo autunno ricco di incertezze ma anche di aspettative, l’autunno di un anno imprevisto, questa immagine ci parla di una felicità ancora e sempre possibile, proprio perché (come ci hanno indicato finora in questo percorso a partire da febbraio Maïmouna Guerresi, Iginio De Luca, Serena Fineschi e Noura Tafeche) dopo ogni sconfitta c’è una ripartenza, dopo che si cade ci si rialza, a livello sia individuale che collettivo. Come sostiene Christian Caliandro, curatore del progetto “nonostante siamo perfettamente consapevoli dei problemi e delle crisi che attraversano la contemporaneità, nonostante le società occidentali stiano mostrando tutte le loro crepe (che il virus ha ampliato e reso ancora più visibili), nonostante tutto questo e proprio per questo non dobbiamo rinunciare al nostro amore appassionato per l’esistenza!” L’importante è conservare la disposizione d’animo corretta: l’apertura cioè all’imprevisto che solo il gioco permette di praticare e di allenare. Questa apertura, questa disponibilità è ovviamente meravigliosa e terribile insieme, angosciante e sublime. Caliandro altresì ricorda quanto disse Caetano Veloso all’indomani dell’elezione di Jair Bolsonaro: “Attenti. Tutto adesso è in pericolo, tutto è diverso, anche se resta meraviglioso. Dobbiamo essere vigili e forti. Non abbiamo tempo per la morte”. Oppure, secondo un’altra versione: “Attenzione. Tutto è pericoloso ora. Ma tutto è divino e meraviglioso”. È quello che afferma anche il manifesto di Luigi Presicce, animato anche da una profonda cultura visiva che si nutre, per esempio, del realismo magico di autori come Massimo Bontempelli, Gino Severini, Alberto Savinio e di quell’attitudine metafisica che è all’origine di ogni arte autenticamente italiana.

 

UNI.VO.CA., OMAGGIO A BEETHOVEN

La “Settimana della Cultura di UNI.VO.C.A. – Trent’anni sempre giovani”, con l’Associazione Amico Libro rende omaggio anche a Beethoven e al 250° anniversario della sua nascita.

Mercoledì 7 ottobre 2020 – alle ore 17,30

Presso la Biblioteca dell’Educatorio della Provvidenza (corso Trento, 13 – Torino) in presenza, e trasmesso anche on line in diretta, “Beethoven 2020, l’Italia celebra un gigante della musica”, per ricordare il 250° anniversario della nascita del grande compositore tedesco, appuntamento a cura di AMICO LIBRO con  ROSY  ALCIATI per la presentazione straordinaria di “Amico Beethoven – Passeggiata tra suoni e profumi in omaggio al gigante della musica”.

La conversazione è corredata da documentazione iconografica e ascolti d’autore.

ZOOM ID: 849 1906 1694 – PW: 585368

Info: amicolibro06@libero.it – tel. 3331609156 (per confermare la presenza)

 

IL PREMIO DI PITTURA CITTA’ DI BENE VAGIENNA

Nella Sala Conferenze di Casa Ravera a Bene Vagienna si è tenuta domenica 4 ottobre la proclamazione e premiazione dei finalisti della II° Edizione della mostra collettiva «3T – Terra, Territorio, Tradizioni» promossa dalla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino. Alla presenza del Sindaco di Bene Vagienna Claudio Ambrogio, di Giovanni Prelle Forneris, presidente della «Promotrice» e di Michelangelo Fessia, presidente dell’Associazione Culturale Amici di Bene, sono stati assegnati 12 riconoscimenti su 57 autori che hanno aderito all’iniziativa tra arte e territorio. E con i critici d’arte Gian Giorgio Massara e Angelo Mistrangelo, hanno partecipato alla manifestazione Orietta Lorenzini della «Promotrice» (organizzazione e allestimento della mostra), la giornalista de La Stampa Vanna Pescatori e artisti della Associazione Piemontese Arte, presieduta da Riccardo Cordero.

