Asti- La tappa del Giro si conclude tra le polemiche. Il sindaco Rasero risponde alle critiche sugli assembramenti

Il gruppo della maglia Rosa

Se il buongiorno si vede dal mattino, la tappa del Giro d’Italia iniziata tra le polemiche non poteva che concludersi in polemica. Come è noto, ci avevano pensato già i corridori a mettere del pepe sulla giornata della 19 tappa con arrivo ad Asti. Incrociate le braccia, o meglio i pedali, i ciclisti si erano rifiutati di affrontare i 258 km previsti, da Morbegno alla città di Alfieri, sotto la pioggia e il freddo. Dopo le trattative con la direzione di gara, la partenza era stata spostata ad Abbiategrasso, accorciando il percorso di oltre cento chilometri.

Il protagonista della tappa, il ceco Josef Cerny, è arrivato in solitaria sul traguardo di piazza Alfieri dopo ben 20 km di fuga, garantendo lo spettacolo. Il gruppo della maglia rosa Wilco Kelderman ha tagliato il nastro con oltre 11 minuti di distacco.

Il vincitore di tappa Josef Cerny a 3 km dall’arrivo

Ma archiviata la pratica sportiva, smontate le transenne a tempo di record e spente le luci delle telecamere della Rai, la bagarre si sposta sui social e tra gli astigiani, indignati dall’assembramento di persone visto in piazza Alfieri sulla linea del traguardo della corsa rosa, proprio alla vigilia delle restrizioni sancite dall’ordinanza del sindaco Rasero che fa scattare il coprifuoco anti-Covid alle 00:10 di sabato 24 ottobre e dell’annunciato analogo provvedimento della Regione a valere dal lunedì 26.

Non ci sta però il sindaco Maurizio Rasero che risponde alle critiche in modo diretto, come ha abituato i suoi concittadini nei mesi scorsi, con un messaggio video.

In 103 anni di storia – esordisce Rasero – Asti è stata teatro di tappa del Giro solo tre volte. Abbiamo lavorato tanto per riuscire a riportare la corsa rosa in città e ce l’abbiamo fatta. Non mi sottraggo al confronto con i cittadini che hanno mandato filmati e rimostranze su quello che è successo all’arrivo. ma sono convinto che abbiamo operato nell’interesse dalla città. Abbiamo fatto un lavoro di squadra. L’organizzazione è partita molti mesi fa. Il Covid ha fatto sì che il Giro venisse rinviato. Il giro è partito dunque ad ottobre, quando il Covid non correva come sta facendo in questi giorni. Questo Giro ha attraversato tutta l’Italia con autorizzazioni da tutti gli Enti e nessuno ha detto che non si doveva fare, che questa manifestazione comportava dei rischi.

Maurizio Rasero

Il Giro arriva ad Asti e qualche cittadino sollecita sugli assembramenti agli arrivi. Ho visto anch’io che c’era qualche assembramento che non doveva esserci. Ma erano tutti muniti di mascherina ed eravamo circondati da forze dell’ordine che sorvegliavano. Su tutto il percorso le persone sono rimaste distanziate e con la mascherina in maniera disciplinata. Nei trenta metri dell’arrivo questo non è avvenuto. Di questo mi scuso, ma ritengo di non avere responsabilità. Il Giro è una manifestazione che si occupa di tutta l’organizzazione con la collaborazione di Prefettura e Questura.

Per quello che era nelle nostre competenze abbiamo fatto tutto il possibile. Abbiamo chiuso le scuole prima per evitare che i genitori si trovassero ingolfati nel traffico.

Siamo qui tranquilli e facciamo il nostro lavoro. Dobbiamo prendere decisioni e solo chi non fa nulla non sbaglia. Farò di tutto perché la situazione non degeneri e mi prenderò le mie responsabilità

Gestiremo anche questa seconda ondata del Covid al meglio, come abbiamo fatto nella prima fase”.