Chieri e l’ordine del giorno sulla Rotta Balcanica: soddisfazione (e polemiche) dei gruppi di maggioranza

“A nome dei consiglieri di maggioranza vogliamo esprimere la nostra soddisfazione per l’approvazione dell’Ordine del Giorno sul tema dell’aiuto alla situazione delle persone ferme sulla cosiddetta Rotta Balcanica. Un aiuto che ci è stato sollecitato dalle forze attive della città e che abbiamo richiesto alla Regione Piemonte, allo Stato Italiano e all’Unione Europea. Abbiamo richiesto una molteplicità di azioni; corridoi umanitari, aiuto ai paesi coinvolti, ma anche soluzioni durature basate sul rispetto dei diritti umani che sono la base comune della nostra appartenenza europea e base della convivenza civile.Abbiamo presentato questo ordine del giorno perché la situazione è urgente, purtroppo non è l’unica, ma è molto vicina a noi, e nella consapevolezza che la città di Chieri, in tutte le emergenze, non ha mai distolto lo sguardo, non si è mai girata dall’altra parte.L’ordine del giorno è stato approvato anche da consiglieri e forze di minoranza che, pur con visioni diverse sul tema delle migrazioni, con pensieri differenti sulle soluzioni da adottare, per qualcuno più limitate, per altri più ampie, hanno voluto unirsi alla nostra preoccupazione. E’un terreno su cui si può discutere, si possono trovare convergenze, pur nella diversità delle posizioni.Non c’è terreno di mediazione invece con le posizioni dei consiglieri di Progetto per Chieri e gruppo misto Chieri: la loro ricostruzione di cosa sta accadendo sulla Rotta Balcanica è inconciliabile con la verità di ciò che là succede, con il principio di realtà, con la tutela dei diritti umani.Sacco ha sostenuto che “La situazione in Bosnia, prima di essere banalmente generalizzata, o peggio ancora strumentalizzata, sarebbe utile, soprattutto per i migranti stessi, analizzarla com’è veramente. Partiamo dai campi profughi. A dicembre la situazione di LIPA non era drammatica, lo è diventata perché i profughi stessi che erano ospitati, per protesta, hanno dato fuoco alle tende e ai container dove vivevano costringendo se stessi a stare al freddo e al gelo, perché si erano bruciati le tende e le case.Il governo bosniaco ha già provveduto a migliorare le condizioni del campo con l’intervento dell’esercito che ha fornito tende e stufe per i profughi.Affermare che l’Europa non sta facendo nulla è fortemente sbagliato. Commissioni europee hanno già visitato i campi. Aiuti da parte di Bruxelles sono stati inviati alla Bosnia per la gestione della situazione.Va, infine, ricordato come la rotta balcanica sia interdetta proprio per le difficili condizioni che incontrano i migranti e gli stati nella gestione. Per questo su quella rotta ci sono problemi così gravi. Ma i migranti l’affrontano ugualmente a loro rischio e pericolo.Sui respingimenti della Croazia c’è poi da fare un’ulteriore considerazione, intanto, buona parte di quell’area è ancora da bonificare da mine e residuati bellici ed è pericolosa per tutti, non solo per i migranti.I croati fanno rispettare le frontiere e respingono gli ingressi illegali e clandestini, per fare questo è necessario, “chiaramente”, l’uso della forza, perché anche i migranti, che vogliono attraversare illegalmente il confine, spesso agiscono con violenza.Ma non c’è nessuna prova né di torture e né di stupri. Anche gli episodi di respingimenti aggressivi e violenti sono casi rarissimi, da condannare, anche se fosse solo uno, ma, anche da inquadrare in ciò che succede in quel confine, non è astrattamente e politicamente da salotti di buoni radical chic.”Vi risparmiamo il resto che si può agevolmente sentire e vedere nella registrazione del Consiglio sul sito del Comune.Il consigliere Varaldo ha affermato che non avrebbe votato l’odg in quanto non indirizzato all’UE. Nonostante gli sia stato fatto notare che l’Ue è tra i destinatari, ha votato comunque in modo contrario.Ogni singola affermazione è da confutare nel dettaglio e ci sarebbe una quantità di materiale da mostrare, ma sarebbe inutile. Una narrazione in cui la colpa della migrazione ricade su chi dovrebbe starsene a casa sua a morire di carestia, inondazioni, guerra o fame,parte da un presupposto che lascia nell’impossibilità financo di discutere. Ci teniamo a prendere le distanze, totalmente, da queste posizioni.Per la maggioranza, i capigruppo Franco Bosco, Manuela Olia, Mariella Tagliavia