Il I° PREMIO DI PITTURA CITTA’ DI BENE VAGIENNA 2020 è stato conferito alla pittrice Lia Laterza per l’opera «La magia del bosco» in cui «Affiora uno scorcio poetico del territorio tra realtà e sogno».

TARGHE AL MERITO E MOTIVAZIONI

– Gianna Dalla Pia Casa, «La vigna di Giacomo»: «Il colore

assume una sensibile valenza espressiva»

– Rita Scotellaro, «Passato e Presente»: «Una avvolgente

atmosfera accende un essenziale paesaggio».

– Ferdinando Cossalino Viglieno, «Quel che passa il convento»:

«Recuperando gli aspetti di una tradizione pittorica esprime il

senso della quotidianità».

– Claudio Fassio, «Nevicata»: «Il degradare delle colline evoca

versi di pavesiana memoria».

SEGNALAZIONE GIURIA PER LA GRAFICA

– Giorgio Cestari, «Cartoline da Benevagienna»

SEGNALAZIONI

– Lidia Delloste, «Giochi di luce».

– Sergio Vasco, «Tra le mani il frutto della terra».

– Valeria Carbone, «Miraggio».

– Osvaldo Moi, «Pescatore».

– Mario Bisoglio, «Sinfonia territoriale».

– Franco Giletta, «Tegina Acina».

Alla premiazione erano presenti artisti, esperti d’arte, esponenti delle associazioni culturali del territorio: da Alfredo Negro a Dora Paiano, da Annamaria Palumbo a Elena Monaco e Sofia Laudadio, Antonietta Onida, Graziella Navaretti Bartolini. Mentre si ricorda

che nella Chiesa dei Disciplinanti Bianchi di Lequio Tanaro, è aperta la mostra di Raffaella Brusaglino, Giulio Mosca e Beppe Ronco, che si può visitare la domenica sino al 25 ottobre (orario: 10-12, 15-18). Organizzata dall’APA di Torino in collaborazione con il sindaco Raffaele Dalmazzo e il Comune.

 

ALMESE, “RINCONTRIAMOCI”, VISITE TEATRALI ALLA SCOPERTA DEL PAESAGGIO

Nell’ambito del bando “RINCONTRIAMOCI” promosso e sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, l’Associazione Culturale Cumalè in collaborazione con Teatro e Società presenta  due visite teatrali guidate alla scoperta del Paesaggio di Almese. Le visite teatrali vogliono essere un momento di incontro e di sostegno del territorio, ma soprattutto un momento di ri-scoperta. Si vuole valorizzare e promuovere un turismo di prossimità per conoscere la storia e la cultura di luoghi vicini a noi in grado di svelare bellezze e meraviglie. Domenica 11 ottobre alle ore 15.00 andrà in scena la seconda parte di “Rincontriamoci”, visita guidata teatrale alla scoperta delle storie e del paesaggio di Almese. La partenza è prevista presso il Ricetto per l’Arte di Almese – Borgata San Mauro 4, lo spettacolo itinerante si snoderà tra le vie del capoluogo di Almese, nel borgo storico riqualificato dall’attuale amministrazione, dove sarà possibile esplorare gli angoli nascosti e suggestivi del luogo e scoprire i suoi segreti e le sue storie.

 

 

 

 

 

ACCADEMIA ALBERTINA: “RICETTE D’ARTISTA”

Domenica 11 ottobre 2020 dalle 15.00 alle 18.00

Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Belle Arti

Workshop di pittura, aperto a tutti, della durata di tre ore.

Costo 35 euro (30 euro per possessori dell’Abbonamento Musei).

Prenotazione obbligatoria: 0110897370 – pinacoteca.albertina@coopculture.it

 

In occasione del Salone del Gusto 2020, un appuntamento dedicato al cibo e a come gli alimenti possono assumere il ruolo di soggetti principali nella pittura. Il workshop sarà introdotto da un approfondimento sul tema della natura morta nella storia dell’arte a partire da alcune opere presenti nella collezione della Pinacoteca Albertina. A seguire i partecipanti avranno modo di studiare e ritrarre attraverso il disegno e la pittura dal vero composizioni di ortaggi e oggetti allestiti per l’occasione.

