Chieri, da Mulino Berruto a supermercato, l’ex assessore Sacco: promuoviamo una raccolta firme

Sacco Rachele 2Forza Italia non si rassegna e si prepara a dare battaglia sul fronte ex Mulino Berruto: “Partirà una raccolta firme – dice la capogruppo ed ex assessore alle attività produttive, Rachele Sacco – e così vedremo cosa ne pensa la gente. Io avevo seguito da vicino tutta la questione e non condivido affatto quel che sindaco e assessori dell’attuale giunta hanno detto e fatto sull’argomento. Per me, una causa legale doveva essere intentata, e l’esito non sarebbe affatto scontato.”

La Sacco entra ancora di più nel merito: “Personalmente, avevo ostacolato in tutti i modi questa operazione – prosegue – perché non ho mai ritenuto che ci fosse un interesse pubblico a portarla avanti. Il fatto che questa amministrazione si sia trovata la grana, non significa che abbiamo fatto scaricabarile, ma semmai il contrario. Noi avevamo bloccato l’operazione,  e personalmente avevo anche cercato di far ragionare i proprietari, chiedendo loro di proporre un utilizzo commerciale diverso, meno invasivo del commercio in centro: un Ikea, o una palestra, o una qualunque attività che riqualificasse la zona senza recare problemi al commercio. Che era in crisi allora, figurarsi adesso…Facendo un po’ di storia, voglio ricordare che l’amministrazione Gay precedente alla nostra già si era occupata della faccenda, e che l’idea iniziale della proprietà era un riutilizzo di tipo residenziale, ma in seguito la proprietà era passata all’idea del commerciale. Quando subentrai come assessore al commercio, bloccai tutto: cerco, è positivo che l’area sia riqualificata, ma non vedo interesse pubblico in questa riqualificazione. Oggi, l’amministrazione pensa di spendere tanti soldi per il festival dei beni comuni: perché invece non li spende per i commercianti, a cominciare dal mettere in piedi una causa, il cui esito, visto che la norma è discutibile, a mio avviso non sarebbe affatto scontato? Stiamo pensando di organizzare una raccolta di firme tra i cittadini: si parla tanto di partecipazione, ma alla fine non si vede mai nulla. Una raccolta firme la volevano già a suo tempo fare i commercianti, gli ambulanti. Non ci sono i tempi tecnici per un referendum, ma almeno la raccolta firme…”