Scorie nucleari, Città metropolitana di Torino scrive ai parlamentari del territorio: “le consultazioni pubbliche di Sogin rischiano di tasformarsi in una beffa”
In una lettera inviata oggi ai parlamentari eletti nel territorio, la Città metropolitana di Torino denuncia il rischio che le consultazioni pubbliche di Sogin si trasformino in una beffa. Mentre tecnici ed uffici sono al lavoro fin dall’inizio di gennaio per produrre il materiale necessario a dimostrare sia gli errori compiti da Sogin nella valutazione che ha portato alla redazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee, ma anche l’assoluta inadeguatezza dei Comuni individuati, Città metropolitana in stretto raccordo con i Comuni di Carmagnola, Caluso, Mazzè e Rondissone evidenziano ai parlamentari un aspetto tecnico non irrilevante contenuto nella piattaforma predisposta per raccogliere le osservazioni durante la fase di consultazione pubblica in chiusura il 5 marzo. Ogni contributo caricato in piattaforma infatti non potrà superare i 1500 caratteri con la possibilità di inserire un solo allegato di dimensione contenuta entro 20 MB. “Sogin impone consultazioni pubbliche pressochè simboliche, con regole che non consentono alle nostre amministrazioni di esprimersi a pieno e nel merito” commentano il vicesindaco metropolitano Marco Marocco e la consigliera delegata all’ambiente Barbara Azzarà. Nella lettera si chiede che “i parlamentari eletti sul nostro territorio facciano sentire la loro voce a livello nazionale per evitare che questa consultazione pubblica si trasformi in una beffa a danno delle nostre comunità, di fatto impossibilitate a far valere le proprie ragioni. Siamo certi che accoglierete il nostro appello e contiamo sul Vostro sostegno sia per ottenere la proroga necessaria alla presentazione delle osservazioni, sia per far modificare la tecnicalità della piattaforma di Sogin che ci impedisce di produrre contributi approfonditi”. Proprio nei giorni scorsi, la Città metropolitana di Torino aveva ricevuto da Sogin il diniego ad estendere la scadenza dei 60 giorni indicati per le osservazioni alla Carta dei siti potenzialmente idonei.