 

“DOMENICA DI CARTA” ALLA BIBLIOTECA UNIVERSITARIA

Torna l’11 ottobre la “Domenica di carta”, l’iniziativa promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, arrivata alla sua decima edizione, che prevede l’apertura straordinaria degli Archivi di Stato e delle Biblioteche pubbliche con lo scopo di promuovere e valorizzare una parte del nostro inestimabile patrimonio: i “monumenti di carta”. La Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, in collaborazione con la sua Associazione Amici, partecipa con due eventi. Prenotazione obbligatoria a eventi@abnut.it ed ingresso nel rispetto delle norme anticovid, obbligo di mascherina

Alle ore 11.15 la presentazione del volume “Mario Pannunzio – La Civiltà liberale”, una selezionata – e ragionata – raccolta dei contributi di numerose e importanti firme, che ricostruisce un ritratto a tuttotondo di Mario Pannunzio, uomo di cultura, giornalista e politico del Novecento. A curarla Pier Franco Quaglieni, massimo studioso dell’eclettico personaggio, che 52 anni fa – all’indomani della sua morte prematura – contribuì a fondare, insieme ad Arrigo Benedetti (che di Pannunzio fu amico d’infanzia e per la vita) e Mario Soldati, il Centro Studi “Mario Pannunzio” di cui è da sempre instancabile direttore e animatore. Sarà presentato da Bruna Bertolo, talentuosa scrittrice storica.

Alle 16.00 conferenza “La tutela del Patrimonio”, dedicata ai recenti restauri dei preziosi manoscritti della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino. Con tonnellate di carta custoditi, l’Ente è da sempre in primo piano per la conservazione e cura dell’ingente patrimonio culturale, storico, artistico dei fondi bibliografici che permettono agli studiosi e alla collettività di conoscere meglio il nostro passato per vivere bene il nostro presente e prepararci meglio al nostro futuro. Dal 2013 sono 17 i restauri importanti realizzati a favore dei tesori della Nazionale per un importo complessivo che supera i 100 mila euro.

Saranno esposti 5 dei preziosi documenti restaurati negli ultimi cinque anni e presentati in particolare tre dei più preziosi e recenti: il “Messale romano” (Messale Rosselli), manoscritto miniato del 1361, commissionato dal domenicano cardinale Francesco Nicolò Rosselli inquisitore generale del Regno d’Aragona, il “Dittamondo” di Fazio degli Uberti manoscritto del XV secolo e il manoscritto del XVI secolo contenente due poemi di Roul Bollart.

Oltre ai responsabili dell’Ufficio Manoscritti e Libri rari della Biblioteca, anche il restauratore Valerio Capra che ci addentrerà nelle tecniche di recupero dei materiali. Il Comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri illustrerà il prezioso lavoro quotidiano dei nostri militari per la salvaguardia dell’immenso patrimonio artistico nazionale e le modalità del recupero di tre preziose illustrazioni del manoscritto di Bollart rubate nel 1979 e recentemente recuperate proprio dai Carabinieri e riconsegnate alla Biblioteca.

I tre restauri presentati sono stati resi possibili grazie al contributo del Soroptimist International Club di Torino, del Rotary Club Torino Castello e dell’Inner Wheel Torino Nord Ovest 3, che si uniscono ai molti altri generosi donatori, ricordati tutti nell’allegato elenco, che hanno concorso con impegno e risorse al recupero e conservazione del patrimonio di carta e della memoria della Nazionale, che ringrazia e ricorderà sempre tra i meritevoli dell’Istituto.

Nell’occasione si potrà anche visitare la mostra “Letture pittoriche palindrome” di Luisella Rolle che con i suoi acquarelli reinterpreta la lettura della nostra città, dei rapporti interpersonali e della cultura con un preciso riferimento a Primo Levi.