“Anche a Chieri la protesta dei commecianti in ginocchio per il covid”

“Domani l’Italia sarà percorsa, probabilmente, dall’ondata di protesta sotto il nome di “Io apro” e altre sigle. Moltissime attività, dai bar ai ristoranti, dai parrucchieri alle palestre riapriranno contro i dpcm? A Chieri è attesa una serrata contro le norme che li obbligano alla chiusura al pubblico. Comprendo la loro disperazione, hanno sopportato a lungo tutte le restrizioni che li penalizzano ingiustamente, hanno atteso che lo Stato provvedesse alle ingenti perdite subite nei tanti mesi passati e sono rimasti profondamente delusi dalle briciole dell’ultimo dl ristori. Ora sono in ginocchio, ridotti a chiudere e indebitati in maniera irreversibile. Mi sembra normale che ridotti alla disperazione e allo stremo vogliano riaprire. Esercitano un loro sacrosanto diritto: lavorare. Non vogliono contravvenire a nessuna regola, mettere a rischio nessuno, riapriranno rispettando tutte le misure di sicurezza che lo Stato gli aveva imposto e che con grande fatica e spese avevano realizzato pur di lavorare e garantire la sicurezza dei clienti. Io sono solidale e lo Sato deve ascoltarli. Ci aspettiamo da tutte le istituzioni, Comune in primis, un sostegno alla protesta. E, veramente, sono mesi che chiedo all’amministrazione di attivare contributi e risorse per i commercianti in difficoltà. Senza risposta. Sordi al grido di disperazione di categorie ingiustamente penalizzate e vessate senza alcun reale aiuto. Io sono con tutti quelli che domani riapriranno, “Io apro”, l’Italia riapre per scacciare la paura e l’incubo della disoccupazione, delle chiusure, dei fallimenti. Infine, i promotori hanno offerto a chi aderirà tutela legale in caso di sanzioni e provvedimenti, purché si rispettino comunque le basilari norme di sicurezza dettati dai protocolli.” Così in una nota Rachele Sacco – Consigliera comunale di Progetto Per Chieri – Salviamo l’Ospedale