Deposito dei rifiuti radioattivi: “Carmagnola ha poche possibilità di essere scelta. Ecco perché…”

La mappa dell’area di Casanova tra Poirino e Casanova

Parte da Poirino, a firma di Italia Viva, una lettera aperta indirizzata a tutti i Carmagnolesi e a tutti gli abitanti dell’area metropolitana omogenea 11: “Deposito nazionale unico dei rifiuti radioattivi: abbiamo capito tutti di cosa si tratta davvero? Conosciamolo insieme.”

“Per poter rispondere abbiamo letto il progetto e provato a fare alcune comparazioni fra i diversi siti. Per semplicità ci siamo limitati ai 23 siti ritenuti “molto adatti” o “adatti” in base alle analisi preliminari. Dalla nostra verifica è emerso:

  • l’importanza di darsi un metodo nella valutazione di iniziative come queste che comprendono molti aspetti tecnici, normalmente appannaggio solo degli addetti ai lavori.
  • la necessità di individuare i punti chiave per capire come muoversi e agire in modo corretto, con l’obiettivo di tutelare e far crescere il nostro territorio.
  • la necessità di definire un piano operativo per non farsi trovare impreparati. Ed ecco cosa è emerso dalla nostra analisi. Quanto tempo ci vorrà prima che il deposito venga realizzato? Ci vorranno diversi anni, oggi siamo solo nella prima fase del processo di selezione, ne seguiranno altre più mirate per individuare l’area migliore. Quanti sono stati i siti ritenuti idonei in Italia?Sono 67 in tutto, ma verranno privilegiati i siti continentali rispetto a quelli nelle isole, le zone meno sismiche rispetto a quelle più sismiche. Per questo i siti più adatti si riducono a 12 molto adatti e 11 adatti.

Conterrà solo rifiuti ospedalieri a bassa o media attività come le radiografie? No, potrà contenere anche i rifiuti ad alta attività e combustibile irraggiato riveniente dagli impianti nucleari.

Quante possibilità ci sono che venga scelta Carmagnola? Non molte, l’area è una delle più piccole fra le 23 giudicate buone o molto buone. Mediamente sono di 368 ettari, fino a 898 ettari e Carmagnola si ferma a soli 165 ettari, molto vicino al minimo richiesto di 150 ettari. Quali sono i fattori con i quali è stata redatta la classifica provvisoria? 1.Classificazione sismica regionale 2.Trasporti marittimi o terrestri 3.Insediamenti antropici 4.Valenze agrarie 5.Valenze naturali

Cosa è stato preso in considerazione per valutare gli insediamenti antropici? E’ stato rilevato se nell’area ci sono interferenze residenziali, industriali e produttive da spostare o vincoli edificatori e di espansione urbana.

Sono stati valutati due elementi in particolare:

  • la distanza dell’area dai centri abitati,1.5 km per Carmagnola; molte altre aree sono più distanti dai centri abitati.
  • il numero degli edifici residenziali presenti sull’area da spostare, nel caso di Carmagnola 20, ma in molte altre aree non vi sono edifici da spostare. Cosa hanno valutato per pesare la valenza agraria dell’area? E’ stata valutata la presenza nel comune dove ricade l’area di Filiere Agroalimentari di Qualità e in particolare la presenza di colture DOP-IGP e Biologiche rispetto alla superficie totale agricola dell’intero territorio comunale:
  • Se la percentuale di DOP-IGP e Biologico è maggiore del 25% il fattore è ritenuto meno favorevole;
  • Se la percentuale di DOP-IGP e Biologico è minore del 25% il fattore è ritenuto favorevole. Come hanno descritto la nostra area dal punto di vista agrario? Una zona pianeggiante con colture intensive di mais e peperoni e hanno rilevato una sola azienda agricola con coltivazioni DOP-IGP e tre presidi Slow Food fra cui il Peperone corno di bue di Carmagnola. Il lavoro che ci aspetta per rappresentare correttamente la nostra zona è tanto. Quando hanno fatto il sopralluogo? Nell’autunno del 2014, più di 6 anni fa. Occorreranno altri sopralluoghi o verifiche puntuali? Si, la seconda fase prevede indagini di dettaglio e verifiche tenendo conto anche di fattori socio-economici. La terza fase comporterà analisi molto approfondite su uno o più dei siti “finalisti”. Cosa possono fare oggi le istituzioni per tutelare i cittadini del Chierese e Carmagnolese? Una verifica puntuale di tutti i fattori utilizzati dalla Sogin, per formulare tutte le obiezioni entro due mesi, salvo proroghe, ovvero entro l’inizio di marzo. Un lavoro molto accurato per far emergere tutti gli errori e le incongruenze delle analisi preliminari, in particolare per quanto riguarda le valenze agrarie e naturali del territorio, perché i sopralluoghi utilizzati finora risalgono all’autunno 2014. Serve chiedere oggi a Mattarella, al Presidente Cirio o alla Sindaca Appendino di depennare il sito di Carmagnola? Non sono loro i soggetti incaricati, inoltre si tratta di un percorso di diversi anni. Serve accelerare la costituzione e l’avvio operativo del Distretto del Cibo del Chierese e del Carmagnolese?
  • Si, perché renderà unico il nostro territorio rispetto a tutti gli altri con un suo preciso indirizzo e una precisa vocazione, destinatario

di contributi pubblici per la sua crescita e il suo sviluppo. Per esempio il nostro distretto del cibo potrà essere interlocutore nella elaborazione del prossimo Programma di Sviluppo Rurale regionale (PSR).

  • Si, perché il distretto del cibo rappresenta un volano per l’economia locale sia dal punto di vista agricolo che turistico. Un recente rapporto dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo sul turismo in Piemonte post Covid-19, ha evidenziato le enormi potenzialità del turismo di prossimità, rispetto ai grandi viaggi, del turismo enogastronomico e del turismo sostenibile, proprio quei filoni che il nuovo distretto del cibo potrà sviluppare. In ultima istanza il processo di selezione del sito per il deposito unico nazionale per i rifiuti radioattivi ci vedrà in posizione di vantaggio se avremo avviato per tempo il nostro distretto del cibo.” Così nella lettera aperta i referenti di Italia Viva del Chierese e Carmagnolese Federica Zamboni e Pier Antonio Pasquero