ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati
TORINO, UN VIOLINISTA TRA COVER E CLASSICA
Il violinista tedesco-statunitense David Garrett, nome d’arte di David Bongartz (classe 1980), interpreta per la Stagione Sinfonica RAI il Concerto in re maggiore op. 77 di Brahms, un lavoro in cui la spigliata condotta degli “a solo” si unisce a una spontanea libertĂ stilistica.. Garrett è un violinista al di fuori dei soliti canoni. A undici anni esordisce con la Filarmonica di Amburgo, a tredici firma un contratto discografico in esclusiva con Deutsche Grammophon (la celebre etichetta gialla). Nel ’99, al vertice della fama, decide di staccarsi dal violino “classico” e si trasferisce a New York dove incontra il famoso Itzak Perlman. Si fa conoscere anche per il suo repertorio di musica rock adattato all’orchestra, in particolare al violino, che tende nelle cover a sostituire le chitarre di artisti come May, Young, Shlasl Hammett, Pape e Corbain, ma anche le voci di Rose o Jackson. In modo analogo, chiamato da chitarre e batterie, ha portato celebri brani di classica a sonoritĂ rock. Grande il successo, i suoi recitals e incisioni sono ormai un cult, in vetta alle classifiche discografiche con oltre due milioni e mezzo di compact venduti. Garrett sbalordisce, ma fa discutere i critici che non approvano la mescolanza di elementi classici, pop, rock e rythm and blues usati come mezzo per raggiungere le nuove generazioni. E’ così che si rinnova il pubblico? Personalmente sono perplesso. Almeno un aspetto positivo potrebbe giocare a favore: la comunicazione musicale al centro dell’interesse.
Comunque la convivenza tra rock, Vivaldi, Beethoven, gli U2, i Nirvana e i Metallica ha la benedizione di prestigiosi musicisti quali Zubin Mehta e Daniel Barenboim. Coover e classica continuano a convivere nel
percorso artistico dell’eclettico Garrett che nel 2014 si è prodotto anche come attore nel film “Il violinista del diavolo” (ruolo di Paganini) per la regia di Bernard Rose. Suona un Guadagnini del 1772.
Sul podio il cèco Tomas Netopil, direttore musicale dell’Opera di Essen,, che chiude la serata con la Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore di Bruckner, partitura ciclopica, fluviale, a tratti convulsa nella cui filigrana s’intravedono con chiarezza le tanto ammirate architetture tematiche e motiviche del wagneriano “Tristano e Isotta”.
Torino, Auditorium RAI, piazza Rossaro
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Giovedì 5 febbraio (ore 20,30, Venerdì 5 febbraio (ore 21.00)
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biglietti esauriti
ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE DELLA RAI diretta da TOMAS NETOPIL, solista DAVID GARRETT (violino)
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Musiche di Brahms, Bruckner
TORINO, UNA PIANISTA DALLA GEORGIA
La ventottenne Khatia Buniatishvili, che esordisce a sei anni in patria a Tblisi, è ospite al Conservatorio per la stagione dell’Unione Musicale. Programma in buona parte dedicato a Liszt di cui sono proposti: “La leggerezza” (n. 3 da Studi da concerto)), “La Campanella” (n. 3 da Studi da Paganini), “Feux follets” (n.5 da Studi d’ Esecuzione trascendentale) , pagine dove s’intendono un’evoluzione tecnica stupefacente i cui elementi costituiscono la base della moderna scrittura pianistica. Gli altri brani del compositore magiaro sono lo spettacolare Grand Galop Chromatique e la vivace seconda Rapsodia ungherese, entrambi datati 1840. Completano “Gaspar de la nuit” di Ravel anteposto da tre prose di Aloysius Bertrand (Ondine, Gibet. Scarbo) che si richiamano all’architettura del pianismo romantico, e gli scatenati Trois Mouvements da “Petrouhka” di Stravinskij.
Torino, Conservatorio, piazza Bodoni
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Mercoledì 11 marzo, ore 21.00
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Stagione Unione Musicale
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biglietti: euro 28 (poltrona numerata), euro 20 (ingresso)
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KATIA BUNIATSHVILI, pianoforte
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Musiche di Ravel, Liszt, Stravinskij
TORINO ,BIZET RACCONTA IL FAVOLOSO ORIENTE
Lo statunitense Ryan McAdams esordisce sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI: da circa dieci anni in carriera è stato assistente ai festivals di Aspen e Tanglewood (Usa), nonchè al Metropolitan di New York di James Levine per Wagner. A questo interessante interprete, a cui nel 2011 è stato conferito il Glammerglass Aspen Prize come migliore direttore emergente, è affidata (naturalmente in forma di concerto) l’opera “I pescatori di perle” (1863) di Bizet il cui soggetto di Michel CarrĂ© ed Eugène Cormon narra di un triangolo amoroso con due uomini che amano la medesima donna. Al conflitto tra l’amore umano e il volto sacro del dio Brahma fa da sfondo un Oriente misterioso e avvolgente. Opera francese nelle sue fibre piĂą intime, soprattutto per languore e sensualitĂ rese con insinuanti tinte orchestrali. Tuttavia, convenzionalitĂ e banalitĂ sono presenti in alcuni passaggi. Certo al titolo non si può negare una certa dignitiĂ artistica peculiare e molto speciale. Da ascoltare, per coloro digiuni di ascolto: pagine come il preludio iniziale con il suo clima notturno e misterioso, il soliloquio di Nadir alla luce delle stelle, il giuramento di Nadir-Zurga “Au fond du temple” e l’aria di Zurga “L’orage se calme”.
Torino, Auditorium RAI, piazza Rossaro
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biglietti da euro 30 a euro 26, ingresso euro 20
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ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE DELLA RAI E CORO TEATRO REGIO DI PARMA diretti da RYAN MCADAMS
Interpreti principali: PAOLO FANALE I(Nadir) SIMONE PIAZZOLA Gran sacerdote di Brahma), ROSA FEOLA (Leyla), MARTINO FAGGIANI (maestro del coro)
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Musica di Bizet